< back

AMBIENTE E ENERGIA
PET, sostenibile per l’ambiente ma dannoso per l’uomo?
 

La plastica riciclata rilascia sostanze nocive per la salute

 
 
 

Undici miliardi. E’ questo il numero delle bottiglie in PET riciclato che, da gennaio 2021, grazie alla Legge di Bilancio 2021, circolano in Italia. La direttiva ...

 
 

 

lunedì 28 marzo 2022

 

 

Undici miliardi. E’ questo il numero delle bottiglie in PET riciclato che, da gennaio 2021, grazie alla Legge di Bilancio 2021, circolano in Italia. La direttiva ha segnato un vero spartiacque per la riduzione dell’inquinamento atmosferico causato dalla plastica nemico numero uno dell’ambiente. 

Anche secondo l’Unione Europea, il 30% di tutte le bottiglie di plastica dovranno contenere, entro il 2030, PET riciclato. Parliamo del terzo tipo di plastica più diffuso e al centro delle strategie di gestione dei rifiuti in molti Paesi.

L’Università Brunel di Londra che già in passato vantava un gran numero di pubblicazioni sul tema, ha però recentemente ribadito la pericolosità del PET. I ricercatori dell’Ateneo inglese hanno accertato infatti la concentrazione di quasi 200 contaminanti provenienti dalla plastica riciclata, e in particolare quella del polietilene tereftalato, causa il suo processo di riciclo.

Il Journal of Hazardous Materials, oltre a confermare che la rigenerazione di prodotti derivati dalle plastiche è vantaggioso dal punto di vista ambientale e per la difesa degli ecosistemi naturali, ha confermato che la stessa rigenerazione nel PET, causa la presenza di interferenti endocrini, sarebbe la causa di problemi riproduttivi, disfunzioni cardiovascolari e anche di tumori.

Il motivo è chiaro secondo gli autori dello studio. Le bottiglie di PET riciclato rilasciano sostanze chimiche e contaminano le bevande e gli alimenti, presenti al loro interno. Ma non solo. Sempre secondo i ricercatori dell’Università britannica, questo processo avviene anche nei prodotti nuovi dello stesso materiale, ma molto più rapidamente. E questo a causa dei catalizzatori e degli additivi che vengono impiegati in fase di produzione e riciclo delle bottiglie, e alle diverse etichette che distinguono un prodotto dall’altro, negli scaffali dei supermercati. 

Il dibattito è quindi aperto alla luce del fatto che, secondo Greenpeace, più del 60% degli 11 miliardi di bottiglie immesse sul mercato in Italia ogni anno, non viene riciclato con la conseguente emissione di 850.000 tonnellate di CO2 in atmosfera. Sono in molti, a questo punto, a chiedersi quanto il perseguire la sostenibilità ambientale e la transizione energetica possa poi compromettere, in parte, la salute pubblica.