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Cinema sostenibile
 

Our planet, la serie tv che celebra le meraviglie del Pianeta

 
 
 

“Appena 50 anni fa ci siamo avventurati sulla luna. Per la primissima volta abbiamo guardato dall’alto il nostro Pianeta…” così inizia il documentario inglese realizzato, ...

 
 

 

mercoledì 21 aprile 2021

 

 

“Appena 50 anni fa ci siamo avventurati sulla luna. Per la primissima volta abbiamo guardato dall’alto il nostro Pianeta…” così inizia il documentario inglese realizzato, nel 2019 su natura ed ecologia, dal regista Alastair Fothergill e prodotto dalla Silverback Films, in collaborazione con il WWF. Una serie divisa in otto episodi per celebrare le meraviglie naturali, rimaste sul Pianeta, da preservare per assicurare prosperità e salute alla natura e all’umanità. Visibile sulla piattaforma Netflix, è suddiviso in 8 episodi della durata di circa 50 minuti ciascuno, nei quali il famoso naturalista e divulgatore scientifico David Attenborugh racconta gli ecosistemi del nostro Pianeta, in che modo questi stiano risentendo del cambiamento climatico. 

Il primo episodio, “Un pianeta” riassume gli argomenti trattati nelle altre sette puntate, partendo dalla costruzione dei primi insediamenti umani, quando il mondo terracqueo era così ricco di vita e cibo da consentire lo sviluppo della civiltà umana. L’attenzione di Attenborugh si sposta sugli ultimi 50 anni, definito come periodo deleterio per le specie in natura, diminuite del 60%. Sostiene che per la prima volta nella storia umana la stabilità della natura è ad alto rischio, ma solo il nostro aiuto potrà preservarla. Mai come oggi è importante conoscere il mondo naturale per poterlo aiutare. Nell’episodio “Mondi congelati” l’attenzione viene posta sullo scioglimento dei ghiacciai, negli ultimi 40 anni, ridotti del 40%, sottolineando, che se la situazione non dovesse cambiare, l’Artide durante il periodo estivo potrebbe restare privo di ghiaccio, determinando l’estinzione di interi ecosistemi. La puntata “Giungle” porta le telecamere tra le foreste pluviali e la moltitudine di specie, tanto diverse tra loro e non ancora completamente classificate, che la popolano. Inoltre si pone l’accento sul ruolo vitale di questi territori che occupano il 7% della terra e sulle minacce, come il bracconaggio e la deforestazione, a cui questa preziosa porzione di territorio è sottoposta. In “Acque costiere” il focus è sul ciclo alimentare dei pesci e l’importanza delle acque superficiali nei cambiamenti climatici, in quanto un’area coperta da alghe marine riesce ad assorbire una quantità di anidride carbonica 35 volte superiore a quella assorbita da una identica superficie, per estensione, di foresta pluviale. L’episodio “Dai deserti alle praterie” illustra le vite degli animali nelle distese di deserto e praterie e le difficili sfide che la scarsità delle piogge li sta sottoponendo. Per poi soffermarsi sugli irregolari cicli di fioriture, che ostacolano la dimora prolungata di tanti animali. In “Mare aperto” si possono seguire i percorsi di delfini, balene, tonni e i loro cicli alimentari, evidenziando la decrescente quantità di tante specie marine. Inoltre viene spiegata l’importanza degli Oceani e del fitoplancton per la sopravvivenza della vita sulla Terra. Il documentario termina con gli episodi “Acqua Dolce” e “Foreste” in cui si affronta la crescente scarsa reperibilità di acqua dolce e il fondamentale ruolo delle foreste, ormai sempre più vessate dall’attività umana.

 

il famoso naturalista e divulgatore scientifico David Attenborugh racconta gli ecosistemi del nostro Pianeta, in che modo questi stiano risentendo del cambiamento climatico.