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INTERVISTA
Camillo Zaccarini Bonelli, Dirigente della Direzione Gestione del Rischio dell’ISMEA
 

Il ruolo strategico del settore agrolimentare nel sistema economico italiano

 
 
 

Cos’è l’ISMEA e quali sono le sue funzioni principali? L’ISMEA è un ente pubblico economico istituito con l’accorpamento dell’Istituto per Studi, Ricerche e Informazioni sul ...

 
 

 

giovedì 6 aprile 2023

 

 

Cos’è l’ISMEA e quali sono le sue funzioni principali?

L’ISMEA è un ente pubblico economico istituito con l’accorpamento dell’Istituto per Studi, Ricerche e Informazioni sul Mercato Agricolo (già ISMEA) e della Cassa per la Formazione della Proprietà Contadina, con decreto legislativo 29 ottobre 1999 n. 419, concernente il “riordinamento del sistema degli enti pubblici nazionali” e per ultimo con l’accorpamento dell’Istituto sviluppo agroalimentare (ISA) Spa e la Società gestione fondi per l’agroalimentare (SGFA) s.r.l. con Legge 28 dicembre 2015, n. 208. Nell’ambito delle sue funzioni istituzionali l’ISMEA realizza servizi informativi, assicurativi e finanziari e costituisce forme di garanzia creditizia e finanziaria per le imprese agricole e le loro forme associate, al fine di favorire l’informazione e la trasparenza dei mercati, agevolare il rapporto con il sistema bancario e assicurativo, favorire la competitività aziendale e ridurre i rischi inerenti alle attività produttive e di mercato. L’ISMEA, inoltre, affianca il Ministero dell’agricoltura della sovranità alimentare e delle foreste così come le Regioni nelle attività di assistenza tecnica, supporto alle decisioni dei policy maker nonché di riordino fondiario, attraverso la formazione e l’ampliamento della proprietà agricola, e favorisce il ricambio generazionale in agricoltura in base ad uno specifico regime di aiuto approvato dalla Commissione europea.

Cosa si intende per gestione del rischio in ambito agroalimentare, in particolare in Italia?

Per comprendere cosa si intende per “gestione del rischio” in ambito agroalimentare giova premettere il contesto in cui esso si inscrive a livello economico e sociale nel nostro Paese.

Il peso del settore primario sull’economia nazionale si è attestato su circa il 2,2% del PIL (Istat, 2021) con un valore della produzione dell’agricoltura con 59,6 miliardi di euro in valori correnti. L’importanza del settore agricolo, sotto il profilo economico, è ancora più evidente considerando l’indotto dell’industria alimentare che ha un peso analogo (2,1% del PIL), confermando complessivamente la posizione strategica dell’agroalimentare nel quadro economico nazionale.

Continua ad aumentare il patrimonio italiano delle produzioni agroalimentari di qualità a denominazione di origine (DOP-IGP) con 316 prodotti alimentari e 526 vini. A titolo di esempio i soli vini DOP rappresentano ormai i 2/3 del valore delle esportazioni vinicole italiane, con aumenti del 16% in valore.

Il ruolo centrale del settore agricolo, tuttavia, è ancora più evidente se si considera il servizio reso dagli imprenditori e lavoratori agricoli (circa 1 milioni di unità) in termini di benefici restituiti alla collettività, quali ad esempio la sicurezza alimentare, la gestione e tutela del paesaggio rurale, la produzione di energie rinnovabili, la salvaguardia della fertilità dei terreni quale capitale prezioso anche nella funzione di “serbatoio” di accumulo della CO2 al pari delle aree forestali.

Se si considera che il settore primario, fiore all’occhiello del c.d. made in Italy, è particolarmente esposto a molteplici rischi derivanti da cause meteoclimatiche, fitosanitarie o finanziarie appare più chiaro il significato di “gestione del rischio”:  il mix di strategie impiegate dalle imprese per ridurre la vulnerabilità alle potenziali avversità e mitigare l’effetto negativo dei danni eventuali.

Proprio per l’importanza che la “gestione del rischio” assume secondo questa logica in agricoltura, il legislatore nazionale prima e quello comunitario poi, hanno ritenuto opportuno riconoscere un peculiare supporto agli interventi di gestione del rischio in tutta la gamma delle sue declinazioni, a partire dai cosiddetti indennizzi a fondo perduto o agli investimenti aziendali per difesa attiva delle produzioni, per arrivare più di recente al supporto pubblico delle assicurazioni agevolate e dei fondi di mutualità.

Parliamo della politica agricola comunitaria

Giova qui richiamare gli obiettivi della politica agricola comunitaria (PAC) che, dopo oltre 50 anni dalla sua fondazione, hanno ancora oggi una non scontata attualità: sostenere un reddito agricolo sufficiente e favorire la resilienza del settore agricolo in tutta l’UE al fine di rafforzare la sicurezza alimentare a lungo termine, e la biodiversità agricola, nonché garantire la sostenibilità economica della produzione agricola.

Dalla PAC giungono al nostro Paese ogni anno, in media, circa 7 miliardi di euro all’anno di aiuti per il mercato e lo sviluppo rurale. Fra gli interventi strategici, a partire dal peso finanziario pari a circa il 10% del budget agricolo disponibile per l’Italia nella programmazione PAC 2023-2027, spiccano gli strumenti di supporto alla gestione del rischio in agricoltura prima richiamati.

Lei è di formazione agronomo. Quali valori le hanno trasmesso i suoi studi?

La terra, come tutto il Creato, è sacra ed è madre. La sua salute è la nostra salute. Gli studi delle scienze agrarie e forestali, culminati nell’abilitazione all’esercizio della professione di Dottore agronomo, hanno concorso, indubbiamente, nel creare la conoscenza di base e la “coscienza” dell’importanza del ruolo insostituibile dell’imprenditore agricolo per la tutela e la valorizzazione del settore primario, dell’ambiente e del paesaggio rurale.

Questi hanno rappresentato una grande spinta propulsiva per studiare a fondo i meccanismi economici e legislativi al fine di migliorare il settore agricolo e ridurre il rischio (difesa contro calamità naturali).

La Direzione di mia competenza si occupa di Gestione del Rischio e mi piace considerarla come un laboratorio dove nascono idee e progetti.

L’ultimo strumento inventato è Agricat, Fondo mutualistico nazionale cofinanziato dall’UE e istituito dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 e successive modifiche e destinato a erogare delle compensazioni finanziarie agli agricoltori colpiti da eventi catastrofali avversi (siccità, gelo o alluvione) purtroppo sempre più frequenti e dannosi.

Il significato di Agricat è proprio questo: il momento in cui si si fondono gli strumenti tradizionali della gestione del rischio e aspetti nuovi, per certi versi rivoluzionari, di questa Società che ha cominciato da poco il suo percorso.

Se si considera che il settore primario, fiore all’occhiello del c.d. made in Italy, è particolarmente esposto a molteplici rischi derivanti da cause meteoclimatiche, fitosanitarie o finanziarie appare più chiaro il significato di “gestione del rischio”:  il mix di strategie impiegate dalle imprese per ridurre la vulnerabilità alle potenziali avversità e mitigare l’effetto negativo dei danni eventuali.