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INTERVISTA
Piero Pruneti, direttore della rivista Archeologia Viva
 

La storia ci insegna a razionalizzare le risorse energetiche

 
 
 

Direttore, Archeologia Viva è la prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica, da Lei fondata nel 1982. Parliamo dell’importanza di raccontare il nostro passato in ...

 
 

 

venerdì 21 gennaio 2022

 

 

Direttore, Archeologia Viva è la prima grande rivista italiana di divulgazione archeologica, da Lei fondata nel 1982. Parliamo dell’importanza di raccontare il nostro passato in un Paese ricco di storia come l’Italia…

Il passato è fondamentale per ognuno di noi perché rappresenta il substrato su cui si fonda la nostra vita. La conoscenza di ciò che siamo stati è imprescindibile, esattamente come nel processo psicanalitico si scava nell’anima per conoscersi meglio. L’archeologia è uno scavo nel passato, anche in senso fisico, che ci permette di andare alle origini di noi stessi. In questo ambito ha una grande importanza il lavoro divulgativo, perché l’archeologia è una materia pubblica che parla del passato di tutti e non può essere riservata solo agli addetti ai lavori. Raccontare questa materia non è semplice come sembra, per lo meno non era semplice prima perché qualche decennio fa gli archeologi non erano abituati a comunicare a un pubblico vasto le proprie scoperte, ma lo facevano solo tramite convegni di settore e nelle riviste scientifiche. Archeologia Viva ha iniziato da subito a tradurre quanto affermano gli archeologi in un linguaggio chiaro e accessibile a tutti, mettendosi nei panni di chi deve leggere. Questa ricerca della chiarezza espositiva non ci ha impedito di essere una fonte di documentazione primaria per gli accademici, che scrivono abitualmente delle loro scoperte sulla rivista, rivolgendosi con rigore e chiarezza tanto al mondo scientifico quanto ai semplici appassionati.

In quali popoli e in quali epoche c’è stata maggiore attenzione e innovazione sul fronte energetico?

Pensiamo alla Mesopotamia, le ultime scoperte hanno portato alla luce un sistema di canalizzazione e di irrigazione che consentirono all’Impero assiro di valorizzare al massimo il territorio. Notevole anche la perizia dei romani e degli etruschi in questo settore. In generale c’è molto da imparare su come venivano utilizzate certe risorse nell’antichità; ai giorni nostri molto gira ancora intorno al petrolio, e solo parzialmente si prendono in considerazione dei sistemi alternativi di approvvigionamento.

Il facile guadagno ha impedito per lungo tempo un pieno impiego delle fonti rinnovabili, fondamentali per tutelare il nostro ambiente duramente provato dall’utilizzo sfrenato dei combustibili fossili.

L’energia è sempre stata al centro delle vicende politiche ed economiche della storia, infatti quando l’Impero romano cominciò a non riuscire a controllare più i suoi vasti territori si andò incontro anche a un degrado ambientale degli stessi, con paludi insalubri e infruttuose, pericolose per la salute delle popolazioni circostanti.

Cosa possiamo imparare dal passato per rispettare il nostro Pianeta e mitigare il cambiamento climatico apparentemente inarrestabile?

L’insegnamento del passato ci deve spingere alla razionalizzazione dell’uso delle risorse, stando sempre attenti alla salvaguardia dei territori. Ogni momento storico ha le sue necessità e i suoi problemi, usare le risorse in maniera compatibile nell’età romana non è come farlo oggi, naturalmente. Oggi ad esempio c’è il grande problema della salubrità dell’aria che respiriamo, cosa che non ha riguardato gli antichi. Rimane il fatto che studiare la storia dell’energia insegna un metodo che aiuta ad affrontare alcune grandi questioni del nostro presente.

I migranti climatici, quando le alterazioni ambientali incidono sulla storia e sul futuro di intere popolazioni. Una Sua riflessione.

Il cambiamento climatico costringe da sempre a scappare, pensiamo al Sahel, alla fascia subsahariana. Ma pensiamo anche alle terre colpite dalle alluvioni e dall’innalzamento dei mari. Queste popolazioni fuggono andando verso Paesi ricchi, quindi anche noi in Europa avremo sempre più pressione sui nostri confini. Non dimentichiamo poi che sono proprio le zone agiate e più industrializzate del mondo quelle da cui queste gravi crisi climatiche sono scaturite; paghiamo anche noi il conto dei problemi che abbiamo creato.

Lei è stato anche professore, all’inizio della Sua carriera… quale il filo conduttore che lega questa fase alla direzione di Archeologia Viva?

Quando insegnavo mi ponevo sempre il problema di farmi capire, per coinvolgere gli alunni catturando la loro attenzione. La chiarezza è un obiettivo anche della rivista, e insisto sempre su questo punto con gli autori degli articoli. Questo nell’interesse di tutti, dal semplice appassionato fino al docente universitario. Ho fatto tesoro degli insegnamenti della scuola in tutta la mia esperienza professionale.

L’energia è sempre stata al centro delle vicende politiche ed economiche della storia