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AMBIENTE E ENERGIA
Il Reddito Energetico. L’energia rinnovabile è per tutti
 

Fotovoltaico a costo zero per cittadini con basso reddito

 
 
 

E’ il cosiddetto reddito energetico, la misura che consente alle famiglie in difficoltà l’installazione di pannelli fotovoltaici senza costi, in grado di produrre energia elettrica ...

 
 

 

giovedì 18 febbraio 2021

 

 

E’ il cosiddetto reddito energetico, la misura che consente alle famiglie in difficoltà l’installazione di pannelli fotovoltaici senza costi, in grado di produrre energia elettrica e quindi di abbassare i consumi e le spese in bolletta. Il primo progetto di Reddito Energetico è stato avviato a Porto Torres nel 2018. Il fondo rotativo di 8000 euro, stanziato in Provincia di Sassari per finanziare il fotovoltaico privato, ha portato a 50 nuovi impianti, 9000 euro di risparmi totali per i cittadini (150 euro annui) e una riduzione di 65 tonnellate di emissioni climalteranti. Ma non solo. Il fondo ha permesso, attraverso un circuito virtuoso in termini di risparmio energetico, la cessione del surplus di energia prodotta alla rete e la generazione di risorse per rialimentare il fondo e quindi acquistare nuovi pannelli.

Il Dipartimento per la Programmazione Economica ha stanziato 200 milioni di euro per l’istituzione di un meccanismo finalizzato a traslare il progetto pilota sardo su scala nazionale. Il fondo, sulla base di un sistema semplice e in grado di snellire gli iter burocratici, è finalizzato all’erogazione di contributi in conto capitale e al prestito di garanzie a copertura dei costi di investimento, per la realizzazione di impianti fotovoltaici per uso domestico.

La Regione Puglia ha recentemente stipulato un Accordo di Collaborazione con il GSE per consentire alle famiglie meno abbienti di installare con il sostegno economico del fondo regionale impianti fotovoltaici nelle proprie abitazioni (si stimano 1500 impianti).

Lo strumento, su scala nazionale, è necessario per immaginare una società diversa, più equa e inclusiva, attenta ai consumi di energia, ma anche rispettosa dell’ambiente. La misura, una volta strutturale, insieme alle iniziative avviate attraverso le risorse del Recovery Fund, vuole pianificare una ripartenza, che sia per tutti, all’insegna della sostenibilità energetica, ma soprattutto dell’inclusione sociale.

Il Reddito Energetico promette, nell’ottica di Next Generation EU, il raccordo tra le politiche sociali, economiche e quelle ambientali, a livello istituzionale, ma anche un primo passo verso la “democratizzazione” energetica. Lo sviluppo tecnologico e le fonti rinnovabili possono unirsi, ne parlava anche Jeremy Rifkin in “La Terza Rivoluzione Industriale” del 2001, in un’infrastruttura sostenibile che un giorno consentirà alle persone di produrre energia verde e di condividerla in una rete energetica virtuale.

La povertà energetica interessa le generazioni presenti, come quelle future. Anche Livio De Santoli, in “Energia per la gente: Il futuro di un bene comune”, recentemente pubblicato si chiede se, alla luce della graduale affermazione delle fonti rinnovabili, delle comunità energetiche e dello sviluppo tecnologico, sia ancora corretto parlare del vettore energia come di un bene privato, costoso, divisivo e non inclusivo.