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INTERVISTA
Margherita Guccione, direttore del MAXXI Architettura
 

GRANDE MAXXI, il museo di Roma si colora di green

 
 
 

Uno dei più grandi musei d’arte contemporanea, il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha intrapreso la strada della sostenibilità ambientale grazie al ...

 
 

 

venerdì 4 marzo 2022

 

 

Uno dei più grandi musei d’arte contemporanea, il MAXXI, Museo nazionale delle arti del XXI secolo, ha intrapreso la strada della sostenibilità ambientale grazie al progetto GRANDE MAXXI. La responsabile del progetto, l’architetta Margherita Guccione, racconta come la struttura progettata da Zaha Hadid, sarà un connubio vincente tra verde e cemento, in grado di abbracciare appieno i principi della transizione energetica. 

Il ponte fra cemento e verde urbano, fra architettura sostenibile e sapere condiviso, ma anche fra natura e cultura. Come e perché è nato il Progetto “GRANDE MAXXI”?

Il Maxxi nel 2020 ha compiuto i suoi primi 10 anni. Una decade importante perché in questo lasso di tempo vi è stato un continuo aggiornamento del significato del MAXXI stesso. L’idea di avviare il GRANDE MAXXI è sorta in piena pandemia, guardando al futuro e pensando a un progetto che delinei un nuovo spazio del museo per i prossimi decenni. Il tutto grazie all’ottimizzazione di alcuni spazi del museo fino ad ora poco utilizzati. Il GRANDE MAXXI prevede la ridisegnazione dello spazio fronte via Masaccio, che necessita di essere riqualificato attraverso l’inserimento del verde. Il MAXXI è l’espressione dell’architetta Zaha Hadid, la più importante del ventunesimo secolo, ma caratterizzato dal cemento. L’idea attuale è quella di trovare un equilibrio tra cemento e verde. Quest’ultimo sarà un bacino di funzioni: il verde come spazio espositivo all’aperto; il verde come passeggiata botanica; il verde come orto produttivo in cui si coltiveranno ortaggi in modo biologico per essere consumati presso il nostro ristorante; il verde come copertura del nuovo edificio dove saranno collocate nuove funzioni del museo. La nuova struttura, che sorgerà nello spazio che affaccia su via Guido Reni, sarà un centro di ricerca, didattica e deposito. Quest’ultimo avrà anche la funzione di diventare un’ulteriore galleria fruibile ai visitatori. Questi sono gli interventi più importanti.

Può raccontarci quali strumenti renderanno il museo più sostenibile e quali vantaggi ne trarrà il nostro ambiente? 

Un grande obiettivo del GRANDE MAXXI è arrivare a una rigenerazione energetica dell’edificio principale. Sorta in un periodo in cui la sostenibilità ambientale non era un tema progettuale, questa struttura altamente energivora, si caratterizza per un’ampia copertura a vetrata che consente di introiettare tantissima luce, e che grazie a tecnologie fotovoltaiche produrrà energia pulita. L’idea è di utilizzare il fotovoltaico di ultima generazione, che possa integrarsi perfettamente nel complesso architettonico della struttura e studiare dei sistemi customizzati che non alterino il profilo architettonico della struttura. L’intervento prevede anche la sostituzione delle vecchie tegole, retaggio di vecchie caserme, con tegole fotovoltaiche. Elimineremo completamente il gas e utilizzeremo pompe di calore che sfruttano l’energia geotermica. L’energia pulita e il verde che cattura CO2 portano il MAXXI verso una carbon neutrality, che speriamo di raggiungere anche adottando anche nuovi comportamenti come il riciclo delle acque piovane. Un’altra azione importante, che nasce da un accordo con il Ministero della Difesa, è la creazione di una comunità energetica con la vicina caserma dell’esercito, caratterizzata dai classici padiglioni esposti a sud-nord, che ricoperti da pannelli fotovoltaici saranno in grado di produrre energia pulita. Troveremo degli accordi sullo scambio di energia, massimizzando così l’energia fotovoltaica, che ha una maggiore resa se utilizzata subito. È in corso un accordo con il Ministero della Difesa, speriamo possa realizzarsi nei tempi previsti, che dell’attuazione del masterplan sono di 4 anni. L’idea è seguire il metodo del PNRR dandoci una una tabella di marcia molto accelerata.

Un concorso internazionale di idee per realizzare il GRANDE MAXXI. Cosa si aspetta da questa iniziativa?

Abbiamo bandito il concorso di idee per la realizzazione del nuovo edificio e della fascia di verde, a giugno avremo il vincitore. Nel corso dell’anno lavoreremo alla progettazione e speriamo di aprire i cantieri nell’aprile del 2023.

Il GRANDE MAXXI è l’apripista dell’utilizzo del fotovoltaico nell’architettura monumentale. Crede che il nostro immenso patrimonio monumentale potrà seguire le stesse orme?

La scelta del fotovoltaico in edifici storici e monumenti, pensiamo sia inevitabile e indispensabile. L’Italia, tra l’altro, è uno dei paesi più ricchi di monumenti storici, per cui ci auguriamo di diventare il caso pilota che dimostra che attraverso specifici accorgimenti si può ottenere, anche in questi luoghi, energia pulita. Infatti, anche se con dei rendimenti inferiori di un pannello standard, come le tegole fotovoltaiche che si integrano perfettamente in edifici storici, si può contribuire alla riduzione di CO2. Altro motivo di orgoglio, è che questo progetto sulla sostenibilità è stato finanziato dal Ministero della cultura con i fondi “Grandi progetti sui beni culturali”, mentre la parte di rigenerazione urbana, della creazione del nuovo edificio e degli spazi verdi sono stati finanziati dal Ministero delle Infrastrutture.

I fondi del PNRR, quelli destinati alla cultura, saranno sufficienti per rilanciare il settore forse più colpito in questi ultimi due anni pandemici?

I fondi stanziati sono uno stimolo e una scommessa. Grazie a questi, oggi c’è la possibilità di attenuare il problema dell’inquinamento attraverso l’adozione di comportamenti e sistemi innovativi. I soggetti pubblici devono cercare di fare energia pulita e di avviare una politica di risparmio energetico. Questo sarà un grande passo verso la transizione energetica.

Il nuovo MAXXI si pone come un luogo di studio, ricerca e sperimentazione per un futuro diverso, all’insegna della sostenibilità. Ci può raccontare qualcosa a questo proposito?

Il tema del climate change al MAXXI è stato implementato. Il pubblico sta rispondendo con dei numeri importanti, anche per visitare la mostra sulla Amazzonia non solo per la qualità delle immagini di Salgado, quanto per informarsi sul problema che riguarda questa terra, e il Pianeta intero. Il nuovo edificio, oggetto del concorso di idee, sarà un centro di ricerca sul rapporto arte, scienza, architettura e intelligenza artificiale.  Questo ci consentirà di aumenterà il raggio della nostra sperimentazione e formazione. Il GRANDE MAXXI non è solo museo ma centro di ricerca, sul rapporto tra cultura, scienza e architettura. Attualmente, stiamo partecipando a un bando europeo per finanziare la ricerca sull’intelligenza artificiale e i nuovi media, strumenti che arricchiscono lo scenario della ricerca artistica e architettonica. Questo nuovo polo sarà un centro di innovazione e di restauro del contemporaneo, legato alle nostre collezioni. Il nuovo MAXXI darà un nuovo significato di museo, non sarà solo un luogo in cui si potranno fruire collezioni di opere, ma un centro di studio e dibattito sul presente, uno spazio per divertirsi e accrescere la propria consapevolezza sui temi più rilevanti.

Il nuovo MAXXI darà un nuovo significato di museo, non sarà solo un luogo in cui si potranno fruire collezioni di opere, ma un centro di studio e dibattito sul presente, uno spazio per divertirsi e accrescere la propria consapevolezza sui temi più rilevanti.

Foto principale di Musacchio Ianniello