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FOCUS
Idrogeno verde e aviazione civile, dati e scenari che aprono al futuro green
 

Rolls - Royce e Easy Jet, avviati i test per il primo propulsore a zero emissioni

 
 
 

È del 3,5% la percentuale di CO2 che, sul totale delle emissioni climalteranti generate dalle attività antropiche in un anno, viene attribuita all’aviazione civile. Circa ...

 
 

 

mercoledì 7 dicembre 2022

 

 

È del 3,5% la percentuale di CO2 che, sul totale delle emissioni climalteranti generate dalle attività antropiche in un anno, viene attribuita all’aviazione civile. Circa 1 Gt CO2 generata che corrisponde alla quantità di gas serra emessa da un Paese industrializzato come la Germania o l’Italia. I motori a combustione emettono infatti 3,15 Kg di CO2 per ogni Kg di cherosene bruciato con una quota di carbonio che resta in atmosfera per 50 – 100 anni. I dati sono dello studio “The contribution of global aviation to anthropogenic climate forcing for 2000 to 2018”, pubblicato su Atmospheric Environment da un team della Manchester Metropolitan University.

I risultati, secondo i ricercatori inglesi, non sono incoraggianti anche se va ricordato che la CO2 generata dall’aviazione civile, se consideriamo il rapporto passeggero/emissioni nel corso degli ultimi 30 anni, è in lieve calo. A causa soprattutto della maggior densità di passeggeri per aeromobile e agli sviluppi tecnologici nel settore dei propulsori.

Il rovescio della medaglia è dato però dalla domanda di viaggi in aereo che, dal 2015 al 2020, è cresciuta con un trend in aumento. Il risultato è evidente: nonostante le innovazioni tecnologiche nella produzione e utilizzo di aerei più moderni e spaziosi, l’incremento della richiesta, ha causato un aumento delle emissioni di CO2 pari al 34% nel periodo compreso fra il 2015 e il 2020.

Gli studiosi credono quindi che la transizione energetica dell’aviazione civile, rappresenta oggi una priorità strategica nell’ottica emissioni “0” al 2050, prevista nel Green Deal europeo. Anche se non mancano gli esperimenti di aeromobili capaci di volare ad alta quota con la sola energia solare, come il prototipo Solar Impulse 2 realizzato al Politecnico di Losanna, pensare a vettori di grandi dimensioni per il trasporto di persone, muniti di pannelli solari, per ora non è realistico.

Il ricorso all’idrogeno verde è invece, oggi, una delle soluzioni più fattibili per decarbonizzare un settore in grado, sul medio – lungo periodo, di avere un impatto determinante nel cammino verso la transizione energetica. La soluzione è concreta e vantaggiosa non solo per la creazione di motori a zero emissioni, ma anche per l’intera filiera di attività che ruotano intorno a un hub aeroportuale.

Per quanto riguarda invece i servizi a bordo, l’utilizzo di idrogeno è in grado di alimentare i sistemi di volo e di comunicazione nella cabina di pilotaggio, ma anche l’illuminazione, il riscaldamento e la refrigerazione all’interno del vettore. Oltre ai propulsori stessi.

L’unico limite, oggi, è la scarsa densità energetica di questo carburante green che, nel caso di tragitti più lunghi, chiamerebbe a un intero re – design degli aerei per fare spazio a serbatoi più grandi, con tempi più lunghi, investimenti enormi e più margini di incertezza sugli esiti finali.

La nuova era dell’aviazione appare ora più vicina. Rolls – Royce e Easy Jet hanno, recentemente, annunciato la conclusione del primo test a terra con un prototipo di motore, alimentato a idrogeno verde e completamente sostenibile perché ottenuto grazie a energia eolica, e delle maree generato nell’impianto di Eday, sulle isole Orkney, per aerei commerciali.

Il test si è svolto in un impianto di prova di proprietà del Ministero della Difesa britannico presso Boscombe Down. I risultati sono stati tanto incoraggianti da far pensare a una seconda fase di sperimentazione che, in un’ottica di medio – lungo periodo, potrebbe portare all’avvio dei primi voli di linea. Gli esperti delle due società hanno parlato di potenziale svolta del settore. A conferma le due compagnie interessate parlano di un passo importante per dimostrare che l’idrogeno può divenire il carburante per un’aviazione del futuro a zero emissioni di carbonio.

Uno studio della Mission Possible Partnership – MPP stima una cifra pari a 175 miliardi di dollari l’anno, di investimenti in nuovi carburanti più sostenibili a livello ambientale, per arrivare a un trasporto aereo a zero emissioni climalteranti in atmosfera.

L’incremento della richiesta, ha causato un aumento delle emissioni di CO2 pari al 34%, nel periodo compreso fra il 2015 e il 2020