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INTERVISTA
Ugo Picarelli, Direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
 

Promuovere un turismo sostenibile che valorizzi i territori

 
 
 

Direttore, ci spieghi il ruolo della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico fu una mia intuizione, nel lontano 1998: l’idea ...

 
 

 

venerdì 17 settembre 2021

 

 

Direttore, ci spieghi il ruolo della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.

La Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico fu una mia intuizione, nel lontano 1998: l’idea era quella di accompagnare il riconoscimento da parte dell’Unesco del sito di Paestum nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In quegli anni Paestum, anche attraverso la Borsa, ha avuto una grande notorietà internazionale, mentre precedentemente era nota principalmente tra studiosi e addetti ai lavori. La Borsa è stata da subito riconosciuta come “buona pratica”, con la sua capacità di attirare l’attenzione su tante meraviglie fino a quel momento meno conosciute, divenendo ben presto veicolo di cultura e di valorizzazione dei territori, anche oltre l’area mediterranea. Il Presidente onorario della Borsa è l’archeologo algerino Mounir Bouchenaki, per evidenziare la sua straordinaria attività come Direttore del Patrimonio Culturale e poi Direttore del World Heritage Centre dell’Unesco, ruoli attraverso i quali ratificò l’istruttoria finale per l’inserimento nella Lista del Patrimonio dell’Umanità della Costiera di Amalfi nel 1997 e del Parco Nazionale del Cilento, compresa l’area archeologica di Paestum, nel 1998. Bouchenaki inoltre ha accreditato la Borsa presso i Ministeri del Turismo e della Cultura di tutti i continenti, intuendone le potenzialità e le nobili finalità a favore di uno scambio positivo e proficuo tra i popoli. La sensibilità internazionale della Borsa è testimoniata anche dal premio archeologico dedicato a Khaled al-Asaad, l’archeologo siriano ucciso nel 2015 dai fondamentalisti per aver difeso i beni culturali del suo Paese.

Quali i Paesi coinvolti nella Borsa? Che legami intercorrono tra loro, alla luce della comune volontà di lavorare per l’affermazione della cultura e della pace?

Prima dell’avvento del Covid partecipavano attivamente ai nostri lavori anche Paesi apparentemente lontani dalla nostra sfera di influenza, come la Colombia, l’Argentina e l’Honduras. Ora certe interconnessioni sono un po’ più difficili, ma la nostra ambizione è sempre globale. La Borsa è un fenomeno che grazie al suo operato viene riconosciuto a livello internazionale, perché la storia e la cultura devono essere rispettate e analizzate in modo obiettivo e scientifico, nonché appassionato, in ogni angolo del Mondo.

Parliamo dell’importanza di un turismo esperenziale e sostenibile, fonte di cultura e di armonia tra genti diverse.

Noi stiamo per proporre un itinerario europeo legato al turismo subacqueo, e nell’archeologia subacquea c’è sostenibilità e un elemento esperenziale unico e indimenticabile. Si riallaccia a questa tematica l’importanza della tutela dei parchi marini, aree molto suggestive ma anche delicate ed esposte particolarmente alle ingiurie dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento. Poi ci occuperemo anche della mobilità sostenibile da adottare all’interno dei parchi, per pensare alla tutela ambientale a 360 gradi e aiutare i turisti ad essere rispettosi dei luoghi ma allo stesso tempo ben attrezzati per le loro escursioni.

Quali le connessioni tra i parchi archeologici e la lotta alla difesa dell’ambiente? Come poter fare di più?

Serve la transizione ecologica, portando energie alternative all’interno di questi parchi. E’ opportuno che la cultura veicoli un messaggio di ecocompatibilità e di speranza per il futuro, nel rispetto delle popolazioni locali, dei turisti e anche di un mercato che sta giustamente diventando sempre più esigente.

Le meraviglie archeologiche italiane sono sufficientemente valorizzate? Esiste una tipologia di fruitori eccessivamente esterofila?

E’ opportuno osservare come i tour operator del turismo archeologico hanno sempre proposto e venduto molto i viaggi con destinazioni estere, per fortuna già subito prima dell’avvento del Covid le cose stavano iniziando a cambiare. Credo che in futuro ci sarà sempre più spazio per i meravigliosi siti italiani così ricchi di storia e di bellezza. L’obiettivo deve essere quello di attrarre noi gli stranieri, grazie all’arte, alla cultura e naturalmente alle specialità enogastronomiche impareggiabili del nostro Paese.

E’ opportuno che la cultura veicoli un messaggio di ecocompatibilità e di speranza per il futuro, nel rispetto delle popolazioni locali, dei turisti e anche di un mercato che sta giustamente diventando sempre più esigente.