© pino ninfa-L’albero della noce brasiliana pur senza ecosistema è sopravvissuto agli incendi attivati per trasformare la foresta in terreno da pascolo- Cobijca Bolivia
 

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FOCUS
La noce dell’ Amazzonia: dal cibo all’energia
 

La forza e la bellezza della natura nelle immagini di Pino Ninfa

 
 
 

L’Amazzonia è la più grande foresta tropicale ininterrotta al mondo con il più esteso sistema di acque dolci e regola l’equilibrio di tutta la biosfera. Qui cresce il ...

 
 

 

mercoledì 24 marzo 2021

 

 

L’Amazzonia è la più grande foresta tropicale ininterrotta al mondo con il più esteso sistema di acque dolci e regola l’equilibrio di tutta la biosfera. Qui cresce il Noce del Brasile, albero speciale che incarna la capacità della natura di provvedere e fornire all’uomo tutto quanto di cui avrebbe bisogno. E di come, invece, a volte, l’uomo con politiche miopi e interessi a breve termine invece di valorizzare la Natura, la colpisce duramente al cuore.

Pino Ninfa, fotografo attivo da oltre 10 anni nella salvaguardia della foresta amazzonica, insieme al Cesvi, organizzazione non governativa impegnata in tutto il mondo con progetti di lotta alla povertà e di sviluppo sostenibile, offre con queste immagini una poetica testimonianza di questo albero “sacro” e della vita che ruota intorno a esso.

“Il Noce – racconta – è un protagonista silenzioso che scandisce il ritmo della vita nella foresta. Albero affascinante e millenario, in grado di raccontarci la storia delle comunità native Ese ‘Eja, residenti nell’area al confine tra Perù, Brasile e Bolivia, che il Cesvi sostiene dal 1989. La castana, detta anche noce amazzonica, è una fonte di reddito di primaria importanza per queste comunità. Ed è anche, inaspettatamente, una fonte di energia: i gusci, separati dal frutto con un lavoro meticoloso, vengono accumulati e poi frantumati con una tecnologia capace di riconvertirli in energia sostenibile, come per la centrale di Cobija in Bolivia”.

Presso la centrale di Tahuamanu, infatti, dal 2012 si produce energia dalla noce. “Il 30% del guscio viene utilizzato per generare vapore in una caldaia mentre il restante 70% è immagazzinato in un luogo separato dall’impianto per una varietà di applicazioni” ha affermato il direttore generale del settore, Raúl Álvarez. A questo proposito, il presidente dell’Associazione nazionale dell’industria della ‘castañera’, René Fong, ha affermato che la Tahuamanu è l’unica azienda del paese che cresce nell’autoproduzione di energia elettrica.

Oltre alla produzione di energia, la Castana è cibo per le popolazioni locali, fonte di reddito per le comunità indigene ma soprattutto è garante della biodiversità amazzonica. Il suo albero, infatti, con i suoi quasi 60 mt di altezza, sporge oltre la volta della foresta e ospita tra le sue chiome numerosi animali come i pipistrelli frugivori, le aquile arpie, le scimmie urlatrici e le are giacinto.

Il suo frutto è una capsula legnosa, simile a una noce di cocco, al cui interno vi sono tra i 12 e i 20 semi, le noci vere e proprie. La noce contiene quasi il 20% di proteine, è ricca di fosforo, potassio, vitamina B, oltre a zinco e selenio e viene utilizzato a scopo curativo dalle comunità locali. E’ il più prezioso Prodotto Non Legnoso (NTFP) di tutto il Sudamerica.

La noce del Brasile è insieme a gomma naturale, açaí e oli vegetali, uno dei 5 prodotti più importanti della foresta amazzonica, ma solo raramente questo frutto così sostenibile riesce ad entrare in una filiera economicamente solida e stabile. Nella raccolta delle noci sono coinvolti piccoli nuclei familiari indigeni che da millenni utilizzano sostenibilmente questi alberi. Ma gli scarsi guadagni delle comunità indigene e la mancanza di un reddito sicuro, rendono la trasformazione delle foreste in pascoli e coltivazioni intensive sempre più appetibile.

“Il Castano” rientra nell’elenco delle specie minacciate di estinzione ed è dunque vietato abbatterlo, sebbene gli incendi che radono al suolo l’Amazzonia, stiano mettendo a dura prova la sua sopravvivenza. Commoventi, nella loro solitudine, le immagini degli alberi, che si ergono come obelischi funebri, sulla terra bruciata. Questo legno, infatti, ha la particolare caratteristica, di non bruciare completamente. L’albero sulla terra bruciata stà come un ultimo baluardo in grado di resistere alla feroce deforestazione. “Le aree forestali vengano distrutte con il fuoco – prosegue Ninfa – da chi, per ragioni economiche, ha necessità di ricavarne terreno coltivabile. La foresta disboscata riesce peró a dare prodotti commestibili solo per due o tre anni, dopodichè le stesse terre finiscono per diventare desertiche, innescando un meccanismo perverso che vede di anno in anno eliminate ettari ed ettari di foresta pluviale.”

Le immagini di Ninfa affrontano i temi della conservazione della foresta amazzonica e della sostenibilità ambientale, visti attraverso gli occhi delle popolazioni autoctone delle province di Tambopata (Puerto Maldonado) e del Manu (Salvaciòn), utilizzando la potenza evocativa delle immagini per richiamare la società civile alla riflessione sul delicato equilibrio fra natura e agire umano.

Commoventi, nella loro solitudine, le immagini degli alberi, che si ergono come obelischi funebri, sulla terra bruciata