Mandrill, Mandrillus sphinx, sitting on tree branch in dark tropical forest. Animal in nature habitat, in forest. Detail portrait of monkey from central Africa, forest in Gabon.
 

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AMBIENTE E ENERGIA
Virus, difendere la natura per impedire il salto di specie
 

Strategie per prevenire le pandemie

 
 
 

Il costo delle malattie derivanti dal passaggio di virus dalle specie animali all’uomo è di gran lunga superiore al costo necessario per prevenire la diffusione ...

 
 

 

lunedì 14 febbraio 2022

 

 

Il costo delle malattie derivanti dal passaggio di virus dalle specie animali all’uomo è di gran lunga superiore al costo necessario per prevenire la diffusione delle pandemie. Ogni anno in media più di 3 milioni di persone muoiono a causa di malattie zoonotiche, cioè quelle malattie che vengono trasmesse dalle specie animali agli esseri umani. 

La crescente diminuzione delle foreste e di altri habitat naturali, una volta irraggiungibili per l’uomo, ha provocato una maggiore facilità di contatto tra umani e fauna selvatica, con il conseguente aumento di rischi di “spillover”, ossia di passaggio di virus dal mondo animale a quello umano. Intervenire a tutela della natura avrebbe un costo circa 20 miliardi di dollari all’anno, pari al solo 10% del danno economico annuale causato dalle zoonosi e al 5% del valore delle vite perse.

Molti scienziati criticano l’approccio diffuso a livello mondiale da parte dei governi che contrastano i virus solo ad infezione già avvenuta piuttosto che concentrarsi sulla prevenzione, affrontando i problemi alla radice. “Questa premessa è una delle più grandi follie dei tempi moderni”, ha affermato il professor Aaron Bernstein, del Center for Climate, Health and the Global Environment dell’Università di Harvard. 

È noto che la fauna selvatica ospita un gran numero di virus e le epidemie stanno aumentando in frequenza e gravità. Il problema, spiega Bernstein, dovrebbe essere affrontato su tre direttrici: identificare i virus della fauna selvatica ed evidenziare i punti di maggior pericolo nel mondo, applicare maggiori controlli sulla caccia e sul commercio di fauna selvatica e ridurre la deforestazione. L’inazione porta danni irreparabili e tutelare gli ambienti naturali è l’unica salvezza per sfuggire a “un’era di pandemie” .

La nostra salvezza costa poco perchè la prevenzione è molto più economica delle cure, dice Bernstein. “Se il Covid-19 ci ha insegnato qualcosa, è che non possiamo assolutamente fare affidamento sulle strategie post-spillover per proteggerci. Spendere cinque centesimi al giorno potrebbe aiutare a prevenire il prossimo tsunami di vite perse a causa delle pandemie, impedendo all’ondata di emergere, invece di pagare trilioni per raccogliere i pezzi”. Purtroppo però la gestione delle pandemia spesso è in mano a organizzazioni mediche che agiscono poco a livello ambientale, anche perchè questo tipo di prevenzione è per loro poco remunerativa.

L’analisi, pubblicata su Science Advances, utilizza un linguaggio duro, insolito per una rivista scientifica. “Per difenderci da future pandemia gli approcci governativi si orientano a politiche di ‘rilevamento e contenimento delle minacce zoonotiche emergenti’. Ciò parte dal presupposto che l’azione è sempre successiva alla diffusione della pandemia. Non siamo d’accordo. L’azione deve essere preventiva.”

La ricerca ha analizzato ogni virus zoonotico comparso nell’ultimo secolo e noto per aver ucciso più di 10 persone, tra questi: l’influenza spagnola, ripetuti focolai di influenza aviaria, il virus Marburg, la febbre di Lassa, l’Ebola, HIV, Nipah, West Nile, Sars, Chikungunya, Zika e il Covid19.

I ricercatori hanno calcolato i decessi medi annuali e i costi economici scaturiti dalla diffusione di questi virus e li hanno confrontati con il costo dell’azione necessaria a prevenire lo spillover. I dati hanno dimostrato che un intervento anche minimo a tutela della natura avrebbe vantaggi economici enormi. Neil Vora, esperto di epidemie del Conservation International, dichiara: “Sfortunatamente, l’approccio dominante in fatto di salute pubblica ha storicamente trascurato questioni come quella di porre fine alla deforestazione. Ciò riflette una propensione verso risultati tangibili e immediatamente misurabili in caso di pandemia, come il numero di vaccini somministrati. Si tralasciano, così, approcci che richiedono un orizzonte temporale più lungo prima che i benefici si realizzino. Molti di questi benefici lontani sarebbero d’altronde incalcolabili poiché il loro obiettivo è che una pandemia non si verifichi affatto”.

La sicurezza sanitaria globale necessita di approcci sistemici per prevedere, prevenire, identificare e rilevare l’emergere di agenti patogeni con potenziale pandemico, perché come Stuart Pimm, coautore della nuova analisi, ricorda: “Le pandemie non sono un problema che andrà via. La popolazione umana mondiale sta aumentando e sta diventando molto più urbanizzata. Sarà sempre più difficile e il rischio sarà sempre maggiore”.

Intervenire a tutela della natura avrebbe un costo circa 20 miliardi di dollari all’anno, pari al solo 10% del danno economico annuale causato dalle zoonosi e al 5% del valore delle vite perse.