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INTERVISTA
Renato Zelcher, Amministratore Delegato di Crocco S.p.a.
 

La svolta sostenibile degli imballaggi a impatto zero

 
 
 

Crocco è leader nel settore degli imballaggi flessibili. Ma lo è anche in quello della sostenibilità ambientale. La vostra presenza nel Sustainability Aword ne è ...

 
 

 

giovedì 20 ottobre 2022

 

 

Crocco è leader nel settore degli imballaggi flessibili. Ma lo è anche in quello della sostenibilità ambientale. La vostra presenza nel Sustainability Aword ne è la conferma. Cosa vi ha spinto a virare verso una produzione rispettosa dell’ambiente?

Vista la nostra lunghissima storia industriale nello sviluppo di packaging sostenibile, potrei dire che siamo spinti dalla tradizione. La verità è che abbiamo sempre voluto puntare ad alzare la qualità della produzione, a investire in ricerca e sviluppo, a riempire di tecnologia un prodotto che sembrerebbe non necessitarne. In realtà i nostri film estensibili devono rispondere a moltissime richieste, del mercato e dei regolatori (dalla robustezza all’estensibilità, dalla salubrità alla compostabilità) e noi non potremo essere così solidi sui nostri mercati se non fossimo all’avanguardia nello sviluppo tecnologico. E in questo c’è quindi il tema della sostenibilità, sia di prodotto, che di processo.

La riduzione costante del vostro impatto ambientale potrebbe fare scuola. Ora anche la logistica sostenibile. Quali altri progetti avete per il futuro?

Alzare l’asticella. Dalla gestione delle microplastiche, all’installazione del fotovoltaico, stiamo ottimizzando ogni fase del processo, cercando di farlo anche a monte e a valle della filiera, per limare sempre di più il nostro impatto in quanto azienda manifatturiera. Anche nei processi quindi puntiamo comunque a migliorare, anno per anno, le nostre performance. Crediamo in un approccio scientifico, cerchiamo di misurare tutto perché solo misurando si può migliorare. E tutte le nostre certificazioni lo testimoniano a clienti e stakeholder.

Per il secondo anno consecutivo vi siete aggiudicati il Premio CompraVerde Veneto per il vostro know how in linea con gli obiettivi del PNRR e dell’Agenda 2030. Come conciliate ricerca del business e green economy?

Le due cose vanno di pari passo: senza perseguimento di una vera logica sostenibile, che non sia solo greenwashing, con un progetto serio e dei risultati misurabili e verificabili, non credo che nel nostro settore si possa davvero pensare di avere una continuità aziendale. Sviluppare prodotti che non coniugano questi due aspetti non sono solamente intollerabili per l’ambiente e per le persone, ma anche per il mercato.

La partnership con Granarolo mirava all’obiettivo degli imballaggi a “emissioni zero”. Però ci sono molte imprese che non hanno messo l’ambiente al centro del loro modo di fare business. Come se lo spiega?

Fare sostenibilità, nell’industria, comporta investimenti, know how, tanto impegno e capacità ma anche il “crederci” davvero, nel profondo della propria cultura aziendale. Noi questa attenzione l’abbiamo avuta prima ancora che diventasse una necessità o, come purtroppo abbiamo visto in alcuni casi, una moda. Quindi il nostro atteggiamento è naturale. Capisco che non per tutti possa essere un processo automatico, ma il destino di chi non pensa al proprio impatto ambientale è, volenti o meno, segnato.

Quale pensa dovrebbe essere il primo provvedimento del nuovo Governo, per sostenere le imprese, in questo momento di crisi economica e geopolitica?

In primo luogo, porre rimedio alla questione energetica, per calmierare le speculazioni in atto su questo tema: ne va della competitività dell’intero sistema industriale. E poi, studiare con le imprese le normative di riduzione delle emissioni, le modalità, i tempi e le tecnologie per raggiungere degli obiettivi in linea con gli accordi internazionali. Non solo per far sì che le transizioni siano sostenibili dal sistema del lavoro italiano ed europeo, ma soprattutto per far sì che siano efficaci nel tempo. Perché la tecnologia e il know how sono in mano alle imprese che possono offrire la soluzione migliore per poter raggiungere davvero gli obiettivi di sostenibilità che tutti auspicano. Ci vorrebbe quindi un piano con meccanismi di incentivazione della ricerca e sviluppo per abbattere le emissioni come fu il piano Italia 4.0 per l’automazione industriale.


Il destino di chi non pensa al proprio impatto ambientale è segnato