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AMBIENTE E ENERGIA
Gravitricity, pozzi e miniere oggi producono energia
 

La centrale di accumulo energetico gravitazionale diviene realtà

 
 
 

Cinquanta tonnellate fissate su cavi d’acciaio e sollevate su una specie di ascensore di 15 metri grazie a dei motori elettrici. E 11 secondi di ...

 
 

 

giovedì 16 giugno 2022

 

 

Cinquanta tonnellate fissate su cavi d’acciaio e sollevate su una specie di ascensore di 15 metri grazie a dei motori elettrici. E 11 secondi di tempo per rilasciare il peso e generare 250 KW di energia elettrica. Parliamo del sistema di accumulo Gravitricity, la batteria gravitazionale i cui lavori di costruzione del prototipo del sistema per produrre e stoccare energia potenziale, grazie alla forza di gravità, sono stati effettuati a Edimburgo, in Scozia.

Il sistema è composto da zavorre che raggiungono anche le 5.000 tonnellate, cavi d’acciaio e argani elettrici situati ai lati del pozzo che consentono, nei periodi di eccesso d’offerta sulla rete, di utilizzare il surplus energetico per alimentare gli argani che sollevano il contrappeso verso la cima della struttura, e nei momenti in cui la domanda elettrica torna a crescere, di rilasciare i pesi stessi per produrre elettricità.

Il principio alla base non è una novità. L’idroelettrico utilizza infatti, e da sempre, l’energia potenziale dell’acqua ricavata dalla differenza di altitudine tra due bacini per fornire una produzione elettrica economica, conveniente e rinnovabile. Nella batteria gravitazionale invece, l’acqua è sostituita da pesi e al posto dei dislivelli naturali vengono sfruttati contesti predisposti o cavità esistenti, come miniere o pozzi in disuso.

Le differenze fra i due sistemi di produzione energetica green non sono però pochi. Mentre un impianto idroelettrico richiede infatti una conformazione paesaggistica specifica, un sistema autorizzativo complesso e una infrastruttura costosa, Gravitricity consente, secondo Oliver Schmidt, consulente in energia pulita e visiting researcher presso l’Imperial College di Londra, di ottenere dei vantaggi nei confronti delle batterie al litio.

Queste ultime infatti possono caricarsi e scaricarsi per un numero limitato di volte a causa della perdita di capacità. Le batterie gravitazionali invece, secondo l’esperto, sono state progettate come unità modulari in grado di raggiungere potenze comprese tra 1 e 20 MW e sono capaci di funzionare fino a 50 anni senza perdita di prestazioni.

I vantaggi economici, rispetto alla controparte al litio, rappresentano l’altra dimensione da tener presente. Sempre Oliver Schmidt ha prodotto un report che dimostra come fra costi di costruzione, operativi e di manutenzione, il sistema è più economico.

Gravitricity non vuole fermarsi e si è posta come obiettivo quello di accoppiare i sistemi di accumulo per gravità a sistemi di stoccaggio di gas pressurizzati.

Martin Wright, fondatore di Gravitracity, è certo infatti che la futura economia dell’idrogeno, per imporsi sui mercati internazionali, necessiterà di nuove modalità per immagazzinarlo. In quest’ottica, ogni pozzo o miniera di Gravitricity, sarà un grande contenitore a pressione sigillato per stoccare l’idrogeno in maniera più economica e sicura.

Nella batteria gravitazionale invece, l’acqua è sostituita da pesi e al posto dei dislivelli naturali vengono sfruttati contesti predisposti o cavità esistenti