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SOCIETÀ
Il mondo che brucia
 

Gli incendi che divorano il nostro ecosistema

 
 
 

Le immagini degli alberi secolari che bruciavano in Brasile e in Australia hanno scosso il mondo intero. Dei giganteschi incendi avevano causato devastazioni anche in ...

 
 

 

mercoledì 14 ottobre 2020

 

 

Le immagini degli alberi secolari che bruciavano in Brasile e in Australia hanno scosso il mondo intero.

Dei giganteschi incendi avevano causato devastazioni anche in Siberia, Artico, Congo e California; in totale, sono più di 24 milioni di ettari di foreste a essere spariti nel 2019 a causa del fuoco, della mano diretta dell’uomo e delle perturbazioni naturali, ci dice il bilancio annuale del Global Forest Watch.

Ma, all’indomani di questo report, anche i Tropici hanno pagato un loro tragico tributo, con la perdita di 12 milioni di ettari verdi. I danni a catena di queste catastrofi vanno dallo stravolgimento della regolazione climatica, alla compromissione della biodiversità e della fertilità del suolo.

Frances Seymour, ricercatrice del World Resources Institute, parla di situazione inaccettabile e delle aspettative di una controtendenza nel 2020 che tarda purtroppo ad arrivare. Serviranno dei decenni per vedere rinascere gli alberi in certe zone colpite, e questo solo se nel frattempo l’uomo adotterà dei comportamenti virtuosi.

La Global Forest Watch utilizza dei satelliti per monitorare la situazione degli alberi, e ha dei dati diversi da quelli della FAO, dipendenti dalle informazioni che giungono dai singoli Stati, ma certamente il senso della drammaticità della situazione accomuna le due analisi.

A parte gli incendi, dove comunque la mano dell’uomo col dolo e con la colpa è senz’altro decisiva, i motivi maggiori della deforestazione mondiale sono da imputare alla conversione in terreni agricoli, in piantagioni industriali, in aree residenziali per ricchi privilegiati, in infrastrutture.

Il Brasile è responsabile della perdita di più di un terzo delle foreste tropicali nel mondo, grazie anche ad una discutibile gestione della questione amazzonica del Presidente Bolsonaro, poco attento all’ecosistema e proteso verso un’idea di progresso poco rispettoso del territorio.

La repubblica Democratica del Congo è il secondo paese più coinvolto, con 475.000 ettari di copertura arborea persa nel 2019, anche se bisogna ammettere che negli ultimi anni lo Stato sta migliorando le contromisure verso questo problema, con perdite sempre più contenute.

Da segnalare anche le situazioni delicate di Ghana e Costa d’Avorio, anche loro però vivono dei sussulti di riscossa lenti ma costanti, come del resto la Colombia. Come accennavo in apertura, terribili sono i recenti incendi in Australia, terra evoluta che saprà reagire ad una situazione di crisi, ma dopo essere stata messa a durissima prova.

In conclusione, gli studi fatti su questa delicata materia ci dicono che è a livello legale che bisogna agire, con pene severe e disincentivanti per qualunque Stato, azienda o privato cittadino che mina la nostra speranza per un futuro vivibile, dove gli alberi e le foreste non sono prescindibili in nessun modo.