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AMBIENTE E ENERGIA
Gli impatti della pandemia sul clima globale
 

Disugaglianze tra Paesi allontanano soluzioni comuni

 
 
 

Secondo il World Economic Forum, le cicatrici lasciate dalla pandemia di Covid-19 hanno aggravato il divario tra Paesi ricchi e poveri e in futuro sarà ...

 
 

 

lunedì 17 gennaio 2022

 

 

Secondo il World Economic Forum, le cicatrici lasciate dalla pandemia di Covid-19 hanno aggravato il divario tra Paesi ricchi e poveri e in futuro sarà più difficile immaginare una convergenza sulla gestione dell’emergenza climatica.

Nonostante il WEF ponga il problema del clima tra le prime 5 minacce per il pianeta, il “vaccin divide” renderà molto difficile la collaborazione nell’affrontare il problema con spirito di comunione.

E’ ciò che ha riscontrato nella sua indagine annuale sui rischi globali il WEF, che ha posticipato il suo incontro annuale a Davos a fine estate a causa della rapida diffusione della variante Omicron.

Saadia Zahidi, amministratore delegato del WEF, ha dichiarato: “La salute e le crisi economiche stanno aggravando le divisioni sociali. Ciò provoca tensioni in un momento in cui la collaborazione all’interno delle società e tra la comunità internazionale è fondamentale per garantire una ripresa globale uniforme e rapida. I leader globali devono riunirsi e adottare un approccio coordinato per affrontare le incessanti sfide globali e costruire la resilienza prima della prossima crisi”.

Il rapporto rileva che nell’arco dei prossimi 10 anni, l’incapacità di affrontare il problema climatico in maniera globale sarà il più grande rischio, seguito da condizioni meteorologiche estreme, perdita di biodiversità e crisi delle risorse naturali.

Peter Giger, Group Chief Risk Officer presso il gruppo assicurativo di Zurigo, che ha contribuito a mettere insieme il rapporto, dichiara: “La crisi climatica rimane la più grande minaccia a lungo termine per l’umanità. La mancata azione sui cambiamenti climatici potrebbe ridurre il PIL globale di un sesto e gli impegni presi alla Cop26 non sono sufficienti a raggiungere la riduzione di 1,5 gradi centigradi. Non è troppo tardi per i governi e le imprese per guidare una transizione innovativa, determinata e inclusiva che protegga le economie e le persone”.

In alcuni Paesi, la rapida introduzione del vaccino, le trasformazioni digitali di successo e le nuove opportunità di crescita potrebbero significare un ritorno alle tendenze pre-pandemia a breve termine e la possibilità di una prospettiva più resiliente solo su un orizzonte più lontano. Molti altri Paesi saranno, invece, frenati da bassi tassi di vaccinazione, forte stress dei sistemi sanitari, aumento del “digital divide” e da mercati del lavoro stagnanti. Queste divergenze complicheranno la collaborazione su argomenti come la gestione dei flussi migratori e la lotta al cyber-crimine.

Dal report emerge che a due anni dall’inizio della pandemia si riscontra un aumento dei “rischi per la società”. La salute mentale si è deteriorata, i mezzi di sussistenza sono stati colpiti e la coesione sociale è stata erosa.La natura globale delle sfide in atto necessità collaborazione e euguaglianza. La pandemia non viaggia con il passaporto. Non siamo ancora fuori pericolo. 

La natura globale delle sfide in atto necessità collaborazione e euguaglianza. La pandemia non viaggia con il passaporto. Non siamo ancora fuori pericolo.