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FOCUS
Lo sfruttamento senza limiti della sabbia
 

Rapporto delle Nazioni Unite lancia l'allarme

 
 
 

Circa 50 miliardi di tonnellate all’anno: il consumo della sabbia supera quello di tutte le altre risorse solide sul Pianeta. “E’ l’equivalente di un muro ...

 
 

 

mercoledì 22 giugno 2022

 

 

Circa 50 miliardi di tonnellate all’anno: il consumo della sabbia supera quello di tutte le altre risorse solide sul Pianeta.

“E’ l’equivalente di un muro di 27 metri di altezza e di 27 metri di larghezza che potrebbe fare il giro della Terra, oppure una media di 18 kg a persona in un anno”, spiega il professor Peduzzi, direttore della rete Global Resource Information Database (GRID), uno dei centri di ricerca del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (PNUE).

Questo ricercatore ha coordinato diversi rapporti dedicati ai granulati (sabbia, ghiaia e rocce frantumate). L’ultimo, pubblicato martedì 26 aprile, si sofferma sull’urgenza di monitorare lo sfruttamento di un materiale onnipresente ma molto poco regolamentato.

“La sabbia è tra gli eroi sconosciuti del nostro sviluppo”, afferma Sheila Aggarwal-Khan, direttrice della Divisione Economia del PNUE.

Infatti questo materiale è ovunque, nell’asfalto, nel vetro, nell’elettronica, e così via. E’ a buon mercato, polivalente, semplice da trovare attingendo dall’ambiente, ma non immediatamente rinnovabile.

Inoltre ne serve sempre di più, per costruire nuove strade, porti, città, dighe; trainato dalla crescita demografica ed economica, il consumo della sabbia è triplicato negli ultimi venti anni.

“Soddisfare una domanda crescente di sabbia senza superare i limiti che il rispetto dell’ambiente ci impone rappresenta una importante sfida di sostenibilità”, avverte l’equipe del PNUE-GRID, con sede a Ginevra.

Gli autori dello studio insistono sulla necessità di trattare questo materiale apparentemente banale come una “risorsa strategica che contribuisce all’equilibrio dell’ecosistema”. Invocano delle regole chiare che disciplinino una situazione al momento poco definita.

Infatti l’assenza della certezza del diritto internazionale favorisce situazioni dannose tanto per l’ambiente quanto per molte popolazioni.

Nell’Andhra Pradesh, nel sud-est dell’India, i diritti di sfruttamento della sabbia sono stati attribuiti, a partire dal 2014, sotto il controllo di una cooperativa di sviluppo, a donne che vivono sotto la soglia di povertà.

Ma le lavoratrici non hanno ottenuto una adeguata formazione né sono state protette dai gruppi politici contrari a questa iniziativa.

“Gli abitanti di un villaggio di pescatori in Giamaica mi hanno raccontato che una sera, delle persone erano venute armate e con dei camion avevano letteralmente preso la spiaggia, in una sola notte”, testimonia Peduzzi.

Gli esperti riferiscono di altre storie di sfruttamento sconsiderato della sabbia, ad esempio in Sri Lanka, dove gli elefanti cadono nelle buche causate da queste incivili pratiche e dove i mutamenti ambientali favoriscono gli attacchi dei coccodrilli agli uomini.

In molte zone del Pianeta il saccheggio incontrollato della sabbia ha creato siccità, anomalie nel suolo, danni alla biodiversità marina e terrestre, erosione delle coste.

Sarà necessario limitare l’utilizzo della sabbia, come affermano gli autori del rapporto, investendo sempre più sulle costruzioni in legno, in paglia e in terra, oltre ad effettuare un massiccio riciclo dei granulati già impiegati.

Insieme alla certezza del diritto, questa è la soluzione per sfuggire a l’ennesima catastrofe ambientale.

Soddisfare una domanda crescente di sabbia senza superare i limiti che il rispetto dell’ambiente ci impone rappresenta una decisiva sfida di sostenibilità