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FOCUS
Samsø, isole danesi a tinte verdi
 

Cittadinanza attiva nella corsa alle rinnovabili

 
 
 

Il cento per cento di indipendenza energetica, 73 milioni di euro investiti, in 10 anni, in tecnologie per la produzione di energie pulite ma soprattutto ...

 
 

 

mercoledì 28 luglio 2021

 

 

Il cento per cento di indipendenza energetica, 73 milioni di euro investiti, in 10 anni, in tecnologie per la produzione di energie pulite ma soprattutto il 90% dei propri abitanti, 4000 in tutto, che ha partecipato attivamente alla corsa green della propria comunità ed è oggi in possesso di un impianto di energia a fonti rinnovabili. Il segreto della piccola isola danese, 114 km quadrati situata nello stretto del Kattegat nella regione dello Jutland centrale, forse sta proprio qui!

Samsø infatti è divenuta famosa per essere riuscita nel giro di qualche anno, e con la partecipazione attiva dei suoi abitanti, la leadership orizzontale come è conosciuta da queste parti, ad abbattere fino quasi ad azzerare le emissioni di CO2 in atmosfera. La corsa verso il traguardo a “0” emissioni della piccola comunità danese parte da lontano, anche se non si è ancora fermata.

Le iniziative che hanno coinvolto la cittadina di Samsø hanno permesso, nel tempo, di recuperare un contesto sociale in grande crisi e destinato alla “scomparsa economica” poiché fuori mercato e lontano dalle dinamiche più tipiche, a rete, delle economie globali, ma ha creato un paradiso ecologico che vive di economia circolare ed energie pulite e prospera grazie al turismo sostenibile. Che è oggi un esempio nel mondo.

Facciamo però un passo indietro!

È il 1997, l’anno che segna con la ratifica del Protocollo di Kyoto, il paleolitico della questione ambientale, quando l’Agenzia Danese per l’Energia lancia un concorso nazionale per individuare un’area da destinare a un futuristico paradiso ecologico green in grado, non solo, di produrre energia da fonti sostenibili ma anche di concretizzare sul campo la storica cultura e vocazione ambientalista, da sempre centrale proprio nei Paesi del Nord Europa.

Il primo obiettivo è stato quello di realizzare, grazie a un investimento di ben 28 milioni di euro, finanziato direttamente dai comuni e dai singoli cittadini dell’isola, e oggiammortizzato grazie ai guadagni ottenuti dalla produzione di energia green, un parco eolico offshore composto da 10 turbine al largo della costa del Mare del Nord. E successivamente da altre 11 sulla terraferma.

Grazie a questi primi, ingenti investimenti, la comunità di Samsø, dopo aver terminato la prima parte del programma nel ventennio 1997-2017, ha proseguito sulla strada della transizione green e oggi può vantare un territorio che promette di essere indipendente dall’energia fossile entro il 2030 grazie alla produzione intensa e “partecipata” di energia solare, eolica, e da biomasse.

La produzione di elettricità sostenibile è stata solo il primo passo della sua “rivoluzione verde”. Tra il 2002 e il 2005 infatti sono stati costruiti tre sistemi di teleriscaldamento che, attraverso un reticolato di condutture lungo migliaia di chilometri, permette oggi ai tre quarti delle case dell’isola di ricevere l’energia per il riscaldamento e l’acqua calda da caldaie centralizzate a biomassa.

L’esperimento dell’isola ecologica ha inoltre attribuito un ruolo strategico all’agricoltura sostenibile, vero motore dell’economia locale, e intende in un’ottica di lungo termine, implementare tutte le politiche più idonee per rendere efficiente e circolare tutta la produzione, dal punto di vista biologico e ambientale. L’agricoltura quindi resta l’attività economica principale dell’isola, ma in salsa green, con la fertilità dei terreni e la qualità dei semi, che garantiscono la salubrità non solo della la catena alimentare ma di tutta la filiera.

Ma come detto la “trasformazione verde” della piccola isola danese non si ferma qui. La gran parte dei cittadini, a esempio, ha rivestito il tetto della propria abitazione di muschio per evitare la dispersione di calore e molte famiglie hanno sostituito le vecchie caldaie domestiche con pompe di calore geotermiche e stufe a segatura e pellett, più performanti e sostenibili per l’ambiente.

Il sistema dei trasporti, quello pubblico e quello privato, rappresenta un altro obiettivo tangibile. Entro il 2030 infatti Samsø intende sostituire i suoi traghetti diesel con quelli a gas e successivamente di convertirli a biocarburante autoprodotto o alimentarli con batterie ricaricate grazie all’energia eolica. Gli altri veicoli a benzina saranno eliminati sostituendoli con auto elettriche o a biocarburante.

La scelta di Samsø come isola ecologica ha rappresentato un notevole cambio di paradigma per l’economia isolana ma soprattutto per il destino dei samsingers, gli abitanti del posto, che da allora si sono trasformati pian piano da agricoltori locali a partecipanti attivi della transizione green della propria isola che da allora si è infatti trasformata da importatrice di combustibili fossili a esportatrice di energia rinnovabile.

L’avventura di Samsø ha dimostrato come dedizione, convinzione e una progettazione strategica a medio – lungo termine possano permettere di realizzare il passaggio alle fonti rinnovabili e all’economia circolare. Prossimo obiettivo? Divenire un modello replicabile per le economie di tutto il mondo.



L’esperimento dell’isola ecologica ha attribuito un ruolo strategico all’agricoltura sostenibile, vero motore dell’economia locale