Scaldarsi ecologicamente con mari puliti e oche felici

Settantacinque bottiglie di plastica pescate nel mare diventano 2 kg di soffice e calda imbottitura di poliestere, sufficiente per l’imbottitura di una trapunta matrimoniale. In questo modo il progetto amico degli animali e dell’ambiente, creato da Casahomewer, ripulisce i mari e salva le oche dallo straziante processo di “spennamento”. Il risultato ottenuto è vincente, da un punto di vista ambientale e animalista, ma anche economico e di confort. Infatti i capi costano meno ma danno lo stesso comfort termico.

Con Voyager v4 i percorsi più green “a portata di ruote”

La nota casa svedese produttrice di veicoli per micro mobilità condivisa, i giorni scorsi ha presentato il suo ultimo veicolo ecologico dotato di sensori per il rilevamento di inquinamento acustico, luminoso e atmosferico. In questo modo il conducente potrà scegliere di arrivare a destinazione seguendo un percorso più ecologico suggerito dallo scooter. Tra i nuovi componenti che assicurano una maggiore sicurezza stradale, vi è anche un manubrio con tecnologia antimicrobica che tutela i conducenti dalla diffusione del Covid-19

Vinokilo, vestire fashion al costo di 40 euro al kg

Vinokilo è l’esempio vincente di economia circolare della moda. Iniziativa sorta in Germania cinque anni fa, è diventata uno degli appuntamenti più attesi dagli amanti del vintage e della sostenibilità. Nata in contrapposizione al fast fashion, Vinokilo si occupa di recuperare e rigenerare capi di abbigliamento di alta qualità provenienti da tutto il mondo, prodotti tra gli anni ’60 e ’90, e rivenderli a 40 euro al kilo. Attualmente si possono calcolare 270 tonnellate di vestiti recuperati, ma l’obiettivo è arrivare a oltre 800 tonnellate. Tutti gli indumenti possono essere acquistati sul sito oppure nelle 75 città europee in cui si è ospitato Vinokilo, i prossimi appuntamenti in Italia si terranno a fine febbraio nelle città di Firenze e Bologna.

L’asfalto australiano indosserà la mascherina anticovid

Dal Royal Melbourne Institute of Technology è sorto uno dei primi progetti utili a contrastare l’inquinamento da mascherine anticovid. La quantità massiccia di questi dispositivi minaccia la salute dell’ambiente, e il loro riutilizzo potrebbe rappresentare una valida soluzione al problema. I ricercatori australiani stanno brevettando un nuovo tipo di asfalto composto da mascherine utilizzate e vecchia calcestruzzo, che renderebbero l’asfalto più flessibile e resistente all’usura. I ricercatori ipotizzano la costruzione di un km di strada a due corsie con 3 milioni di mascherine, con un risparmio di 93 tonnellate di rifiuti.