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AMBIENTE E ENERGIA
Comunità energetiche e consumo responsabile
 

La condivisione come forma di virtuosismo energetico

 
 
 

Con la conversione in legge del decreto Milleproroghe, si è dato il via libera alla formazione delle cosiddette comunità energetiche rinnovabili, ovvero alla possibilità per cittadini, associazioni e imprese ...

 
 

 

martedì 9 febbraio 2021

 

 

Con la conversione in legge del decreto Milleproroghe, si è dato il via libera alla formazione delle cosiddette comunità energetiche rinnovabili, ovvero alla possibilità per cittadini, associazioni e imprese commerciali, di installare impianti per la produzione di energia da fonte rinnovabile e di autoconsumarla.

Le Comunità energetiche nascono dalla direttiva Red II e sono uno strumento per la condivisione dell’energia tra cittadini, un concetto che ha valenze sia sociali che tecniche. A livello sociale infatti possono creare coesione e sviluppo in determinate zone e tra determinate persone, a livello tecnico pongono come centrale il tema del consumo energetico, visto come responsabile e razionale. Quindi, qualunque forma aggregativa e condivisa di responsabilità e benefici connessi alla realizzazione di un impianto di energia elettrica è una Comunità Energetica.

Il Dl Rilancio ha recentemente incentivato queste forme aggregative, stabilendo che l’esercizio di impianti fino a 200 KW da parte delle Comunità energetiche, anche in forma condominiale, non costituisce attività commerciale abituale. La detrazione di impianti di fonti rinnovabili è agevolata con la detrazione del 50% sulle spese sino ad un massimo di 96000 Euro per l’intero impianto.

Ora, con decreto del Mise appena diffuso, è stato dato un nuovo impulso alla loro realizzazione, definendo la tariffa incentivante per la remunerazione degli impianti a fonti rinnovabili realizzati per l’autoconsumo collettivo nelle Comunità energetiche.

Ciascuno degli impianti a fonti rinnovabili produce un’energia elettrica che ha diritto, per un lasso di tempo di 20 anni, ad una tariffa incentivante in forma di tariffa premio pari a 100 Euro/MWh per autoconsumo collettivo, oppure 110 Euro/MWh nel caso si tratti di Comunità energetica rinnovabile. Vi è la facoltà di successiva cessione al GSE dell’energia elettrica prodotta e immessa in rete, e non è possibile cumulare la tariffa incentivante con altri bonus

In conclusione, la crescita dell’energia rinnovabile in Italia continua ad essere troppo bassa, e queste iniziative (che hanno visto in prima fila favorevoli delle realtà come Legambiente e Italia Solare) non possono che aiutarci nell’allineamento con gli obiettivi del 2030.

Qualunque forma aggregativa e condivisa di responsabilità e benefici connessi alla realizzazione di un impianto di energia elettrica è una Comunità Energetica