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AMBIENTE E ENERGIA
Una nuova consapevolezza salverà gli oceani
 

L’oceanografa Sylvia Earle prevede una svolta per i prossimi dieci anni

 
 
 

I prossimi dieci anni saranno decisivi per le sorti degli Oceani, possiamo arrestarne il declino ma per ottenere risultati tangibili, sarà importante agire con determinazione, ...

 
 

 

lunedì 5 luglio 2021

 

 

I prossimi dieci anni saranno decisivi per le sorti degli Oceani, possiamo arrestarne il declino ma per ottenere risultati tangibili, sarà importante agire con determinazione, collaborare per la protezione delle aree marine e smettere di mangiare tonno – è quanto dichiara l’oceanografa e esploratrici degli abissi Sylvia Earle.

Nata nel 1935 negli Stati Uniti orientali, Earle ha studiato in Florida e all’Università di Harvard. Pioniera dei viaggi negli abissi, scienziata di National Geographic e al fianco di Rolex dal 1982, la regina delle immersioni negli ultimi anni sta portando avanti la sua Mission Blue, un’iniziativa globale che, supportata dal progetto Rolex Perpetual Planet, mira a individuare le zone oceaniche da proteggere e difendere dalla sovrapesca, gli effetti del cambiamento climatico, l’inquinamento e le predazioni dell’uomo. Insignita dal Time Magazine del titolo di “Hero for the Planet “ nel 1998, quest’anno è apparsa nel film Seaspiracy.

“E’ un momento di straordinaria rilevanza per la storia dell’umanità, poiché finalmente tutti abbiamo acquisito consapevolezza rispetto allo stato delle cose – spiega la Regina degli Abissi, anche nota come “Sua Profondità”. Earle è stata tra le prime a immergersi dove nessuno era sceso prima – follemente innamorata degli oceani e dei suoi abitanti – e è stata la prima donna a ricoprire il ruolo di Responsabile della National Oceanic and Atmospheric Administration degli Stati Uniti. 

Bobbiamo passare dalla consapevolezza all’azione. Penuria di pesci, inquinamento da plastica e agenti chimici, nonché l’acidificazione delle acque a seguito delle emissioni continue di co2 sono il risultato di anni di sfruttamento incontrollato da parte dell’uomo. “ Prendiamo atto della situazione in cui ci ritroviamo. Il campanello d’allarme è già suonato e l’esperienza della pandemia da Covid -19 ne è stata un forte eco. Oggi, più che mai, è giunto il momento di rispettare le leggi della natura e accettare il fatto che stiamo causando la nostra stessa miseria”, ha dichiarato. Serve un cambio di modello di consumo, abbandonando gli eccessi che hanno caratterizzato gli ultimi decenni della storia umana, dobbiamo tornare alla natura per apprezzarla in sé e non per trattarla come merce da cui trarre profitto. “Mi chiedo, ad esempio, esiste davvero qualcuno al mondo che ha la reale necessità di mangiar tonno?”. La pesca del tonno non nasce nell’antichità ma è frutto del lusso moderno che nasce agli inizi del XX secolo. Oggi rappresenta una delle maggiori entrate della pesca industriale e alcune specie stanno scomparendo. 

Earle si è espressa a favore dell’azione dei Governi affinché venga protetta almeno il 30% degli oceani entro il 2030, obiettivo a cui hanno aderito decine di paesi e affinchè ci sia lo Stop alla pesca industriale di queste specie.

“La pesca in alto mare è mossa dagli interessi economici di una manciata di nazioni ma le ripercussioni le paga il mondo intero. Un grande argomento da affrontare oggi è la legalità della pesca ittica industriale”.

Earle ha affermato che gli incontri internazionali di quest’anno sulla biodiversità, gli oceani e il clima fanno del 2021 un “anno di fondamentale importanza”. Come già avvenuto di recente al G7 in Cornovaglia,dove l’ambiente e gli oceani sono stati argomenti di primo piano nell’agenda politica.

Al momento è impegnata in una nuova serie televisiva del National Geographic che racconta le gesta di attivisti e delle numerose persone che ogni giorno combattono a difesa gli oceani: Perpetual Planet: Heroes of the Oceans. “Sono entusiasta e piena di energia. Stiamo assistendo al passaggio dal declino alla ripresa e alla prosperità. Una grande svolta è alla nostra portata. Possiamo farlo, anzi, dobbiamo farlo”, ha detto. “I dinosauri non avevano scelta, ma noi sì”.