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FOCUS
Le Ferrovie dello Stato accelerano sui binari della transizione ecologica
 

Le risorse del PNRR opportunità da non perdere

 
 
 

Sono quasi diciassettemila i chilometri di linee ferroviarie gestite dalle Ferrovie dello Stato, ma quasi 5000 di questi non sono ancora elettrificati ed emettono CO2 ...

 
 

 

mercoledì 9 febbraio 2022

 

 

Sono quasi diciassettemila i chilometri di linee ferroviarie gestite dalle Ferrovie dello Stato, ma quasi 5000 di questi non sono ancora elettrificati ed emettono CO2 e altre emissioni climalteranti in atmosfera. Parliamo di circa il 30% della rete ferroviaria italiana che quindi non è in linea con la transizione energetica dei trasporti, in chiave sostenibile, cui mira il sistema Paese. Se poi si aggiungono i quasi 1300 treni passeggeri e merci che utilizzano ancora il diesel, come combustibile, è facile constatare come l’obiettivo emissioni “0” sia ancora lontano.

Il sistema dei trasporti su ferro, oggi rappresenta un assett strategico per il sistema della mobilità e tutto il settore della logistica in Italia. Le opportunità rappresentate dal PNRR, in tal senso, e una vision più in linea con le esigenze green del settore della mobilità ferroviaria hanno portato FS ad accelerare il suo impegno per la transizione verde. Parliamo infatti di più di 20 miliardi di euro, quelli assicurati dal Recovery Plan, che la società vuole impiegare per realizzare, entro il 2026, una nuova infrastruttura ferroviaria e per implementare accessibilità e digitalizzazione.

Le risorse del PNRR permettono infatti di proseguire su una strada, quella a emissioni “0”, già avviata e che ha visto le Ferrovie dello Stato impegnare nel 2020, 10 miliardi di euro nella transizione ecologica della società. Il Recovery Plan prevede ora che 2,4 miliardi siano destinati a elettrificare 1800 chilometri di rete, di cui 573 nel Mezzogiorno, con evidenti ricadute sul potenziale sviluppo del sud Italia e della sua economia in primis. Se i programmi verranno rispettati, entro il 2026, l’85% della rete sarà elettrificata, ma anche più smart e green, e in linea con quelli che sono gli obiettivi europei.

Le Ferrovie dello Stato infatti sono chiamate a investire, da qui al 2026, ben 4 miliardi solo per mettere in servizio nuovi treni, anche regionali, di ultima generazione a zero emissioni climalteranti in atmosfera. Si tratta di convogli green ed ecosostenibili, composti per il 97% di materiale riciclabile e in grado di assicurare un taglio dei consumi di energia del 30% rispetto ai treni che andranno a rimpiazzare, oramai datati e non più in linea con le direttive europee.

Come accennato il rinnovamento delle infrastrutture e dei convogli rappresenta solo una parte del programma di sviluppo di FS. L’altra riguarda la “rivisitazione” delle stazioni ferroviarie, anche e soprattutto del meridione più datate rispetto a quelle del centro – nord, in ottica smart e friendly, attraverso un design inclusivo e senza barriere, per renderle più sicure, piacevoli e meglio calate e connesse con l’ambiente circostante. Che potranno contare inoltre, su un sistema di interconnessione con il trasporto pubblico locale per rispondere sempre meglio alle esigenze dei viaggiatori ma anche della comunità.

Il piano di sviluppo non dimentica anche la manutenzione dei treni. Sono infatti 60 i milioni stanziati per 20 delle 56 officine targate FS che, entro i prossimi 3 anni saranno sede di altrettanti impianti di fotovoltaico, solare, energia geotermica e mini eolico per garantire la loro alimentazione green. Per complessivi 13 megawatt di picco di potenza, pari al 40% del fabbisogno totale di energia per la manutenzione dei treni. Per avere un’idea, quanto il consumo di un Comune di 20.000 abitanti.

Il percorso, secondo il management di FS, è sfidante e necessario per portare il sistema ferroviario italiano ai vertici in Europa, grazie allo sviluppo sinergico di vari assett strategici che permetteranno al nostro Paese di poter contare su infrastrutture più moderne e sostenibili, anche dal punto di vista energetico e vettori in grado di non generare emissioni di CO2, con evidenti e positivi ritorni in termini di efficienza energetica per l’intero comparto e sostenibilità ambientale.

La centralità che, anche in Europa, viene data al trasporto su ferro, per uno sviluppo sinergico del sistema della mobilità continentale, dimostra come il treno viva, oggi, una nuova giovinezza. Che lo ha portato a superare quella fase che lo vedeva trascurato e dimenticato a favore di trasporti più veloci e attraenti, come aerei e automobili. A comprova il 2021 è stato proclamato dall’Unione Europea, Anno europeo delle ferrovie.

Le Ferrovie dello Stato infatti sono chiamate a investire, da qui al 2026, ben 4 miliardi solo per mettere in servizio nuovi treni