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AMBIENTE E ENERGIA
Iniziata l’era delle estrazioni minerarie dagli abissi marini
 

Business emergente che preoccupa gli ambientalisti

 
 
 

A migliaia di chilometri di profondità, nei fondali dell’Oceano Pacifico, si trovano metalli preziosi e necessari per l’alimentazione della prossima generazione di auto elettriche. Numerose ...

 
 

 

lunedì 9 maggio 2022

 

 

A migliaia di chilometri di profondità, nei fondali dell’Oceano Pacifico, si trovano metalli preziosi e necessari per l’alimentazione della prossima generazione di auto elettriche.

Numerose compagnie minerarie sono in attesa che vengano al più presto delineate a livello mondiale le regole per la gestione delle attività minerarie in acque profonde, nella speranza di iniziare l’estrazione già a luglio 2023.

Molto scettici, anzi critici, invece gli ambientalisti, che mettono in guardia dal toccare questi ecosistemi ancora oggi poco conosciuti dall’uomo. Si stima infatti che circa il 90% delle specie presenti nelle acque profonde sono nuove ai ricercatori e alla scienza.

Le formazioni di metalli presenti nella zona Clarion-Clipperton tra le Hawaii e il Messico furono scoperti per la prima volta dall’equipaggio dell’HMS Challenger nel 1875, ma solo i recenti sviluppi della robotica subacquea ne hanno reso possibile l’estrazione su larga scala.

“La corsa all’oro in acque profonde è a un punto di svolta”, si legge negli annunci per il Deep Sea Mining Summit 2022 presso l’hotel Hilton London nel distretto di Canary Wharf della capitale “Dopo anni di trattative e false partenze siamo nell’era dell’estrazione mineraria dal fondo oceanico, l’ambiente più remoto del mondo e poiché la domanda di metalli e minerali è sempre maggiore rispetto a quanto la nostra terra è in grado di fornire, i nuovi sviluppi tecnologici e tecnici lavorano per far avanzare questa nuova industria”.

Ebbe Hartz, geologo presso Aker BP, una società norvegese di esplorazione petrolifera in parte di proprietà di BP, ha affermato che l’estrazione di metalli dai fondali marini potrebbe essere superiore alle trivellazioni petrolifere”, mentre garantisce che “non è necessario commettere tutti gli errori che abbiamo commesso con gli idrocarburi”.

Eleanor Martin, partner dello studio legale Norton Rose Fulbright, fornisce consulenza alle banche sul finanziamento di progetti offshore e afferma che le banche globali sono “molto desiderose” di investire in progetti minerari in acque profonde poiché il costo del litio e del cobalto necessari per le batterie delle auto elettriche è destinato ad aumentare. “Per costruire il numero di auto elettriche di cui avremo bisogno sarà necessario avere a disposizione enorme quantità di metalli”.

Jessica Battle, che gestisce la campagna No Deep Seabed Mining del WWF, ha dichiarato: “L’estrazione mineraria in acque profonde è rischiosa e potrebbe causare danni irreversibili all’oceano, alla sua vita e alla sua capacità di mitigare il cambiamento climatico. Investire in un settore così altamente insostenibile in un momento in cui dobbiamo ridurre la nostra impronta sul mondo naturale è irresponsabile.

Esistono già soluzioni alternative: innovazione, riciclo e riparazione possono soddisfare il fabbisogno di materie prime delle industrie senza aprire il fondale marino all’estrazione mineraria. Dobbiamo passare a un’economia più circolare, in cui sprechiamo meno e riutilizziamo di più, invece di attaccare una delle ultime grandi terre selvagge del nostro pianeta sul fondo dei nostri oceani in nome del profitto”.

“Per costruire il numero di auto elettriche di cui avremo bisogno sarà necessario avere a disposizione enorme quantità di metalli