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FOCUS
Migliorano le condizioni dell’ozonosfera
 

Report delle Nazioni Unite sullo strato gassoso protettore del Pianeta

 
 
 

Dagli anni 70 del secolo scorso si discute del buco dell’ozono e dei pericoli che da esso scaturiscono. L’ozono è un gas serra che ricopre ...

 
 

 

mercoledì 18 gennaio 2023

 

 

Dagli anni 70 del secolo scorso si discute del buco dell’ozono e dei pericoli che da esso scaturiscono. L’ozono è un gas serra che ricopre la stratosfera e ha un doppio ruolo cruciale per la vita sulla terra: quello di proteggerla dalle radiazioni ultraviolette emanate dal Sole e creare un effetto serra benefico, che aiuta a riscaldarla. L’inquinamento prodotto dalle industrie e dall’attività umana ha provocato un assottigliamento dello strato di ozono, poiché le sostanze inquinanti appena vanno a contatto con i raggi ultravioletti si degradano e rilasciano in atmosfera atomi di cloro e di bromo, responsabili del danneggiamento dello strato di ozono, ossia buco dell’ozono. Per anni, scienziati e esperti ci hanno avvisati sul pericolo e gli scenari apocalittici che l’eccessivo assottigliamento del prezioso gas serra potrebbe provocare. Ma da qualche giorno è arrivata una notizia positiva da un’équipe di scienziati del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences alla University of Colorado: il buco dell’ozono sui cieli dell’Antartide si sta chiudendo si sta chiudendo.

Impegni internazionali per salvaguardare l’ozonosfera

Questo dato positivo lo dobbiamo al protocollo di Montreal stilato alla fine degli anni 80 del secolo scorso. Un accordo internazionale volto a ridurre la produzione e l’uso delle sostanze nocive allo strato di ozono, come i gas CFC o clorofluorocarburi. Ogni anno i membri si riuniscono in uno dei Paesi aderenti per valutare la validità e l’efficacia del Protocollo stesso, ed eventualmente apportare delle modifiche al fine di mantenerne valida l’efficienza. Inoltre nel 1990 è stato istituito il Fondo Multilaterale Ozono per aiutare i Paesi in via di sviluppo a conformarsi agli impegni di eliminazione delle ODS, ovvero sostanze dannose per l’ozono. Il Fondo ha erogato finanziamenti per 3.2 miliardi di dollari per circa 7000 progetti. Nel 2016, 197 Paesi si sono riuniti per approvare l’Emendamento di Kigali, all’interno del protocollo di Montreal, che ha portato all’attuazione di ferree manovre per ridurre le emissioni degli idrofluorocarburi HFC, potenti gas serra, usati nei condizionatori e frigoriferi come refrigeranti. Questi sono in grado di incanalare un quantitativo di calore fino a 15 mila volte superiore rispetto all’anidride carbonica e responsabili dei cambiamenti climatici.

Dati incoraggianti sulla salute dell’ozono

Un recente rapporto delle Nazioni Unite ha confermato la graduale eliminazione di quasi il 99% delle sostanze responsabili dell’assottigliarsi dello strato di ozono. Infatti, il buco nello strato di ozono si sta riducendo a un ritmo tale che consentirà il ritorno, nel 2040, ai livelli del 1980. Nello specifico si ipotizza la chiusura del buco nel 2066 sopra l’Antartide, entro il 2045 sopra l’Artico e nel 2040 per il resto del mondo.

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite ha confermato la graduale eliminazione di quasi il 99% delle sostanze responsabili dell’assottigliarsi dello strato di ozono