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FOCUS
I danni causati dall’inquinamento acustico marino
 

Necessarie normative internazionali vincolanti

 
 
 

Sono molte le attività che producono rumore in mare, dal traffico navale ai sonar e alle ricerche sismiche, andando come noto a interferire con i ...

 
 

 

mercoledì 30 marzo 2022

 

 

Sono molte le attività che producono rumore in mare, dal traffico navale ai sonar e alle ricerche sismiche, andando come noto a interferire con i sistemi di comunicazione dei cetacei.

In realtà il rumore causa il disorientamento non solo delle balene, ma anche di una gran fetta della popolazione ittica mondiale, come afferma un recente studio pubblicato sulla rivista Science.

Ci sono prove evidenti che il rumore compromette le capacità uditive degli animali marini ed è causa di cambiamenti fisiologici e comportamentali, mentre si sta ancora approfondendo la sua correlazione con la mortalità ittica.

Gli animali marini si possono relativamente adattare alle onde sonore antropiche in vari modi, ad esempio le balene imparano a evitare le principali rotte di navigazione e i banchi di pesce riescono ad allontanarsi dal frastuono di una imbarcazione che si avvicina.

Ma ci sono casi in cui ci si può spostare troppo lentamente, pur captando il pericolo, e un esempio è quello del cetriolo marino.

La qualità della vita in mare ha un ruolo fondamentale per la pescosità, quindi per la nostra economia e alimentazione, ed è riconosciuta come essenziale per gli equilibri dell’intera biosfera, perché gli oceani e i mari, oltre a coprire il 70% della superficie terrestre, sono un regolatore del clima globale.

Tutti i danni provocati dalle attività umane, compresi quelli causati dall’inquinamento acustico, contribuiscono a impedire la stabilità del rapporto tra anidride carbonica e ossigeno in atmosfera.

Con un ambiente marino sempre più sfruttato, trovare delle contromisure all’inquinamento acustico sarà ancora più imprescindibile in futuro.

Si sta già iniziando a intervenire per rallentare la velocità delle navi cargo e modificarne la rotta, evitando le aree sensibili.

Non solo, si stanno studiando nuove tecnologie per ridurre al minimo il frastuono causato dall’estrazione di minerali in acque profonde.

Normative e raccomandazioni molto variabili da un Paese all’altro prevedono di valutare quanto rumore sarà prodotto da una determinata attività e il suo impatto ambientale, per poi predisporre sistemi di mitigazione, che possono essere cambiamenti tecnologici o di approccio (come per esempio avvitare invece di piantare un palo).

Gli scienziati sottolineano da tempo la necessità di convenzioni internazionali vincolanti, per un approccio unitario che renda l’ecosistema marino più sano e ospitale per la fauna che lo popola.

Ci sono prove evidenti che il rumore compromette le capacità uditive degli animali marini ed è causa di cambiamenti fisiologici e comportamentali