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SOCIETÀ
La nuova vita degli apparecchi elettronici
 

Nel rispetto dell'ambiente, il punto della situazione nel nostro Paese

 
 
 

Nella difficile battaglia per un mondo maggiormente ecocompatibile una voce importante è rappresentata dalla questione dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Questi sono ...

 
 

 

lunedì 24 agosto 2020

 

 

Nella difficile battaglia per un mondo maggiormente ecocompatibile una voce importante è rappresentata dalla questione dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche). Questi sono rifiuti consistenti in qualunque apparecchiatura elettrica o elettronica di cui il possessore intenda disfarsi a causa di guasto, di rottura o di obsolescenza. L’abbandono di questi elementi comporta dei problemi, poiché solitamente sono composti di sostanze tossiche e non biodegradabili nell’ambiente. Gli inceneritori o le discariche solo apparentemente sembrano risolvere questi problemi, in quanto non evitano l’inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua incidendo negativamente sulla salute umana. Invece è fondamentale trattare correttamente questi materiali, presso centri adeguatamente attrezzati, come prevedono le leggi vigenti, e destinarli al recupero differenziato dei loro componenti (ferro, rame, acciaio, alluminio, vetro, argento, oro, piombo, mercurio), evitando uno spreco di risorse per la costruzione di nuove apparecchiature, oltre al rispetto della sostenibilità ambientale.

In Italia non tutte le regioni sono ugualmente efficaci nella raccolta dei RAEE, nel 2019 il podio è appannaggio del Nord, con Lombardia, Emilia Romagna e Veneto in evidenza. Al momento in particolare difficoltà risultano Molise e Basilicata. A tracciare il quadro ci pensa il Consorzio Ecodom, che l’anno scorso ha gestito 122.330 tonnellate di RAEE provenienti dai nuclei domestici. Il tasso del riciclo è stato ragguardevole, pari all’89% del peso dei rifiuti gestiti dal Consorzio. Dalle 122 mila tonnellate trattate, Ecodom ha ricavato 70.833 tonnellate di ferro, pari a 202 volte il peso della copertura della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, 2.264 tonnellate di alluminio, cioè equivalenti a 2,7 milioni di caffettiere, 2493 tonnellate di rame, come 27 volte il rivestimento della Statua della Libertà e 13.894 tonnellate di plastica, pari a 38,6 milioni di cestini da ufficio. In tal modo sono stati risparmiati 153.475.338 kWh di energia elettrica, cioè i consumi domestici annui di una città della grandezza di Salerno e si sono evitate le immissioni in atmosfera di 894.408 tonnellate di anidride carbonica, quella che verrebbe assorbita in un anno da un bosco esteso come la provincia di Lecco.