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Premio Goldman 2022
 

Sette i vincitori del Nobel per l'ambiente

 
 
 

La notte del 25 maggio il Goldman Environmental Prize 2022, il Nobel per l’ambiente, è stato consegnato ai sette attivisti che più si sono spesi ...

 
 

 

lunedì 30 maggio 2022

 

 

La notte del 25 maggio il Goldman Environmental Prize 2022, il Nobel per l’ambiente, è stato consegnato ai sette attivisti che più si sono spesi per promuovere e sostenere la questione ecologica.

Abbiamo Marjan Minnesma che, con la Fondazione Urgenda da lei creata nel 2001, ha portato davanti alla Corte Suprema i Paesi Bassi nel 2013. Il governo olandese, dopo la sentenza, è stato condannato per inazione climatica e chiamato a un cambio di passo green capace, entro il 2020, di tagliare le emissioni climalteranti del 25% rispetto a quelle del 1990. Il verdetto, di portata storica, oltre a sancire il primato della vita e della salute dei cittadini olandesi, ha portato all’attenzione dei media e dell’opinione pubblica molti contenziosi analoghi anche in altri Paesi.

Ma anche Chima Williams, l’avvocato nigeriano che è riuscito a far condannare la multinazionale Shell da un tribunale olandese per il danno ambientale causato in Nigeria dalle fuoriuscite di petrolio. La sentenza è stata in grado di rompere un ben noto approccio difensivo delle grandi aziende del settore: quello di attribuire la colpa dei disastri ambientali al ramo locale della società.

E di esentare quindi l’operato del management. Una strategia che questa volta non è andata a buon fine, proprio grazie alla Williams.

E poi Nalleli Cobo, la giovane neanche ventenne che, preoccupata dalle ricadute ambientali e climatiche dannose per gli abitanti della zona, ha fatto chiudere dei vecchi pozzi petroliferi ormai in disuso a Los Angeles. La giovane ha mobilitato la propria comunità in modo da costringere l’amministrazione della città ad agire e mettere in sicurezza i siti pericolosi per l’ambiente circostante e i cittadini e soprattutto ha dimostrato, una volta di più, che sono proprio i giovani attivisti a livello globale a riuscire, spesso, dove i grandi hanno fallito.

Anche Alex Lucitante e Alexandra Narvaez hanno ricevuto il premio. I ragazzi hanno guidato delle comunità indigene dell’Ecuador in una battaglia per difendere le loro terre dallo sfruttamento minerario illegale. E poi il thailandese Niwat Roykaew che ha difeso la biodiversità del fiume Mekong da un mega progetto cinese orientato a finanziare enormi navi mercantili, e Julien Vincent che ha spinto quattro banche australiane a impegnarsi per fermare, o ridurre, il sostegno a progetti carbon – intensive, entro il 2030.

Esempi di questo genere dal 1989, anno in cui è stato attribuito per la prima volta il Nobel per l’ambiente, ce ne sarebbero tanti provenienti da ogni parte del mondo. Fra cui anche alcuni italiani che sono stati insigniti del Premio Goldman. La pioniera è stata Anna Giordano nel 1998, conservazionista attiva con Lipu e Wwf contro il bracconaggio e, nel 2013, Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori e fondatore del movimento “Rifiuti zero” che prese le mosse dall’opposizione a un inceneritore previsto a poca distanza dalla scuola e che ha fatto parlare di sé anche grazie alla collaborazione con Paul Connett.

Il Goldman Environmental Prize continua quindi a raccontare storie di impegno e di successo. Storie che però sono legate tra loro da una visione comune che evidenzia come la situazione attuale, quella ambientale, non può essere considerata solo come una crisi climatica. Le conseguenze negative dell’inquinamento si riflettono su precisi contesti razziali, economici, di genere e di potere e generano disuguaglianze.

Il più che trentennale riconoscimento, creato dai filantropi Richard e Rhoda Goldman nel lontano 1989, oggi si cala in un contesto internazionale diverso dal recente passato, ma non per questo meno attento alle tematiche relative alla sostenibilità ambientale.