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SOCIETÀ
Più legno e meno alberi abbattutti
 

La nuova frontiera dei biomateriali

 
 
 

“Se vuoi un tavolo, dovresti semplicemente far crescere un tavolo” dichiara Luis Fernando Velásquez-García, uno degli scienziati dei Microsystems Technology Laboratories del MIT ( Massachussets ...

 
 

 

mercoledì 17 marzo 2021

 

 

“Se vuoi un tavolo, dovresti semplicemente far crescere un tavolo” dichiara Luis Fernando Velásquez-García, uno degli scienziati dei Microsystems Technology Laboratories del MIT ( Massachussets Institute of Technology ) che insieme a un gruppo di ricercatori sta studiando il modo di creare in laboratorio tessuti vegetali come il legno. La strada da percorrere è lunga ma il potenziale che se ne scorge è enorme, se si pensa che la produzione di legno in laboratorio potrebbe evitare l’abbattimento di molti alberi.

Ashley Beckwith, dottoranda in ingegneria al MIT e principale promotrice della ricerca, ha intrapreso questa strada per ridurre le “inefficienze”, come le definisce in gergo ingegneristico, che caratterizzano il settore agricolo.

Alcune, spiega, non sono controllabili come ad esempio gli impatti meteorologici stagionali ma altre sì, come lo spreco dei fertilizzanti che finiscono fuori campo o lo scarto del materiale vegetale inutilizzato proveniente dalle piante abbattute.  “Mi sono chiesta: come essere più strategici sui risultati finali? Come aumentare il rendimento dei nostri sforzi? “ – dichiara la Beckwith – “Volevo trovare un modo più efficiente per utilizzare la terra e le risorse, in modo che più aree coltivabili possano rimanere selvagge o garantire una produzione inferiore ma che consenta una maggiore alternanza e biodiversità”.

Da qui, la scelta di produrre piante in laboratorio, senza uso di terra né di luce, a partire dalle cellule estratte dalle foglie di Zinnia. Successivamente le cellule, coltivate in terreni di coltura, vengono collocate in uno “stampo” dove si ”sintonizzano” con gli ormoni, per produrre il tessuto desiderato, in questo caso la lignina che sarebbe il polimero che rende il legno solido.

Beckwith esamina la composizione cellulare e la struttura del prodotto finale utilizzando la microscopia a fluorescenza. “E’ possibile osservare quali cellule stanno diventando lignificate e misurare l’allargamento e l’allungamento delle cellule.”

Le cellule vegetali possono essere utilizzate in processi di produzione controllati da cui si ottiene un materiale ottimizzato per uno scopo particolare, per questo i biomateriali possono alleggerire la pressione su alcuni settori come la silvicultura, con conseguenti benefici ambientali.

Anche il mondo della moda è strettamente coinvolto in questa nuova fase di ricerca. Lo scorso anno, infatti, è stato messo in commercio un maglione molto particolare; a farlo un’azienda produttrice di abbigliamento con sede in Giappone che ha venduto alcuni maglioni realizzati per il 30% da fibre prodotte con batteri geneticamente modificati in laboratorio.

La strada da percorrere è tracciata anche se ancora lunga. Il documento con i risultati della ricerca sarà pubblicato prossimamente sul Journal of Cleaner Production, rivista internazionale e transdisciplinare incentrata sulla ricerca e la pratica a favore della sostenibilità.

Volevo trovare un modo più efficiente per utilizzare la terra e le risorse, in modo che più aree coltivabili possano rimanere selvagge o garantire una produzione inferiore ma che consenta una maggiore alternanza e biodiversità