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SOCIETÀ
Un milione di alberi abbandonati: il fallimento del progetto One Milion Trees a Dubai
 

Costosi progetti immobiliari prendono il posto del vivaio ideato contro la desertificazione

 
 
 

Nel 2010, lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Dubai, lancia l’iniziativa One Million Trees ...

 
 

 

giovedì 2 settembre 2021

 

 

Nel 2010, lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e sovrano di Dubai, lancia l’iniziativa One Million Trees con l’obiettivo di aumentare le aree verdi di Dubai attraverso l’imboschimento. Progetto nobile per contrastare il processo di desertificazione in atto e, contemporaneamente, rendere la città più bella e vivibile.

Vivaio. Aprile 2017

Il progetto prevedeva la creazione di un vivaio su un terreno fornito dall’Accademia di polizia di Dubai, dove i giovani alberi potessero crescere fino alla maturità, per essere poi trapiantati. Al suo apice, il vivaio si estendeva su oltre 130.000 metri quadrati, irrigati con acque reflue riciclate e impianto di dissalazione. La terra, un tempo vuota, ospitava più di 30 specie di alberi scelti per resistere all’ambiente desertico, tra cui boschetti di ulivi, palme e ghaf, l’albero nazionale degli Emirati Arabi Uniti.

Ma l’iniziativa One Million Trees, purtroppo, è sopravvissuta per meno di un decennio. Nel 2016, infatti, è stato annunciata la creazione sullo stesso terreno di un mega progetto “Jumeirah Central”, una città multiuso di 4,1 metri quadrati dal valore di 14 miliardi di sterline. La proprietà legale del terreno è stata trasferita dall’accademia di polizia alla Dubai Holding, di proprietà dello sceicco Mohammed. Green Land, la società che gestiva il vivaio, ha evidenziato i rischi di un trasferimento prematuro del vivaio, insistendo sul fatto che sarebbero serviti altri tre anni di crescita. La controversia tra Green Land e la holding non ha portato negli anni ad alcun accordo proficuo, nel frattempo però acqua e elettricità furono tagliati e nessun albero venne trasferito.

Palme nel 2016 e nel 2018 – Fotografia di Hamza Nazzal

Dopo un paio di anni, gli alberi erano quasi del tutto morti. Una visita di esperti al vivaio, nel marzo 2018, riportava che alcuni alberi erano stati danneggiati a causa della mancanza di acqua. Il rapporto ha contato un totale di 599.338 alberi illesi rimasti sul sito, meno della metà di quelli inizialmente piantati. Nel dicembre 2020 quasi l’80% erano morti. “Avevo un milione di alberi di cui mi prendevo cura. Tutto ciò di cui avevano bisogno, ero lì per darglielo”, ha detto il caposquadra di Green Land in una intervista rilasciata al The Guardian “Ho pianto quando ho visto gli alberi. Ormai è tutto andato». “Un vero e proprio crimine ambientale” lo definisce il fondatore di Green Land, Hamza Nazzal. “Qui non stiamo parlando di edifici. Questi sono alberi che devono essere curati e mantenuti”.

I paesi del Golfo, compresi gli Emirati Arabi Uniti, sono tra i paesi al mondo con le più alte emissioni di carbonio, produzione di rifiuti e consumo di acqua. 

Il governo ha annunciato piani per proteggere Dubai dalla crisi climatica, anche attraverso una strategia per l’energia pulita, che mira a rendere Dubai per il 75% dipendente dalle energie rinnovabili entro il 2050 e a ridurre il consumo di acqua ed energia del 30% entro il 2030. A maggio, il Gli Emirati Arabi Uniti si sono proposti di ospitare il vertice annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici nel 2023. Eppure un milione di alberelli sono stati piantati e lasciati morire. Intanto la desertificazione avanza e i centri commerciali sono sempre più maestosi.