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FOCUS
Oltre 70 Paesi insieme per la biodiversità
 

Il congresso... al lavoro per un protocollo mondiale

 
 
 

Nel manifesto pubblicato a Marsiglia e adottato al termine del congresso dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) chiusosi il 10 settembre scorso, gli ...

 
 

 

mercoledì 29 settembre 2021

 

 

Nel manifesto pubblicato a Marsiglia e adottato al termine del congresso dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) chiusosi il 10 settembre scorso, gli oltre 5700 delegati hanno lanciato un grido di allarme. Per arginare la perdita di biodiversità, l’IUCN chiama i suoi membri a lottare per giungere all’adozione di protocollo mondiale “efficace e innovativo” in occasione del grande incontro che si aprirà a Kunming in Cina nella primavera del 2022.

In quella riunione i Capi di Stato del mondo definiranno il programma per i prossimi dieci anni, che dovrebbe giungere a rallentare la sparizione delle specie e il degrado della biodiversità.

I membri dell’IUCN si sono impegnati a sostenere l’obiettivo di proteggere e di conservare in modo efficace almeno il 30% delle terre e dei mari da qui fino al 2030, ponendo l’accento sui siti più importanti per la biodiversità. Questo progetto ambizioso è incoraggiato dalla Francia e dalla Costa Rica e sostenuto da oltre settanta Paesi.

Tuttavia le are protette non saranno sufficienti per restaurare gli ecosistemi. Perciò occorrerà agire “radicalmente” e ragionare sulle cause che provocano la perdita della biodiversità in tutti i settori, sopprimendo i prodotti inquinanti, eliminando la pesca selvaggia, riducendo la deforestazione e riducendo della metà i modelli di consumo e di produzione attraverso la trasformazione del sistema alimentare.

A poche settimane della COP26 prevista dal 1 al 12 novembre a Glasgow in Scozia, i membri dell’IUCN non hanno smesso di ricordare l’importanza fondamentale dei legami tra le crisi climatiche e la scomparsa della biodiversità. Affermano l’urgenza di ridurre la crescita economica legata all’utilizzo dei combustibili fossili e di tagliare ogni investimento internazionale che mira a sostenere queste fonti di energia.

Northern beaches, Hawaii

Dopo lunghe discussioni, i membri hanno anche adottato una proposta che mira a creare in seno all’IUCN una nuova commissione consacrata alla crisi climatica. “Siamo i cittadini di una piccola isola, Vi supplichiamo di creare una commissione che affronti i nostri problemi” ha detto il delegato delle Hawaii. Gli altri delegati hanno convenuto, dichiarando che è fondamentale la collaborazione tra gli esperti del clima e quelli della biodiversità.

Di fronte alla pandemia provocata dal Covid-19, il congresso spera in un rilancio “basato sulla natura”. Mentre somme gigantesche di denaro pubblico saranno spese in tutto il mondo, l’organizzazione chiede espressamente che “Nessun investimento contribuisca a deteriorare ulteriormente gli ecosistemi e che almeno il 10% dei finanziamenti sia destinato all’ambiente.

La questione dei finanziamenti è cruciale quando sappiamo che meno dello 0,2% del PIL mondiale è consacrato alla protezione del pianeta”.

In totale al termine del convegno, 137 raccomandazioni centrate su un’ampia gamma di argomenti sono state votate e accolte. Molte di loro mirano a proteggere l’oceano, ponendo fine all’inquinamento legato alla platica da qui al 2030, rafforzando la protezione dei grandi mammiferi marini e stabilendo una moratoria sullo sfruttamento dei fondi oceanici.

Le foreste primarie e mature d’Europa dovranno essere cartografate per finalmente essere protette in modo rigoroso; la deforestazione deve essere scoraggiata attraverso la messa in opera di tasse sul legname di importazione (in particolare dalla foresta amazonica); gli impatti devastanti dell’industria mineraria debbono essere ridotti.

Se le raccomandazioni e risoluzioni votate a Marsiglia non sono cogenti, gli attori della protezione dell’ambiente intendono farsi forti di questi testi adottati ad ampia maggioranza per interpellare i Governi e le imprese.

“Di fronte agli impegni presi gli Stati saranno finalmente costretti a rispettarli” è stato il grido corale dei 5700 delegato riuniti a Marsiglia, gente che ha capito che il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo.