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AMBIENTE E ENERGIA
UK, ok all’eolico offshore: piano da 25 miliardi
 

Quattro blocchi dovrebbero essere assegnati nei prossimi anni, per accelerare la transizione energetica

 
 
 

Mentre la Germania si prepara a lanciare un mega-piano d’investimenti sull’economia verde, e l’Italia (nel suo piccolo, a vedere le cifre) da un’impronta green alla ...

 
 

 

martedì 9 febbraio 2021

 

 

Mentre la Germania si prepara a lanciare un mega-piano d’investimenti sull’economia verde, e l’Italia (nel suo piccolo, a vedere le cifre) da un’impronta green alla prossima manovra finanziaria con il Decreto Ambiente, il Regno Unito riapre il capitolo dell’eolico offshore. E lo fa in grande stile, pronta ad aprire un’asta per movimentare qualcosa come 25 miliardi di euro di investimenti.

Il piano, spiega Bloomberg, prevede di concedere le acque perché i titolari dei progetti possano installare turbine che forniscano almeno 7 gigawatt di elettricità aggiuntiva alla rete della Regina. Il passo è certo grande, ma rispetto agli obiettivi complessivi è ancora solo un piccolo pezzo. Londra spinge sia per ridurre le emissioni – nello sforzo che viene richiesto a livello planetario da tutti i dati sul climate change – sia per rimpiazzare i suoi impianti a carbone e nucleare, che secondo le disposizioni devono andare in soffitta nel giro dei prossimi anni. Secondo le stime del governo, dovrebbero servire oltre 110 miliardi di investimenti per aggiornare le reti elettriche.

I blocchi in concessione dovrebbero esser quattro. A favore dei papabili contraenti, e dei loro ingegneri, il fatto che prevedono fondali a meno di 60 metri di profondità. La previsione è che si arrivi agli affidamenti dei blocchi nel 2021. A giocare dalla parte degli interessati, ragiona l’agenzia finanziaria, il fatto che i costi per sviluppare le turbine eoliche offshore siano precipitati negli ultimi anni, con la crescente attenzione da parte delle utility a questa tecnologia. Oggi, rispetto al 2010 quando si tennero le ultime assegnazioni, gli impianti sono molto più grandi e molto meno costosi, con la diretta conseguenza di esser finanziariamente molto più sostenibili.