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INTERVISTA
Padre Enzo Fortunato, francescano e giornalista
 

Considerare l’ambiente la nostra casa comune

 
 
 

Con Padre Enzo Fortunato, comunicatore e divulgatore della figura di San Francesco, abbiamo parlato della attuale situazione ambientale e delle strategie che potremmo mettere in ...

 
 

 

venerdì 11 febbraio 2022

 

 

Con Padre Enzo Fortunato, comunicatore e divulgatore della figura di San Francesco, abbiamo parlato della attuale situazione ambientale e delle strategie che potremmo mettere in atto per dare il nostro contributo alla salvaguardia del Pianeta.

Nella sua lectio magistralis descrive Francesco come l’opposto di Narciso, un po’ come la sostenibilità è l’opposto del consumismo imperante. Quali azioni potrebbero aiutarci a costruire un domani migliore?

Credo sia urgente uscire in tempi brevi da questo circolo vizioso per salvare la nostra terra e quindi anche la nostra umanità. Dovremo prendere coscienza che ognuno di noi è detentore di un pezzo di terra che gli è stato affidato. L’esempio più semplice credo sia la casa in cui viviamo, se noi in quella casa inquiniamo e non provvediamo a bonificarla prima o poi ci ucciderà. La stessa cosa accadrà con la terra, se non provvediamo a porre rimedio all’inquinamento attuale, l’ambiente da ospitale si trasformerà in luogo così ostile da renderci difficile la sopravvivenza.

Il Manifesto d’Assisi, un documento che ha raccolto quasi 4.000 firme e ha l’obiettivo di spingere un’economia a misura d’uomo. Crede sarà l’inizio di un nuovo paradigma in cui l’uomo e l’ambiente vinceranno sugli interessi economici?

Credo di sì. Di questo argomento ho avuto modo di discutere con il Professor Domenico De Masi, il quale mi ha dato la sua lettura sociologica attraverso un’espressione molto forte. Mi disse “Padre Enzo il capitalismo ha perso! Solo poco più di una decina di persone detiene la ricchezza di buona parte del mondo”. Io credo che il Professore abbia ragione, penso che queste persone non potranno vivere a lungo allocate nel loro mondo, emergendo come faceva la regina Maria Antonietta quando diceva “Se non hanno più pane, che mangino brioche”, non si può vivere così. Si imporrà un nuovo modello da seguire, alla cui base ci saranno una maggiore giustizia e uguaglianza sociale, e nella sfera religiosa la consapevolezza che nulla è grande dinnanzi a Dio, ma che tutto è ugualmente degno.

Padre Enzo, lei ha ricoperto il ruolo di portavoce della sala stampa del Sacro convento e direttore della rivista “San Francesco patrono d’Italia”. Il suo ruolo di comunicatore ha permesso a tantissime persone di conoscere meglio San Francesco e scoprirne la sua modernità. In questi anni di lavoro, e durante l’attuale situazione pandemica, ha riscontrato un atteggiamento di maggiore attenzione nei confronti dell’altro e del bene comune, come può essere anche la nostra terra?

Credo che la pandemia ci abbia restituito un equilibrio della natura. Ci ha fatto comprendere come e perché l’ambiente vada rispettato, mostrandoci fiumi meno inquinati, città con aria più pulita, il ritorno di tante specie animali in zone in cui erano scomparse. Difficilmente dimenticheremo la sofferenza di questi anni e l’armonia della natura. Questi due aspetti ci hanno posto degli interrogativi sulla nostra umanità, portandoci a comprendere che ognuno di noi ha necessità dell’altro e che nessuno può realmente farcela da solo. Sul versante ambientale abbiamo ricevuto il segnale più importante che la natura potesse darci, è come se avesse voluto dirci “…nella misura in cui mi rispetti divento foriera di vita”

 “Buongiorno brava gente” è il saluto di Francesco, il titolo del suo libro e dei suoi incontri serali su Facebook. Cosa augura per il futuro da tutta “questa brava gente”?

Io auguro alla “brava gente” di continuare a vivere come fa oggi. Molte persone vivono una bontà di fondo molto forte, itinerario di vita auspicabile per l’intera umanità. In questo cammino abbiamo necessità di una bussola. Quest’ultima per il credente è il Vangelo, che lo rende più forte e lo porta a intraprendere un percorso in modo più spedito. Per i non credenti è la presa di coscienza forte, rispetto alla necessità di dare un senso e un significato al proprio cammino, attingendo esempi da figure straordinarie cristiane e no. Esistono tante figure non credenti dotate di una bellissima umanità da prendere come esempio.

…la sofferenza di questi anni e l’armonia della natura. Questi due aspetti ci hanno posto degli interrogativi sulla nostra umanità, portandoci a comprendere che ognuno di noi ha necessità dell’altro e che nessuno può realmente farcela da solo.

Foto: E. Ferretti