FOCUS
La rivoluzione dei green jobs
Tutela ambientale, sostenibilità economica e il nuovo mercato del lavoro
Più di tre milioni in Italia, il 15% degli occupati complessivi, con quasi 500.000 imprese, fra i settori industriali e quelli dei servizi, rilevate negli ...
mercoledì 30 giugno 2021
Più di tre milioni in Italia, il 15% degli occupati complessivi, con quasi 500.000 imprese, fra i settori industriali e quelli dei servizi, rilevate negli ultimi 5 anni, nel periodo compreso fra il 2016 e il 2020. Sono questi i numeri, in costante crescita, relativi ai green jobs e alle professioni in qualche modo legate alla transizione ecologica in Italia, elencati da GreenItaly 2020, il report annuale stilato da Symbola e Unioncamere.
La strada appare segnata e la recente presentazione del PNRR da parte del Governo Italiano, presso la sede di Cinecittà a Roma, al presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen conferma come l’Esecutivo Draghi consideri la sostenibilità della nostra economia, e coloro i quali la rendono operativa sul campo, uno strumento strategico per la ripresa e il rilancio del sistema Paese.
La stessa Von der Leyen già nel 2019, aveva anticipato le direttive dello European Green Deal finalizzato a rendere l’Europa il primo continente a “impatto 0” entro il 2050, partendo proprio dal lavoro. Gli analisti internazionali oggi, confermano che nel 2026, anno di conclusione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, l’”onda verde” contribuirà a un incremento del PIL pari a un +3,6% e allo sviluppo dei green jobs quale leva della Terza Rivoluzione Industriale.
In quest’ottica infatti la sostenibilità assicura quella resilienza e competitività che rappresentano proprio la ricetta per uscire, con slancio, dalla crisi economica. I risultati potenziali sono sotto gli occhi di tutti. Lo scenario mondiale infatti conferma le aspettative di coloro i quali credono nella transizione green come chiave di volta delle nostre economie con le percentuali su scala globale a ribadire il trend in atto anche nel nostro Paese.
Secondo il Rapporto 2020 di IRENA (International Renewable Energy Agency) oggi si contano nel mondo 11,5 milioni di lavoratori green, mezzo milione in più rispetto al 2018, ma se la tendenza in atto sarà confermata, e tutti gli indicatori fanno pensare di sì, l’apporto della sostenibilità sui nostri sistemi economici è destinata ad aumentare. Siamo solo all’inizio!
Il Global Renewables Outlook 2020 sempre di IRENA scommette sulla transizione ecologica e ipotizza un incremento del 35% nei prossimi 10 anni dei green jobs, con il settore delle energie rinnovabili chiamato a generare, sono le stime più attuali, più di 40 milioni di posti di lavoro entro il 2050. E la previsione non conta l’apporto degli altri settori produttivi!
Gli analisti di settore sono concordi nel considerare, in tal senso, la crisi economica seguita a quella sanitaria e il Next Generation EU, un’occasione epocale per l’Europa con l’affermazione dei paradigmi della tutela ambientale e della sostenibilità economica, a fare da contorno e a modificare il modo stesso di percepire il sistema economico e di business, in Italia e nel mondo.
Per modificare il corso del nostro sviluppo, ora non più sostenibile, per la società e l’ambiente.
Mariya Gabriel, Commissario per l’innovazione della Commissione Europea ha recentemente dichiarato che il nuovo concetto di industria non poteva arrivare in un momento migliore. Molte realtà economiche europee devono reinventarsi e adattarsi alla nuova realtà. L’adozione delle tecnologie digitali e verdi saranno funzionali per rendere i luoghi di lavoro più inclusivi, costruire catene di fornitura più resistenti e adottare modi di produzione più sostenibili.
È l’industria 5.0!
Le prospettive dal punto di vista occupazionale, considerate nella loro complessità, sono allettanti ma per cogliere appieno le opportunità della transizione green, e più in generale della politica europea, è indispensabile una programmazione in capo a ogni Stato membro, capace di agevolare la trasformazione del sistema economico in ottica sostenibile. L’Italia è chiamata a fare la sua parte.
Anche perché la tendenza dei mercati è segnata e la consapevolezza che l’economia basata sui combustibili fossili abbia fatto il suo tempo, è oramai una certezza.
L’occasione è ghiotta considerando anche le ingenti risorse messe a disposizione dal Recovery Fund in questa prospettiva