Indonesia
 

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AMBIENTE E ENERGIA
COP26, l’Indonesia contro gli accordi sullo stop alla deforestazione
 

Priorità allo sviluppo anziché all'ambiente

 
 
 

L’Indonesia non condivide i termini dell’accordo Cop26 che punta alla fine della deforestazione entro il 2030 e a cui hanno aderito più di 100 Paesi. ...

 
 

 

lunedì 8 novembre 2021

 

 

L’Indonesia non condivide i termini dell’accordo Cop26 che punta alla fine della deforestazione entro il 2030 e a cui hanno aderito più di 100 Paesi.

Alla recente conferenza sul clima di Glasgow, le nazioni hanno, infatti, concordato un piano multimiliardario per porre fine all’abbattimento di alberi su scala industriale in meno di un decennio.

Ma la cosa non è piaciuta a Siti Nurbaya Bakar, Ministro dell’Ambiente dell’arcipelago del sud-est asiatico, che ospita la terza foresta pluviale più grande al mondo. Il Ministro ha dichiarato infatti che “costringere l’Indonesia a azzerare la deforestazione nel 2030 è del tutto inappropriato e ingiusto”. La questione della deforestazione non può ricadere sulla crescita economica del Paese, spiega: “Il massiccio sviluppo dell’era del presidente Jokowi non può fermarsi in nome delle emissioni di carbonio o della deforestazione”.

Bakar ha affermato che l’Indonesia non può “promettere ciò che non può fare” sottolineando come la priorità dell’Indonesia sia lo sviluppo economico e che molte foreste dovranno essere abbattute per consentire la costruzione di strade e per la coltivazione di prodotti alimentari.

“La ricchezza naturale dell’Indonesia, comprese le foreste, deve essere gestita secondo principi sostenibili ma deve essere equa”, ha affermato. Anche il Vice Ministro degli Esteri indonesiano, Mahendra Siregar, concorda sul fatto che parlare di impegno verso la “deforestazione-zero” sia “falso e fuorviante”.

La deforestazione dilagante dagli anni ’60 ha visto la metà delle foreste del Paese scomparire sotto i colpi dei taglialegna illegali e lasciare il posto a piantagioni commerciali come l’olio di palma.

Il Paese si è recentemente dato degli obiettivi ambiziosi, tra cui il dimezzamento del tasso di deforestazione per i prossimi tre decenni e il rimboschimento di circa 10 milioni di ettari di terreno entro il 2050. L’anno scorso l’Indonesia ha registrato il tasso di deforestazione più basso dagli anni ’90, in linea con le nuove politiche governative.

Tuttavia, gli accordi di Glasgow sono in contrasto con i recenti progetti di sviluppo del Governo indonesiano, che prevedono l’abbattimento di circa 55 milioni di ettari di foresta entro il 2040.

Negli accordi firmati dall’Indonesia e da oltre 100 Paesi, i leaders si impegnano “a lavorare insieme per arrestare la scomparsa della foresta e bloccare il degrado del terreno entro il 2030, favorendo, allo stesso tempo, uno sviluppo sostenibile e una trasformazione rurale inclusiva”.

Kiki Taufik, attivista forestale di Greenpeace Indonesia, ha espresso il suo rammarico per le posizioni del Ministro dell’Ambiente a favore dello “sviluppo economico su larga scala dal forte impatto ambientale”. “Se non intraprendiamo azioni immediate e sostanziali per fermare la deforestazione – afferma – non potremo raggiungere i nostri, pur modesti, obiettivi di riduzione delle emissioni”.

Sebbene il tasso di deforestazione sia notevolmente rallentato dal 2015, le vaste foreste dell’Indonesia sono in continua riduzione. Secondo Global Forest Watch, nel 2001 l’Indonesia aveva 93,8 milioni di ettari di foreste primarie – foreste antiche in gran parte non toccate dall’attività umana – pari a un’area delle dimensioni dell’Egitto. Nel 2020, quell’area era diminuita di circa il 10%.

Gli accordi di Glasgow sono in contrasto con i recenti progetti di sviluppo del Governo indonesiano, che prevedono l’abbattimento di circa 55 milioni di ettari di foresta entro il 2040