INTERVISTA
Serena Porcari, Presidente Dynamo Camp
I lavoratori del terzo settore imprenscindibili per il Welfare del Paese
La solidarietà viene percepita in maniera diversa rispetto al passato. E il connubio con le modalità del fare impresa è sempre più sentito. Cosa vuol ...
lunedì 16 novembre 2020
La solidarietà viene percepita in maniera diversa rispetto al passato. E il connubio con le modalità del fare impresa è sempre più sentito. Cosa vuol dire fare impresa sociale oggi, in un mondo interconnesso? E quale potrà essere il valore del terzo settore in futuro?
Dynamo Camp nasce fin dall’inizio come progetto basato su un piano di sviluppo con obiettivo di sostenibilità di medio lungo periodo, con cultura, pratiche e obiettivi di efficienza ed efficacia tipici del settore profit. La sfida, nel 2006, fu proprio entrare in un settore come il non profit operando con logiche di gestione caratteristiche dell’impresa. Il progetto è nato da Fondazione Dynamo – Motore di filantropia, che aveva, ed ha, proprio lo scopo di dar vita a iniziative imprenditoriali con impatto sociale impostati secondo i principi della Venture Philantropy, approccio che applica alla filantropia modelli del business. Oggi la partnership pubblico – privato nelle strategie di impresa è determinante e lo sarà sempre di più. Proprio su questo tema abbiamo focalizzato quest’anno Business for the Common Good 2020, confronto internazionale che ogni anno organizziamo a beneficio delle imprese italiane con Dynamo Academy, impresa sociale che opera al fianco delle aziende per supportarle nell’essere attori attivi di Bene Comune. Il terzo settore e i suoi lavoratori saranno sempre più imprescindibili nel welfare del Paese.
Quale posto occupano la sostenibilità e l’efficienza energetica nella vostra idea di impresa e nel mondo del lavoro che idealizzate?
La sostenibilità, in primis a livello economico, era tra i primi obiettivi già dalla fase di business plan. Negli anni abbiamo costruito una raccolta fondi da fonti differenziate, per favorire la sostenibilità, e operato con ottica di partnership e di lungo termine che si è rivelata chiave quest’anno. Nel progetto Dynamo la sostenibilità ambientale ha enorme rilievo: basti pensare che il territorio in cui sorge Dynamo Camp, oltre 900 ettari sull’Appennino Pistoiese, è stato trasformato da noi da riserva di caccia in Oasi affiliata WWF, con obiettivi di conservazione ambientale, sostenibilità, sviluppo di ricerca scientifica ed ecoturismo. Stiamo realizzando un progetto di efficienza energetica anche in direzione della parziale autonomia energetica, con la produzione di energia tramite cippato e biomasse per il riscaldamento degli edifici di nuova ristrutturazione.
Il modello di Dynamo Camp è in grado di coniugare sostenibilità, sociale e ambientale e solidarietà. I giovani, non solo i vostri volontari, sono la chiave di volta di questa alleanza?
I giovani sono il futuro. Volontari certamente, che donano tempo, intelligenza e cuore al nostro progetto; anche se evidenzio che i volontari Dynamo sono giovani e di ogni età. E, in primis, il futuro per noi è rappresentato dai bambini e ragazzi ospiti di Dynamo Camp, che hanno tra i 6 e i 17 anni. Per loro, una volta raggiunta la maggiore età, dal 2011 abbiamo sviluppato un programma ad hoc, Leaders In Training (LIT) volto a proseguire l’esperienza Dynamo. Molti diventano volontari o Staff. Il loro pensiero e punto di vista è fondamentale nella progettazione delle attività e dei servizi. È proprio il lavoro diretto con i ragazzi che rende il nostro progetto realmente inclusivo. Sono proprio loro, sul campo, a dare indicazioni e suggerimenti.
Coi giovani lavoriamo anche in ambito di formazione con Dynamo Academy. Lavoriamo con scuole superiori del territorio locale e nazionale sui temi dell’inclusione, della filantropia, sugli obiettivi dell’ONU per il 2030 e su come diventare attori attivi di Bene Comune nelle proprie comunità e nel Paese. Durante il lockdown abbiamo offerto in modo gratuito, in collaborazione con Onde Alte e grazie al supporto di BWM e Novartis, a livello nazionale, e di Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, sul territorio toscano, programmi di Smart Learning a 500 ragazzi di Scuole Superiori.
Ritiene che l’attuale situazione socio/economica possa frenare gli obiettivi della Fondazione? O fornire invece un’occasione di ulteriore rilancio e promozione per la sostenibilità?
Il 2020 è un anno in cui tutto il settore non profit ha subito una drastica riduzione nelle donazioni, un periodo di grande difficoltà. Grazie a partner, principalmente aziende e fondazioni che lavorano con noi con obiettivo di sostegno pluriennale, abbiamo potuto dare continuità al nostro lavoro, sia a beneficio di bambini e famiglie, con Dynamo Camp, sia a supporto di aziende e scuole, con Dynamo Academy. Con Dynamo Academy abbiamo agito a supporto del welfare aziendale e della genitorialità, con programmi per i figli dei dipendenti di aziende in Smart Working. Con Dynamo Camp abbiamo attivato a inizio marzo programmi di Terapia Ricreativa quotidiani digitali in favore di bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie. E in estate, prima di poter riprendere con i programmi in presenza dedicati a bambini con gravi patologie e ai loro familiari, abbiamo aperto Dynamo Camp con programmi straordinari, rivolti a ospiti mai accolti prima: disabili adulti ospiti di Residenze Sanitarie Disabili, minori e nuclei mamma bambino ospiti di comunità protette.
Qual è il mondo del lavoro che aspetta i giovani di oggi? Verranno accolti in un sistema in cui “for profit” – “no profit” saranno sempre più integrati?
Sono convinta che il sistema sarà sempre più composto da attori interdipendenti che agendo verso obiettivi condivisi potranno incidere sulla società per contribuire al Bene Comune. È per questo che offriamo nella nostra formazione percorsi di creazione di valore, per essere attori di Bene Comune e per affrontare le sfide del mondo odierno approfondendo i temi della responsabilità, sostenibilità e innovazione. La nostra Executive School con la Fondazione Adriano Olivetti, in corso proprio ora alla sua terza edizione, è focalizzata sui temi dell’impresa responsabile, che, partendo dalla tradizione olivettiana, approfondiscono cosa significa essere per una impresa essere attore attivo di Bene Comune. Aggiungo che, a livello di skill, è importante fare esperienza di entrambe le culture lavorative: a Dynamo la maggioranza delle persone senior ha esperienza di lavoro in importanti realtà del settore profit prima di arrivare qui. Bisogna comprendere e saper parlare entrambi i linguaggi per sviluppare progetti in modo sinergico e integrato.
Parliamo di Oasi Dynamo. Cosa vuol dire sostenibilità e rispetto ambientale per la Fondazione? La sinergia con il WWF prevede altre forme di collaborazione?
Oasi Dynamo è un progetto articolato. I cardini su cui si sviluppa sono proprio la sostenibilità ambientale, la conservazione del territorio attraverso lo sviluppo economico. Oasi Dynamo Società Agricola, in particolare, opera dal 2015 per il recupero di tradizioni agricole, zootecniche e forestali della zona, e per realizzare produzioni non intensive e di alta qualità. Piccoli frutti, patate, formaggi e yogurt sono tra le piccole produzioni principali. Sul fronte scientifico, Oasi Dynamo è attiva nella ricerca, principalmente con un progetto pluriennale di monitoraggio del lupo, attivo dal 2014, grazie a un iniziale progetto quinquennale attivato da Regione Toscana e provincia di Pistoia, e un Centro Ornitologico di censimento delle oltre 90 specie di volatili presenti in Oasi. Oasi sta inoltre sviluppando un progetto di ecoturismo, affinché questo territorio meraviglioso sia aperto e fruibile. Qui si svolgono inoltre alcuni programmi Academy con adulti e aziende. Ma anche coi ragazzi: è il caso del corso di Social Enterpreneurship e Civic Engagement, di Dynamo Academy in collaborazione con Active English: qui i ragazzi imparano cosa significa essere “area protetta” e praticare agricoltura in armonia con l’ambiente e in accordo con i principi della politica di sviluppo rurale dell’Unione Europea.