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SOCIETÀ
Il futuro dell’economia è la finanza etica
 

La via finanziaria alla ripresa economica e solidale

 
 
 

La rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni e i profondi cambiamenti globali che l’hanno seguita, hanno contribuito a trasformare radicalmente il volto della finanza. Le spirali ...

 
 

 

mercoledì 14 ottobre 2020

 

 

La rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni e i profondi cambiamenti globali che l’hanno seguita, hanno contribuito a trasformare radicalmente il volto della finanza. Le spirali recessive e alcuni eclatanti casi di risparmio tradito anche nel nostro paese, il caso Parmalat a esempio, hanno evidenziato quella che sembra essere la vera natura dei mercati finanziari. La conseguenza è stata il palesarsi di una certa inadeguatezza di molti strumenti di policy e la conseguente sfiducia degli investitori nelle dinamiche di mercato.

La questione, in questi ultimi anni, ha assunto una diversa prospettiva in quanto il global warming, la transizione energetica e gli obiettivi di riduzione della percentuale di emissioni climalteranti in atmosfera rappresentano tematiche che oggi sono al centro del dibattito pubblico ed economico. Anche la “questione ambiente” insomma richiama il mondo della finanza a trovare una soluzione o un compromesso, l’economia circolare, i green bond o gli investimenti sostenibili… che renda possibile l’affermarsi di una nuova finanza che, mantenendo le proprie prerogative, sia più attenta alle esigenze del territorio. Analisti di settore ritengono infatti che affiancare all’impetuoso sviluppo dell’economia globalizzata, una buona dose di attenzione verso la questione ambientale consenta di aprire un nuovo canale per veicolare risorse aggiuntive e approcci innovativi verso i settori più fragili del nostro stato sociale.

La finanza etica rappresenta questa esigenza e sostiene un’idea diversa di economia, non solo orientata alla ricerca del profitto, ma anche al reale servizio della società. Un circolo virtuoso che, se qualche hanno fa, coinvolgeva solo alcune grandi imprese, oggi influenza il panorama imprenditoriale internazionale e cambia la governance, e la regia, della finanza globale.

Anche, forse più lentamente, in Italia. Quella che sembrava una moda manageriale, e più di nicchia, si è trasformata in una prassi consolidata e vincente; e anche conveniente alle aziende per stare sul mercato e moltiplicare il proprio profitto. Il connubio fra imprese ed etica è quindi una realtà e costituisce la risposta non scritta del mondo imprenditoriale alle esigenze, di una società che cambia; non sempre, purtroppo, in senso migliorativo.

La finanza deve diventare più responsabile, e i suoi criteri di investimento devono porre in primo piano l’impatto sociale e ambientale, oltre a quello della transizione energetica. È un nuovo modo di pensare l’impresa che oggi appare caratterizzato dai dettami della responsabilità sociale e che non ha nulla a che fare con una forma di buonismo in versione economica. Il patto etica e impresa crea infatti profitto e utili! Ci si dovrebbe porre la domanda sul perché questo avvenga.

La risposta, abbastanza prevedibile, è che il mercato ha saputo modificare le proprie aspettative e anche gli imprenditori e/o consumatori oggi danno priorità a obiettivi che, se non precedono, quanto meno affiancano, la mera e sola ricerca del profitto. La crisi economica, con il cortocircuito tra finanza ed economia reale ha di certo accelerato questa metamorfosi, peraltro ancora in divenire e dal futuro non ancora ben delineato, che si pone obiettivi ambiziosi. Il cui conseguimento farà crescere un senso di appartenenza e fiducia che legherà le persone, la società e l’economia in un contesto finalmente comune.

La fiducia nel futuro è imprescindibile per la ripresa economica e produttiva.