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CULTURA
Parole fluttuanti nel “cyberspazio”
 

Considerazioni sull'origine e l'evoluzione della scrittura

 
 
 

Molte epoche e molte civiltà culturalmente complesse si sono interrogate sull’inventore o sull’invenzione della scrittura. E’ noto che spesso, almeno fino al secolo XIX, è ...

 
 

 

giovedì 1 luglio 2021

 

 

Molte epoche e molte civiltà culturalmente complesse si sono interrogate sull’inventore o sull’invenzione della scrittura.

E’ noto che spesso, almeno fino al secolo XIX, è stata riproposta la tesi che considerava addirittura Adamo l’inventore della scrittura, in base a una interpretazione di Genesi 2, 19-20 secondo la quale l’imposizione dei nomi agli esseri viventi, da parte di Adamo, avrebbe implicato una registrazione scritta.

Inoltre già nell’antichità non mancano le tradizioni che riferiscono l’invenzione della scrittura a personaggi del mito: una tradizione greca riferita da Diodoro Siculo l’attribuisce, seppur in modo indiretto, al cantore Lino; ancora nel II secolo d.C. Tertulliano riporta una notizia secondo la quale l’invenzione della scrittura risalirebbe a Saturno.

Approccio più scientifico, seppur sbagliato, ebbe Lucrezio nel De rerum natura, infatti il poeta colloca l’invenzione della scrittura in tempi relativamente recenti, poco prima dei poemi epici; ma quello che più importa notare del pensiero di Lucrezio è il concetto secondo cui la scrittura arriva in un momento in cui la civiltà umana si è già sviluppata, potremmo dire modernamente nel passaggio dalla preistoria alla storia.

Ma se invece di guardare all’indietro, ci soffermiamo sui nostri tempi, ci accorgiamo che la scrittura ha avuto nell’ultimo secolo un’estensione quasi incredibile.

Ormai si scrive in maniera pressochè indefinita, sotto la spinta delle nuove tecnologie, e questo porta ad agganciarsi a una considerazione del linguista Tullio De Mauro, che spiega come “il lessico di una lingua di cultura ha dimensioni sterminate, e sterminato è anche il lessico più in uso… se ci divertiamo a prendere due parole consecutive in un qualunque grande dizionario, e poi attraverso Google richiamiamo ciò che è successivo nell’ordine alfabetico, troviamo a volte, prima di arrivare all’altra parola registrata nel dizionario, decine di parole che non abbiamo sentito e che il dizionario non ha registrato… parole in uso in decine e persino in centinaia di siti in rete”.

Questo ragionamento ci fa riflettere sulla differenza tra scrittura reale e scrittura virtuale, anzi, come si dice oggi, “liquida”.

Nel 2006 è nato Twitter, la cui definizione all’inizio rispondeva a “una breve raffica di informazioni irrilevanti” e un “cinguettio di uccelli”, ma è opportuno notare come dopo non molti anni il suo uso sia completamente cambiato, con la cronaca e la politica nazionale e internazionale che sembrano non poterne fare a meno.

E l’applicazione gira non tanto o non solo sui calcolatori ufficiali dei Ministeri, bensì sugli smartphones di Presidenti, Ministri, personalità istituzionali di ogni rango, trasmettendo decisioni che fino a pochi anni fa sarebbero state scritte in verbali ufficiali.

Così non è azzardato ritenere che molte informazioni e notizie di Twitter verranno registrate negli sterminati archivi digitali che ci riguardano tutti, ma per quanto tempo saranno consultabili?

La classificazione degli archivi renderà possibile una indagine storica accurata, che permetta di distinguere le polemiche politiche personali dalle decisioni di rilievo?

Concludendo, si potrebbe arrivare ad una considerazione paradossale: in un certo senso può apparire più concreta la ricerca sulle scritture dell’antichità, consegnate a supporti apparentemente fragili come l’argilla ma resistenti a un tempo lunghissimo, mentre ciò che è stato scritto appena ieri rischia di perdersi per sempre nel controverso mondo del “cyberspazio”.

Può apparire più concreta la ricerca sulle scritture dell’antichità, consegnate a supporti apparentemente fragili come l’argilla ma resistenti a un tempo lunghissimo, mentre ciò che è stato scritto appena ieri rischia di perdersi per sempre nel controverso mondo del “cyberspazio”