SOCIETÀ
L’ignoranza nemica della questione ambientale
Gli italiani a metà del guado: amano l'ambiente ma non lo conoscono
Tutti noi ci ricordiamo di quando, in anni lontani, guardavamo alla tv un documentario sullo scioglimento dei ghiacci al Polo Sud o un servizio sul ...
giovedì 8 aprile 2021
Tutti noi ci ricordiamo di quando, in anni lontani, guardavamo alla tv un documentario sullo scioglimento dei ghiacci al Polo Sud o un servizio sul pericolo di estinzione delle tigri del Bengala: il sentimento che spesso si provava era di dispiacere sincero ma, allo stesso tempo, di errata consapevolezza che quelle catastrofi fossero appartenenti a un altro mondo, che nulla aveva a spartire con il nostro.
L’inesorabile e progressivo degrado della salute del pianeta ha poi lentamente forgiato nuove consapevolezze nelle nostre coscienze, generando un processo ancora in corso e ben distante dall’essere giunto ad un maturo compimento.
Complici i rinnovati palinsesti delle principali emittenti televisive nazionali e l’avvento prepotente del web, abbiamo iniziato a porci domande sul cibo che mangiamo, sull’inquinamento dei trasporti, sugli allevamenti intensivi, e così via.
Poi è arrivata la pandemia e l’interconnessione esistente tra ogni singolo angolo del mondo, in teoria già chiara, si è palesata in tutta la sua drammaticità: un passaggio di virus tra animale e uomo avvenuto in un remoto villaggio della Cina, ha portato al disastro che tutti stiamo vivendo. In mezzo a tutto questo non dobbiamo neanche ignorare la pressione fatta sull’opinione pubblica dai nuovi movimenti giovanili ecologisti, che con furore e giusta testardaggine stanno condizionando il dibattito internazionale.
In questo quadro in continuo mutamento è giusto domandarsi, prendendo ad esempio gli italiani, quale sia oggi il loro livello di consapevolezza sulla tutela dell’ambiente.
Anzitutto ben l’89% di loro si dice conscio dell’importanza dell’inquinamento ambientale, e il 60% pensa di essere ben informato sulla materia.
Per l’85% degli intervistati difendere l’ambiente è uno dei pilastri di una società moderna, e per l’87% bisognerebbe investire maggiormente in energie rinnovabili; si arriva al 94% quando si parla di essere propensi a che sia l’energia green l’unica che mandi avanti le nostre case.
Potremmo quindi dire, sintetizzando, che i propositi sono ottimi e che la lezione data dal decadimento ambientale e dalle difficoltà della vita di oggi è stata imparata.
Però poi ci sono delle forti incongruenze quando si parla della vita pratica di tutti i giorni e del concreto: un 40% degli intervistati non conosce la categoria energetica della propria abitazione, né tantomeno la provenienza energetica della luce e del gas che consumano.
Ma addirittura si sale al 52% quando ci si riferisce a coloro che non sanno il significato di “carbon footprint”, il parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni di gas serra, causate da un prodotto, un servizio, un’organizzazione, un evento o un individuo ed espresso in tonnellate di CO2 equivalente.
Il cammino verso l’ecosostenibilità è quindi ancora lungo, sono stati percorsi e superati sentieri impervi, ora è necessario attrezzarsi per i tratti più ripidi.
Il cammino verso l’ecosostenibilità è quindi ancora lungo, sono stati percorsi e superati sentieri impervi, ora è necessario attrezzarsi per i tratti più ripidi.