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FOCUS
L’insostenibilità degli allevamenti intensivi dei polli
 

Inchiesta dell'organizzazione internazionale Animal Equality

 
 
 

Ci siamo mai chiesti cosa si nasconde dietro la diffusissima carne di pollo, che abitualmente è presente sulle nostre tavole? Ci aiuta a capirlo Animal ...

 
 

 

mercoledì 8 marzo 2023

 

 

Ci siamo mai chiesti cosa si nasconde dietro la diffusissima carne di pollo, che abitualmente è presente sulle nostre tavole?

Ci aiuta a capirlo Animal Equality, un’organizzazione internazionale no profit per la difesa dei diritti degli animali, che negli ultimi anni ha indagato sulle condizioni di vita drammatiche presenti negli allevamenti intensivi.

In particolare è stato segretamente monitorato un allevamento del Nord Italia, dove sono confinati 80000 polli per ogni ciclo produttivo, stipati in due capannoni in pessime condizioni igieniche.

Sono stati documentati molti polli feriti e sofferenti, che presentano problemi muscolari e articolari, alcuni non sono neanche in grado di camminare correttamente, e non riescono a raggiungere gli abbeveratoi e le mangiatoie.

Spesso gli animali sono accasciati a terra, costretti in questa posizione a causa della selezione genetica operata dall’uomo, a rapido accrescimento.

Infatti sono predisposti geneticamente a una crescita accelerata e abnorme, tanto che alla fine le loro ossa non riescono a reggere il loro stesso peso.

La peculiare selezione genetica, da cui deriva la nota razza di polli broiler,  compromette lo stato di salute degli animali a vantaggio della produzione industriale di carne, più abbondante grazie a questo accorgimento.

Come se non bastasse, l’aria dentro lo stabilimento è irrespirabile, anche a causa del sistema di ventilazione sporco che difficilmente può arieggiare in modo adeguato la struttura.

Le scoperte dovute all’inchiesta di Animal Equality sono sconcertanti e raccontano una realtà che ha molto poco a che fare con l’eccellenza del made in Italy, vantata da tutti i produttori nazionali.

Ma soprattutto le crudeli pratiche a cui sono sottoposti i polli, oltre a essere eticamente inaccettabili, si traducono non di rado in un attentato alla salute dei consumatori.

Non sorprenderà infatti che questi animali abbiano bisogno di antibiotici.

I polli destinati alla produzione di carne ricevono abitualmente antibiotici nel mangime e nell’acqua, e la maggior parte di questi farmaci a livello internazionale spesso non viene somministrata solo per curare le malattie, che è il modo in cui li usano le persone, ma anche per accelerarne ulteriormente la crescita.

Se in Italia l’utilizzo di questi farmaci per la crescita è vietato – a differenza degli Stati Uniti – quello per la prevenzione delle malattie è sistematico, perché serve a evitare le patologie a cui gli animali sono soggetti quando sono allevati intensivamente.

L’assoluta insostenibilità della condizione di vita di questi pennuti, unita al massiccio impiego di farmaci a cui sono sottoposti, ha non di rado generato malattie digestive e antibiotico – resistenza in noi consumatori, che erroneamente consideriamo sempre sicura, leggera e sana la carne bianca, di cui facciamo un ampio uso da decenni.

I polli sono predisposti geneticamente a una crescita accelerata e abnorme, tanto che alla fine le loro ossa non riescono a reggere il loro stesso peso