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FOCUS
Ucraina, si prevedono danni ambientali per anni
 

Sostanze chimiche e petrolio alla base della crisi ecologica

 
 
 

Le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina riguardano anche l’ecosistema. Secondo il Conflict and Environment Observatory, organizzazione che monitora le conseguenze degli interventi militari per ...

 
 

 

mercoledì 23 marzo 2022

 

 

Le conseguenze della guerra tra Russia e Ucraina riguardano anche l’ecosistema.

Secondo il Conflict and Environment Observatory, organizzazione che monitora le conseguenze degli interventi militari per l’ambiente e le persone,  i danni ambientali e per la salute umana derivati dalla guerra in Ucraina, saranno tangibili per diversi anni dopo il cessate il fuoco.

In Ucraina ci sono ben 15 reattori nucleari, zone che la guerra rende ancora più pericolosi, in un Paese dove l’eco dell’incidente di Cernobyl è ancora presente.

Secondo un report della Banca mondiale, inoltre, in Donbass si contano 900 siti industriali, 40 fabbriche metallurgiche, 177 siti chimici ad alto rischio, 113 siti che usano materiali radioattivi, 248 miniere e 1.230 chilometri di tubature che trasportano gas, petrolio e ammoniaca. Proprio questi tunnel, nel tempo, stanno facendo sprofondare il terreno, liberando sostanze chimiche che rischiano di contaminare le risorse idriche dell’intera regione. Già nel 2016, 55 bacini idrici su 66 erano considerati non potabili e, in tre casi, i livelli di radiazione registrati erano al di là dei limiti di sicurezza. Ora, con la guerra ogni attività di controllo e bonifica è stato interrotto con grande rischio per uomini e animali. 

Il delta del Danubio, infatti, si estende su una superficie di quasi 600 mila ettari e è l’area umida più grande d’Europa. Il suo habitat è composta da una straordinaria biodiversità, perlopiù di uccelli acquatici, come due specie di pellicani, e pesci: in nessun’altra zona europea ne vivono così tante specie. 

Gli incendi, in costante aumento, minacciano preziosi mammiferi, come castori e sciacalli dorati. La vita animale e vegetale dell’Ucraina comprende oltre 70 mila specie e, tra queste, se ne contano quasi 1.400 protette. Ora a rischio maggiore di estinzione.

Ma non solo. Spesso si pensa che siano solo le armi nucleari e chimiche a essere estremamente pericolose e a creare problemi ambientali. Ma lo stesso vale anche per le armi convenzionali. Costruire e sostenere forze militari consuma infatti quantità enormi di carburanti e risorse; dai metalli comuni a terre rare, come ittrio e terbio utilizzati per le armi nei veicoli da combattimento. Veicoli militari, aerei, navi e infrastrutture per addestramenti richiedono energia – e spesso si tratta di petrolio. 

Le armi hanno un alto costo ambientale per la produzione, lo stoccaggio, il trasporto e lo smaltimento. E’ risaputo, inoltre, che spesso vengono eliminate mediante combustione a cielo aperto o detonazione e che grandi quantità di munizioni in eccedenza vengono scaricate in mare.

A ciò si aggiungono pesanti ricadute in termini scientifici. E’ stata infatti bloccata la missione nelle terre Artiche (di cui la Russia ne rappresenta circa la metà) condotta da un consorzio globale di scienziati, al fine di studiare e monitorare il permafrost, per comprendere come sta cambiando il clima.

Dopo la foresta amazzonica, l’Artico è il più grande deposito mondiale di carbonio che si trova nelle profondità dei ghiacci e che ora, a causa del riscaldamento, rischia di essere rilasciato. Il permafrost, terreno perennemente ghiacciato tipico delle regioni fredde, immagazzina circa il 50% del carbonio nel mondo.

La missione scientifica puntava alla misurazione delle quantità di COche vengono assorbite e rilasciate dai ghiacci nell’arco di periodi specifici. Le previsioni parlano di estati senza ghiaccio nelle zone artiche a partire dal 2035 e il blocco forzato della spedizione scientifica consuma tempo utile alle rilevazioni, esponendo a conseguenze tutto il globo.

I danni ambientali e per la salute umana derivati dalla guerra in Ucraina, saranno tangibili per diversi anni dopo il cessate il fuoco.