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AMBIENTE E ENERGIA
Bitcoin: consumano elettricità quanto l’Argentina
 

Il prezzo dei Bitcoin continua a crescere e con esso il consumo di elettricità connesso alla loro generazione

 
 
 

Il Bitcoin, la famosa moneta elettronica nata nel 2009, è arrivata a toccare i 47.000 euro a febbraio del 2021. Il suo prezzo non è ...

 
 

 

venerdì 5 marzo 2021

 

 

Il Bitcoin, la famosa moneta elettronica nata nel 2009, è arrivata a toccare i 47.000 euro a febbraio del 2021. Il suo prezzo non è però l’unica cosa ad aumentare vertiginosamente. 

L’impennata del suo valore economico ha rimesso al centro dell’attenzione la criptovaluta e le sue caratteristiche, tra cui il consumo di elettricità connesso alla stessa. La creazione delle monete virtuali e la verifica delle transazioni si basano su un processo informatico che prende il nome di mining. L’attività di mining richiede computer con una potenza di calcolo molto elevata ed una grande quantità di energia. Secondo una ricerca dell’università di Cambridge i Bitcoin consumano circa 121.36 terawattora (TWh) all’anno ovvero tanto quanto il fabbisogno energetico dell’intera Argentina. Se il Bitcoin fosse uno Stato sarebbe tra i 30 maggiori consumatori di elettricità, prima di Olanda e Emirati Arabi Uniti. 

I Bitcoin in circolazione sembrano destinati ad aumentare, almeno fino al 2040 circa, e con essi anche l’uso di elettricità. L’impatto vero e proprio dei Bitcoin è quindi correlato alla fonte dell’energia elettrica utilizzata. 

In considerazione dell’ingente quantità di energia consumata gli operatori che svolgono attività di mining tendono a localizzarsi in luoghi in cui l’elettricità ha un basso costo. La maggior parte di queste operazioni viene svolta in Cina, in cui il prezzo dell’elettricità è basso e la fonte utilizzata è prevalentemente il carbone. Secondo Digieconomist, i Bitcoin hanno un’impronta di carbonio paragonabile a quella della Nuova Zelanda, con una produzione di 36,95 megatoni di CO2 all’anno. Traslato in termini più concreti, l’impronta energetica di una transazione bitcoin equivale a 453.000 pagamenti con carta su rete Visa.

Con l’aumentare del prezzo dei Bitcoin aumentano anche le attività di mining e quindi il fabbisogno elettrico dell’industria. Risultano iconiche in questo contesto le parole del capo IT di Greenpeace UK, Andrew Hatton, “stiamo in gran parte alimentando la tecnologia del 21° secolo con fonti di energia del 19° secolo “.

La creazione delle monete virtuali e la verifica delle transazioni si basano su un processo informatico che prende il nome di mining. L’attività di mining richiede computer con una potenza di calcolo molto elevata ed una grande quantità di energia