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SOCIETÀ
L’inquinamento marino altera lo sviluppo della fauna ittica
 

Riscaldamento globale e plastica rallentano la crescita dei pesci

 
 
 

Tempi difficili per i pesci che popolano mari e oceani. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che la loro crescita subisce un rallentamento a causa dell’aumento ...

 
 

 

giovedì 3 febbraio 2022

 

 

Tempi difficili per i pesci che popolano mari e oceani. Recenti studi hanno, infatti, dimostrato che la loro crescita subisce un rallentamento a causa dell’aumento della temperatura delle acque e alla presenza di sostanze chimiche derivanti dalla plastica.

Nello specifico, gli scienziati dell’Università di Sydney hanno rilevato che i pesci che vengono a contatto con il Bisfenolo A, comunemente noto come BPA, hanno bisogno di più energia per crescere.

Il Bisfenolo A è una sostanza chimica molto diffusa, impiegata nella produzione delle plastiche in policarbonato (caratterizzate per le proprietà di trasparenza, resistenza termica e meccanica), utilizzate nei recipienti per uso alimentare e nelle resine epossidiche che compongono il rivestimento protettivo interno presente nella maggior parte delle lattine per alimenti e bevande. In campo non alimentare si trova nella carta termica degli scontrini o nei dispositivi odontoiatrici. Il BPA è considerato un interferente endocrino, vale a dire una sostanza in grado di danneggiare la salute alterando l’equilibrio endocrino, soprattutto nella fase dello sviluppo all’interno dell’utero e nella prima infanzia. Può inoltre alterare lo sviluppo dei sistemi riproduttivo, nervoso ed immunitario.

Nonostante ciò, nel mondo ne vengono prodotte milioni di tonnellate ogni anno.

I ricercatori hanno osservato che il pesce zebra una volta entrato a contatto con il BPA, subisce un rallentamento della crescita già a 24°C mentre a 30°C la crescita viene completamente inibita. Il problema è che queste temperature, determinate dal riscaldamento globale, sono oggi molto frequenti per le acque e nel futuro lo saranno ancor di più.

Frank Seebacher, professore di biologia all’Università di Sydney e autore dello studio, ha affermato che la scoperta pone l’accento sull’urgenza di ridurre contestualmente le temperature e i rifiuti da plastica. “La combinazione di alte temperature e BPA blocca la crescita della fauna acquatica. Ciò determina l’aumento del fabbisogno energetico necessario per la crescita dei pesci, ossia quanto cibo dovranno mangiare per produrre una determinata quantità di biomassa. Quindi, per raggiungere la stessa dimensione di pesci che vivono in acque più fresche e meno inquinate, questi pesci in queste acque avranno bisogno di mangiare di più ” afferma, aggiungendo che il problema è maggiore per i pesci di taglia grande. Un problema, inoltre, aggravato dall’attuale intensità con cui viene effettuata la pesca.

In particolare, la riduzione della biomassa ittica risulta essere più critica nel sud-est asiatico, Nord America meridionale e il Sud America settentrionale.

La combinazione di alte temperature e BPA blocca la crescita della fauna acquatica. Ciò determina l’aumento del fabbisogno energetico necessario per la crescita dei pesci, ossia quanto cibo dovranno mangiare per produrre una determinata quantità di biomassa.