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FOCUS
La centrale nucleare di Bill Gates
 

Finanziato un reattore sperimentale al sodio

 
 
 

Quattro miliardi di euro stanziati per la sua costruzione, una vita stimata in circa 60 anni e una produzione energetica calcolata in 345 MW, incrementabili ...

 
 

 

mercoledì 1 dicembre 2021

 

 

Quattro miliardi di euro stanziati per la sua costruzione, una vita stimata in circa 60 anni e una produzione energetica calcolata in 345 MW, incrementabili a 500. Sono questi i numeri della nuova centrale nucleare targata Bill Gates finalizzata a produrre energia pulita, sostenibile e sicura.

Il magnate statunitense, già fondatore di Microsoft, cambia pelle e dall’informatica passa alla produzione energetica con la sua TerraPower. La Società fondata nel 2006 con sede a Bellevue, insieme a GE Hitachi Nuclear Energy, vuole infatti incentivare un futuro energetico sostenibile attraverso la costruzione di un reattore nucleare sperimentale – vedrà la luce nel 2028 – che sfrutta l’innovativa tecnologia Netrium.

La nuova frontiera della ricerca, con Netrium, porta con sé una serie di innovazioni capaci di aprire una nuova pagina nella storia del nucleare civile. Le componenti non nucleari saranno alloggiate in una struttura separata e permetteranno la semplificazione dell’architettura progettuale. Ma non solo: gran parte dei componenti saranno costruiti in maniera standardizzata, consentendo costi contenuti.

Parliamo di un reattore al sodio, dal costo più che competitivo considerata la portata del progetto, combinato con un sistema di accumulo di energia a sali fusi in grado di generare elettricità immediatamente o per essere contenuta in riserve di stoccaggio termico per ore. Che avrà inoltre il pregio di integrarsi nelle reti elettriche, con un’elevata penetrazione di energie rinnovabili.

Il sito che ospiterà l’ultima “creazione” di Gates è già stato individuato. Parliamo della piccola città di Kemmerer, nel Wyoming. La location, tra le Montagne Rocciose, non è casuale ma ha un forte valore simbolico visto che oggi ospita la centrale a carbone di Naughton, che sarà definitivamente chiusa nel 2025. Una sorta di passaggio di “consegne energetico”.

I motivi che hanno spinto verso la piccola cittadina statunitense sono tecniche, sociali e geologiche, fra cui la scarsa sismicità dell’area. Ma un ruolo di primo piano lo ha avuto la cittadinanza di Kemmerer che ha accettato lo sviluppo del reattore sul proprio territorio. Il fattore non è di poco conto se si considera la reticenza di molte comunità ad accettare installazioni di questo tipo.

Il cambio di rotta, sostenibile e più in linea con le esigenze ambientali attuali, riporta comunque agli onori della cronaca la “questione nucleare”, ma si propone di rompere col passato e con le temute centrali a fissione che tanto hanno fatto discutere, fra promotori e contrari, dopo le catastrofi di Chernobyl e successivamente Fukushima.

Lo stesso Bill Gates è convinto che, considerata la crescente domanda di sostenibilità e quindi della produzione di energia priva di emissioni di carbonio chiesta dai governi, e ribadita anche nella recente COP 26 di Glasgow, e dall’opinione pubblica, l’energia nucleare avanzata possa fornire un’alternativa strategica e prioritaria per la transizione ecologica. E questo perchè:

  • la costruzione e l’architettura del reattore è semplificata rispetto agli impianti precedenti;
  • apporta miglioramenti significativi nei costi operativi;
  • offre una tecnologia flessibile e competitiva che supporta applicazioni di load following, accumulo di energia e calore di processo industriale;
  • fornisce una soluzione di decarbonizzazione su larga scala che può avere un impatto significativo sugli sforzi per mitigare il cambiamento climatico.

Il progetto è finanziato dal 2020 dall’Advanced Reactor Demonstration Program del Dipartimento dell’Energia statunitense, che nell’ottobre scorso ha stanziato a TerraPower 80 milioni di dollari per dimostrare la fattibilità della tecnologia Netrium.

Il cambio di rotta, sostenibile e più in linea con le esigenze ambientali attuali, riporta comunque agli onori della cronaca la “questione nucleare”