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AMBIENTE E ENERGIA
Verso un trasporto aereo sostenibile
 

I carburanti del domani derivano da sole e aria

 
 
 

Un miliardo di tonnellate di CO2 emesse, con una contribuzione al global warming stimata in un 2% di emissioni di anidride carbonica in atmosfera su ...

 
 

 

lunedì 20 dicembre 2021

 

 

Un miliardo di tonnellate di CO2 emesse, con una contribuzione al global warming stimata in un 2% di emissioni di anidride carbonica in atmosfera su base annua a livello mondiale. Ma anche 285 grammi di CO2 per ogni passeggero per ogni Km percorso. Per avere un’idea, un’automobile ne produce appena 42 per passeggero per Km. Sono i numeri delle emissioni climalteranti che l’Agenzia Europea per l’Ambiente imputa al trasporto aereo. La rivoluzione sul sistema dei trasporti collettivi oggi più inquinante potrebbe però essere alle porte.

I ricercatori del Politecnico federale di Zurigo, diretti dal Professor Aldo Steinfeld, promettono infatti di rivoluzionare la produzione degli avio – carburanti necessari a movimentare i giganti dei cieli, in chiave sostenibile. Secondo gli studiosi del centro di ricerca elvetico sarebbe possibile produrre dei combustibili sintetici, quindi alternativi a quelli fossili, per la mobilità aerea di merci e persone, partendo proprio dall’aria e dal sole.

La piccola e sperimentale mini – raffineria, creata sul tetto del Centro di ricerca della capitale svizzera, ha prodotto le prime gocce di metanolo, questo il nome dell’innovativo combustibile, attraverso un piccolo impianto costituito da tre componenti. Il primo, deputato e estrarre acqua e anidride carbonica dall’aria, il secondo finalizzato a trasformare i due ingredienti in una miscela di monossido di carbonio e idrogeno (Syngas) e l’ultimo che permette la conversione dello stesso Syngas in idrocarburi liquidi o metanolo.

Le prime rilevazioni mostrano che la mini raffineria sperimentale è in grado di operare anche con una radiazione solare intermittente, e che alle condizioni attuali, può arrivare a produrre 32 millilitri di metanolo in sette ore. Dopo aver dimostrato la fattibilità tecnica di questo processo produttivo, i ricercatori sono passati allo step successivo.

Ovvero quello finalizzato a soddisfare la richiesta globale di cherosene per il trasporto aereo. Secondo i ricercatori elvetici servirebbero impianti di produzione di un’ampiezza tale da occupare 45.000 chilometri quadrati (pari allo 0,5% della superficie del Sahara) oltre ovviamente a grandi investimenti economici. 

L’esperimento, per ora fattibile solo in quantità molto ridotte, è stato comunque pubblicato su Nature, e potrebbe aprire, in un futuro non molto lontano, la strada a una produzione di idrocarburi a zero emissioni di carbonio e permettere l’avvio della fase 2.0 del trasporto aereo. Sono in molti a chiedersi se questo sarà davvero possibile.

I ricercatori diretti dal Professor Steinfeld, promettono di rivoluzionare la produzione degli avio – carburanti