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INTERVISTA
Oliviero Alotto, ultrarunner
 

Lo stretto legame che c'è tra stile di vita e ambiente

 
 
 

Il suo progetto di lavoro, nonchè stile di vita, si basa sul trinomio sport cibo e ambiente. In che modo questi argomenti sono correlati? Lo ...

 
 

 

lunedì 27 giugno 2022

 

 

Il suo progetto di lavoro, nonchè stile di vita, si basa sul trinomio sport cibo e ambiente. In che modo questi argomenti sono correlati?

Lo sport di outdoor è uno stile di vita che ti permette di vivere tantissime ore nella natura, sentendoti parte di essa. La nostra generazione ha il dovere di prendersi cura di questo Pianeta, mangiare è uno degli atti che svolgiamo più volte durante il giorno, ogni volta che scegliamo cosa mangiare possiamo essere parte attiva del cambiamento. Io ho fatto la scelta di mangiare esclusivamente prodotti di origine vegetale per ridurre il mio impatto sulla natura e sull’ambiente, sono convinto che ognuno di noi debba riuscire a fare una parte per poter cambiare le nostre abitudini che si sono rivelate devastanti per il Pianeta. C’è quindi un legame fortissimo tra stile di vita e ambiente, che passa per me anche dal vivere lo sport, io faccio in particolare sport di endurance dove il fisico spesso viene portato al limite, e si riesce a percepire ancora meglio come un fisico che si nutre in modo equilibrato sta molto meglio. Per cui il legame è assolutamente indispensabile. 

Con #RunBefore2050 ha corso in luoghi i cui ecosistemi stanno subendo danni irreversibili a causa del cambiamento climatico. Ci racconta un luogo che le è rimasto nel cuore?

Sicuramente quando ho corso i 250 km in Groenlandia in solitaria ho visto dei paesaggi che non scorderò mai, ho visto i ghiacciai arretrarsi e patire il caldo, ma anche le nostre vicine alpi stanno soffrendo molto il caldo, i ghiacciai sono sempre più ridotti, e stiamo assistendo a un continuo cambiamento dei nostri ambienti naturali.

La Groenlandia è un luogo incredibile, dove ghiaccio acqua e roccia si fondano in paesaggi unici. Questi infiniti corsi d’acqua che si incontrano con il ghiaccio, ghiaccio di cui abbiamo bisogno e che non possiamo permettere che si sciolga a questa velocità. 

Passando al nostro Paese, nel corso dell’estate 2020, con il progetto #BIKE&MEET ha voluto dar voce a tante piccole e medie realtà della Provincia Italiana che, in tempi di pandemia, si sono rivelate essere fondamentali per il territorio. Potrebbe farci qualche esempio?

Si nell’anno della pandemia e nell’anno successivo ho voluto dedicarmi all’Italia, perché ci sono tantissime aziende che si dedicano al cibo, all’agricoltura sostenibile biologica e biodinamiche che ogni giorno generano economie pulite replicabili. Penso alle aziende del mondo NaturaSI, a chi produce riso biodinamico nel vercellese, alle esperienze di orti urbani a Palermo che aiutano le famiglie a sostenersi, alle tante realtà sociali che inseriscono in agricoltura lavoratori con passati complicati, tutto mettendo al centro l’ambiente e le scelte concrete c he valorizzano e tutelano la biodiversità, penso ai tanti presidi slow food che stiamo aiutando a non scomparire ma al contrario ad essere parte integrante della nostra dieta. 

Pensa che l’esperienza della pandemia abbia portato una nuova consapevolezza rispetto alle tematiche ambientali e all’importanza delle realtà locali?

Sicuramente c’è molta più attenzione, sicuramente le nuove generazione hanno molta più consapevolezza di quanto tutto questo siamo importante, ma bisogna fare ancora molto e si deve raccontare tutto questo. La parte di informazione e racconto è indispensabile per far capire quanto possiamo fare tutti noi. 

Le sue imprese colpiscono per la grande motivazione e il coraggio. Qual è il messaggio che vuole trasmettere al mondo?

Prima di tutto che dobbiamo innamorarci dell’ambiente che ci circonda, che dobbiamo tutelarlo e sentirlo nostro, il rischio è sempre quello di distruggere senza accorgersene, le nostre scelte hanno un impatto fortissimo ma spesso non ci rendiamo neanche conto di quello che facciamo . Io sogno di continuare a far viaggiare le persone attraverso quello che faccio, calpestare luoghi che poi tutti sentiamo più nostri.