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FOCUS
J-PAL e la lotta alla povertà nel mondo
 

L'importanza dei dati reali per la definizione di soluzioni concrete

 
 
 

Element+ ha recentemente avuto la fortuna di intervistare Ana Tabacaru, una ricercatrice del Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab ( J-PAL ), organizzazione non governativa ...

 
 

 

giovedì 21 gennaio 2021

 

 

Element+ ha recentemente avuto la fortuna di intervistare Ana Tabacaru, una ricercatrice del Abdul Latif Jameel Poverty Action Lab ( J-PAL ), organizzazione non governativa nata nel 2003 presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) ad opera dei professori Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Sendhil Mullainathan.

JPAL è una rete che raccoglie centinaia di professori e ricercatori in vari paesi del mondo con il comune obiettivo di combattere la povertà, basandosi sulle evidenze empiriche tratte dalle valutazioni randomizzate (tipiche nel campo medico) sul territorio.

In due decenni questo approccio sperimentale ha trasformato l’economia dello sviluppo in un fiorente campo di ricerca e gli importanti risultati conseguiti, hanno portato Banerjee e Duflo, insieme all’economista di Harvard Kremer a ricevere, nel 2019, il Premio Nobel per l’economia.

L’approccio innovativo, prende le distanze dai classici approcci economici alla povertà, abbandona ogni preconcetto e ideologia per buttarsi nella vita reale e scoprire quali sono le piccole cose che fanno la differenza nella vita delle persone che vivono in povertà. 

Si scopre così che spesso piccoli interventi cost-effective producono benefici economici assai maggiori di grandi politiche di sussidiarietà che restano distanti dai problemi quotidiani reali delle persone. Piccoli cambiamenti nel quotidiano che impattano sulla qualità della vita reale.

“Un radicale cambiamento di prospettiva – si legge ne “L’economia dei poveri”, libro in cui Duflo e Banerjee spiegano il loro lavoro – dalle risposte universali alle soluzioni puntuali.”

Durante l’intervista, Ana Tabacaru ha riportato vari esempi di intervento di J-PAL nell’ambito “Ambiente, energia e cambiamento climatico”.

Ha spiegato come studi condotti negli Stati Uniti e in Germania hanno dimostrato che fornire informazioni circa i consumi idrici e energetici dei vicini di casa sia uno strumento di persuasione estremamente efficace e cost-effective. A fronte del limitato costo sostenuto dai Governi, infatti,  i dati registrano importanti contrazioni dei consumi energetici e conseguente riduzione di CO2.

Negli stessi paesi, non altrettanto efficace si è rivelata la politica di sussidi per l’efficienza energetica residenziale . I dati del “mondo reale”- come JPAL sottolinea – hanno messo in evidenza come, a fronte di ingenti erogazioni economiche governative, l’impatto sui risparmi energetici e di emissione di CO2 sia poco significativa.

Il ruolo di JPAL, spiega ancora Ana, è quello di analizzare le politiche governative in ambito energetico, studiandone le ricadute ed indicando quali azioni intraprendere per raggiungere gli obiettivi. 

Come in Kenya, ad esempio: qui i ricercatori hanno condotto una valutazione randomizzata per misurare l’impatto dei sussidi governativi per la connessione delle campagne alla rete elettrica. I dati hanno dimostrato che lo sforzo economico governativo non portava ai risultati sperati ma anzi, la richiesta di connessione alla rete elettrica induceva maggiore povertà nelle famiglie. Infatti, l’alto costo di connessione, i costi di fornitura aggiuntivi, i diffusi problemi di credito e gli ostacoli burocratici, uniti alle scarse prestazioni dell’utenza elettrica, sostanzialmente contribuivano a un impoverimento economico del nucleo familiare con conseguente ridotta richiesta di allaccio alla rete. Da qui, la necessità di riconsiderare la politica governativa nell’ottica di un aiuto più efficace per la popolazione.

In India, nello stato del Gujarat, una ricerca sul campo, ha dimostrato che rendere gli auditor ambientali dei grandi impianti, indipendenti e, in aggiunta, incentivarli economicamente sulla base dell’accuratezza dei report effettuati, è lo strumento più efficace per la riduzione di CO2. Vi è, infatti, un diretto collegamento tra la precisione dei dati sulle emissioni prodotte e le relative azioni intraprese per la riduzione di CO2.

In Europa, J-PAL ha sede presso la Paris School of Economics e in collaborazione con il governo francese, nell’ambito dell’educazione scolastica, ha condotto una ricerca contro l’abbandono scolastico. I dati hanno evidenziato come il diretto coinvolgimento genitoriale nell’istruzione scolastica dei figli, porti al miglioramento del rendimento scolastico dei ragazzi con conseguente riduzione del tasso di abbandono.  Da qui l’avvio, nel 2015, di un programma, presso tutte le scuole pubbliche francesi, per il coinvolgimento dei genitori alla vita didattica.

Anche in Italia in collaborazione con il MIUR è stata condotta un’importante studio, in collaborazione con la Bocconi di Milano, in ambito educativo per ridurre il gap formativo tra italiani e migranti. Il programma ha evidenziato come le basse aspettative nutrite dagli insegnanti nei confronti degli studenti immigrati inneschino una spirale per cui il ragazzo già svantaggiato, perdendo ulteriore sicurezza, non aspiri a studi di istruzione superiore. Grazie alla ricerca condotta da J-PAL, il MIUR ha adottato un nuovo programma formativo, al termine del quale i dati hanno evidenziato un sensibile aumento di ragazzi immigrati iscritti a scuole tecniche superiori e licei.

Gli studi – si legge in “L’economia dei poveri” – sono accomunati da un elevato rigore scientifico, dalla disponibilità ad accettare il verdetto dei dati e da un’enfasi sulle questioni concrete e specifiche rilevanti per la vita dei poveri. 

Sul sito web che accompagna il libro, www.pooreconomics.com, sono riportati i link agli studi condotti, con servizi fotografici e i dati raccolti.

“Spesso le politiche falliscono – spiegano Banerjee e Duflo  – e gli aiuti non hanno gli effetti che potrebbero a causa dell’ideologia, dell’ignoranza e dell’inerzia ( le tre “i”) degli esperti, degli operatori umanitari o delle autorità politiche locali. Migliorare il mondo è possibile – forse non oggi ma in un futuro alla portata di mano – ma se non perseveriamo nella pigrizia mentale”:

“Un radicale cambiamento di prospettiva, dalle risposte universali alle soluzioni puntuali”