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INTERVISTA
Roberta Lombardi, Assessora alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale della Regione Lazio
 

Le azioni della Regione Lazione per raggiungere la transizione energetica

 
 
 

Assessora, la Regione Lazio ha un progetto sulla sostenibilità a 360 gradi, che tocca tutti i temi dell’Agenda 2030. Ci potrebbe illustrare quali sono le ...

 
 

 

venerdì 27 maggio 2022

 

 

Assessora, la Regione Lazio ha un progetto sulla sostenibilità a 360 gradi, che tocca tutti i temi dell’Agenda 2030. Ci potrebbe illustrare quali sono le azioni principali?

Le principali azioni della Regione Lazio da un punto di vista programmatico, avviate in particolare nell’ultimo anno, sono la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile approvata nel marzo 2021, in applicazione della Strategia Nazionale che a sua volta recepisce le linee guida dell’Agenda ONU 2030 e l’istituzione dell’Assessorato alla Transizione Ecologica e Trasformazione Digitale, da me presieduto, con l’ingresso del M5S nella Giunta Zingaretti, con cui il Lazio si è attestato come l’unica regione in Italia ad aver dedicato un Assessorato a questi temi. Un Assessorato le cui deleghe dialogano tra loro, in quanto la trasformazione digitale è l’infrastruttura abilitante del processo di transizione ecologica, si pensi ad esempio alle reti intelligenti per tutta la parte di sviluppo delle fonti rinnovabili, che, tra le altre cose, ha la funzione di garante del principio di trasversalità della Transizione Ecologica a tutte le aree di intervento della programmazione politica regionale.
Alcuni degli interventi specifici, a livello attuativo, relativi ai goals dell’Agenda ONU 2030, sono le attività destinate all’istituzione di un crescente numero di aree e monumenti naturali. Attualmente il patrimonio naturalistico del Lazio comprende oltre 100 aree protette in tutto per complessivi 258mila ettari, circa il 15% della superficie regionale. L’obiettivo è raggiungere almeno il 30%.

Un valido strumento all’accelerazione della transizione ecologica della Regione è il PTE, Piano per la Transizione Ecologica, che ha lo scopo di identificare le esigenze e ascoltare le istanze dei territori, e, attraverso il bando “Lazio in Transizione”, supportare  con i fondi del PNRR i progetti sostenibili più virtuosi. Come hanno risposto le imprese e gli enti locali a questa iniziativa, e su che settori vertono maggiormente i progetti presentati?

La risposta è stata positiva. In meno di due mesi sono stati 467 i progetti presentati, di cui: il 40% da imprese, il 24% da enti locali e il 36% da altre categorie, fra cui associazioni, privati cittadini, organismi di ricerca, enti gestori di parchi naturali. Delle otto macro aree tematiche previste dal bando (idrogeno; smartgrid, mobilità elettrica e accumuli; gestione della risorsa idrica; economia circolare; patrimonio naturale/biodiversità; cura del territorio, aree dismesse e aree a rischio; comunità energetiche; agrifotovoltaico), quelle che hanno attratto più proposte sono state: l’economia circolare, con il 21% del totale, la tutela del patrimonio naturale e della biodiversità (14%) e la cura del territorio (12%). Ben oltre il 20% dei progetti ha riguardato contemporaneamente più aree tematiche, confermando la trasversalità del concetto di transizione ecologica.

Secondo il “World Urbanization Prospects 2018” delle Nazioni Unite, nel 2050 quasi il 70% della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. Come la Regione Lazio si sta preparando ad affrontare questo fenomeno?

E’ fondamentale ritarare una pianificazione urbanistica finalizzata a redistribuire i carichi della popolazione in maniera più omogenea sul territorio, realizzando una sorta di ‘ecologica demografia’. Occorre, anche in questo caso, un approccio sistemico, che consenta di intervenire su tutti quei fattori, globali e locali, che influiscono sulla migrazione delle persone: dalla riduzione delle risorse ai conflitti ambientali, fino ai motivi economici. A livello locale, si potrebbe intervenire, ad esempio, attraverso il potenziamento di infrastrutture, competenze digitali e smartworking. In questo modo si ridurrebbero gli spostamenti delle persone dalle province verso i centri urbani, e si otterrebbe il duplice effetto positivo: quello di non sovraccaricare le aree urbane, diminuire le emissioni inquinanti e contrastare lo spopolamento di periferie e borghi. Al raggiungimento dell’obiettivo contribuisce una serie di altri interventi volti a ridurre l’impronta ecologica di ciascun individuo sull’ambiente. Sia attraverso misure volte a modificare le nostre abitudini sia aumentando l’offerta di servizi che come Istituzioni, siamo chiamati a fornire.

Parliamo di comunità energetiche, quante potrebbero realizzarsi nel territorio laziale e in che modo si possono sfruttare per trarne un maggior beneficio?

L’opportunità delle Comunità Energetiche Rinnovabili è che non c’è un numero limite e hanno allo stesso tempo un effetto moltiplicatore sul territorio, per i loro benefici in termini di risparmio economico, abbattimento delle emissioni inquinanti e incentivo allo sviluppo delle rinnovabili. È un’opportunità per tutto il nostro territorio: nel Lazio ci sono 110 milioni di euro complessivi disponibili, tra risorse regionali, fondi Ue e PNRR.
L’ideale sarebbe che ogni Comune diventasse catalizzatore per costituire una Comunità Energetica Rinnovabile, anche aggregando più enti locali assieme ad altri soggetti, dalle scuole alle ASL, dalle imprese alle parrocchie, visto che la Comunità Energetica Rinnovabile può essere un soggetto giuridico misto. Di sicuro un’accelerazione alla diffusione delle CER può arrivare dai Comuni al di sotto dei 5mila abitanti, che nel Lazio sono ben 254 su un totale di 378, e che sono i principali destinatari dei fondi del PNRR.

L’installazione di 2.400 colonnine di ricarica per le auto elettriche nei capoluoghi di provincia e nei percorsi turistici ecosostenibili consentirà alla Regione di proseguire, nonostante l’incremento dei prezzi del carburante, sulla strada della transizione ecologica?

È proprio questa la strada su cui proseguire per realizzare la transizione ecologica, l’unico rimedio contro l’incremento dei prezzi del carburante. La decarbonizzazione può aiutarci a realizzare un futuro libero dai combustibili fossili attraverso la progressiva riconversione verso le rinnovabili. Un processo che consente di ridurre l’impatto ambientale e i costi dell’energia, rendendoci indipendenti dalle forniture estere. Il nuovo Piano Energetico Regionale (PER) della Regione Lazio, recepisce i più ambiziosi obiettivi europei per la salvaguardia del clima, in primo luogo quello di azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050. L’obiettivo è sfidante, ma implica che la Regione Lazio riduca i consumi totali di fonti fossili del 15% nei settori dell’edilizia e dei trasporti, rispetto al 2019, entro il 2030. Dovremo inoltre raggiungere, sempre entro il 2030, una quota di produzione di energia rinnovabile superiore al 32% della produzione totale di energia elettrica.

E’ fondamentale ritarare una pianificazione urbanistica finalizzata a redistribuire i carichi della popolazione in maniera più omogenea sul territorio, realizzando una sorta di ‘ecologica demografia’.