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AMBIENTE E ENERGIA
Il mondo delle utilities cambia pelle
 

Il comparto alle prese con il rilancio del Sistema Italia

 
 
 

L’Agenzia Internazionale dell’energia (IEA) valuta la crisi attuale il più grande shock energetico degli ultimi 70 anni. Anche Utilitalia, Associazione delle Imprese idriche, energetiche e ambientali, ...

 
 

 

martedì 2 marzo 2021

 

 

L’Agenzia Internazionale dell’energia (IEA) valuta la crisi attuale il più grande shock energetico degli ultimi 70 anni. Anche Utilitalia, Associazione delle Imprese idriche, energetiche e ambientali, ritiene che la recessione economica abbia minato la stabilità di un settore strategico per la ripresa del sistema Italia. Le utilities energetiche infatti, un asset solitamente stabile e a bassa esposizione alle turbolenze del mercato, che vanta inoltre, al 2020, un fatturato complessivo pari a 42 miliardi di euro e 130.000 occupati, sono chiamate a una revisione del loro essere sul mercato.

Il calo della domanda energetica che, secondo Deloitte è stata dell’8,4% nei primi sette mesi del 2020 rispetto al 2019 e quello dei fatturati con i ricavi aggregati passati da 193,6 a 173,5 miliardi di euro (-10%) nell’ultimo anno, sono destinati a sminuire l’impatto, sul comparto, della crisi finanziaria del 2008.  

L’affermazione delle energie rinnovabili inoltre, la diminuzione dei costi con il -50% registrato dal PUN (Prezzo Unico Nazionale), il crollo degli oneri generali di sistema, le inadempienze sui pagamenti e la crisi di liquidità, ma anche la digitalizzazione, impongono un cambiamento di tutto il comparto, pena la perdita potenziale di oltre 60 miliardi di euro di ricavi ogni anno entro il 2050.

Ma non solo. La completa liberalizzazione del mercato, di cui si parla da anni ma più volte rinviata, potrebbe divenire realtà dal primo gennaio 2022, e il probabile “credit switch” da un operatore all’altro, potrebbe generare un effetto a cascata e sparigliare ulteriormente le carte. La notizia unitamente all’affermazione delle Comunità Energetiche, dell’autoproduzione in loco e quindi dei prosumer, impone ai fornitori nazionali nuovi paradigmi per operare sul mercato.

Le utilities sono quindi chiamate a una revisione del proprio business, a ottimizzare i loro vincoli patrimoniali e il loro portafoglio investimenti, ma anche ad adottare soluzioni flessibili, innovative e personalizzate più in linea con un contesto in trasformazione. L’obiettivo di una ripresa economica su scala nazionale, può trovare nelle utilities attori di primaria importanza a fronte di una politica di investimenti per assicurare l’operatività dei servizi essenziali e di un cambio di passo che possa garantire la tenuta del sistema economico-industriale.

Questo per superare la fase di transizione che interessa l’Energy market italiano ed europeo, come anche quello mondiale con il countdown verso un nuovo futuro energetico che ha accelerato più velocemente del previsto.

La completa liberalizzazione del mercato, di cui si parla da anni ma più volte rinviata, potrebbe divenire realtà dal primo gennaio 2022