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CULTURA
LAGI Land Art Generator Initiative
 

Il concorso internazionale in cui le infrastrutture energetiche sostenibili diventano opere d’arte pubbliche

 
 
 

Il successo delle rinnovabili diffuse sul territorio è strettamente collegato alla loro capacità di attivare un processo di miglioramento estetico e funzionale dello spazio in ...

 
 

 

martedì 13 ottobre 2020

 

 

Il successo delle rinnovabili diffuse sul territorio è strettamente collegato alla loro capacità di attivare un processo di miglioramento estetico e funzionale dello spazio in cui si inseriscono. A differenza delle vecchie centrali di una volta, collocate fuori città, la maggiore pervasività nell’ambiente urbano di pannelli solari, miniturbine eoliche, pompe geotermiche e mini impianti idroelettrici, fa si che questi strumenti oltre che efficienti, per diventare davvero popolari, devono anche essere belli da vedere.

A partire da questa considerazione e proprio per rompere la resistenza del “not in my backyard” nei confronti delle rinnovabili diffuse, nasce l’idea di Elisabeth Monoian e Robert Ferry, architetti americani trasferiti a Dubai, di creare un concorso internazionale con lo scopo di progettare opere e infrastrutture sostenibili dal forte impatto estetico che mettessero l’uomo e la qualità della vita al centro del progetto.

Nasce così nel 2010 LAGI Land Art Generator Initiative, evento a cadenza biennale che vede la collaborazione di artisti, ingegneri, architetti e scienziati con il fine di realizzare soluzioni energetiche sostenibili che stimolino lo spettatore portando arte, bellezza e cultura nella loro vita.

“Cercavamo un nuovo modo di pensare all’energia rinnovabile, di spiegarla alle persone, di avvicinarla ai centri urbani” – spiega Robert Ferry – “Qualcosa per risolvere il classico problema per cui tutti parlano bene delle rinnovabili però nessuno vorrebbe un impianto solare o eolico nel giardino di casa sua. Ma un’opera d’arte invece? Certo che sì. Il nostro obiettivo è costruire installazioni di Land art o Arte ambientale che in più producano energia pulita“.

La prima edizione nel 2010 ha avuto un successo clamoroso: da Philippe Starck a Renzo Piano, in molti si sono cimentati con il proposito di rendere più belle – per esempio – le pale eoliche. I progetti immaginati dai partecipanti nel corso degli anni sono svariati e bellissimi, costruzioni che risuonano di mille suggestioni e producono davvero energia. Sono progetti pieni di ispirazione, oltre che di nuove tecnologie, di riferimenti culturali e storici, di sperimentazioni ardite sul piano dei materiali e dell’ingegneria.

Nel 2018 a Melbourne il progetto vincente, per esempio, è una leggera tensostruttura formata da circa 8.600 pannelli solari: una copertura attraverso cui filtra la luce, fornendo, nello stesso tempo,  ombra ai visitatori. Nasce un ampio spazio funzionale che collega le reti pedonali e stradali, che scorre dal parco alla spiaggia, come camminare attraverso un flusso di energia solare.

Progetti pieni di ispirazione, oltre che di nuove tecnologie, di riferimenti culturali e storici, di sperimentazioni ardite sul piano dei materiali e dell’ingegneria

Nel 2016, invece, il vincitore è stato “Regatta H2O: Familiar Form, Chameleon Infrastructure” di Christopher Sjoberg e Ryo Saito: un set di 44 candele realizzate con un materiale ad alta tecnologia in grado di “raccogliere” la nebbia costiera e generare fino a 112 milioni di litri di acqua potabile all’anno. Le vene sulla superficie delle candele servono da collettori di umidità ambientale, incanalano l’acqua raccolta su un albero centrale, che a sua volta pompa il liquido su una serie di contenitori di stoccaggio a riva.

Il Land Art Generator Initiative, inoltre, ogni agosto organizza un evento unico al mondo presso il Fly Ranch, un territorio desertico di 1380 acri nel Nevada che ospita al suo interno sorgenti calde e fredde, geyser, zone umide e animali e piante. Così un desertico e desolato angolo si trasforma per miracolo, in una fiorente città temporanea alimentata da creatività, sperimentazione e stupore.

Artisti, ingegneri e scienziati visionari collaborano alla realizzazione di opere d’arte rigenerative per la produzione di energia solare, eolica, geotermale e non solo. E’ un luogo di sperimentazione per innovazioni architettoniche e tecnologiche: sistemi off-grid, materiali naturali per il riscaldamento e il raffreddamento passivo delle abitazioni. Ma anche realizzazione di sistemi di purificazione delle acque, cultura idroponica e acquaponica su deserto.

Numerosi sono i progetti e vederli apre scenari e fantasie che solo il bello può destare. Visioni utopiche di un mondo però reale. “Perché, dopo tutto, la sostenibilità nelle comunità non riguarda solo le risorse, ma anche l’armonia” è il motto del LAGI. Uno sguardo positivo e stimolante sul prossimo futuro, una piccola dose di ottimismo e meraviglia di cui il mondo ha bisogno in questo momento.