Lucia Cuffaro
 

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INTERVISTA
Lucia Cuffaro, eco-attivista
 

Dall'autoproduzione alla decrescita felice

 
 
 

Lucia Cuffaro, autrice del blog Autoproduciamo.it, presidente nazionale per 4 anni del Movimento per la Decrescita Felice, conduttrice della rubrica “Chi fa da sé” all’interno ...

 
 

 

venerdì 14 maggio 2021

 

 

Lucia Cuffaro, autrice del blog Autoproduciamo.it, presidente nazionale per 4 anni del Movimento per la Decrescita Felice, conduttrice della rubrica “Chi fa da sé” all’interno della trasmissione Unomattina in Famiglia su Rai Uno. Dal 2014 pubblica libri sull’autoproduzione e nel 2019 ha creato EcoSapere.it, un portale per la Formazione on line su tematiche legate al benessere e all’ecosostenibilità dove è presente la sua Scuola dell’Autoproduzione. È chiaro che non siamo di fronte a una teorica della sostenibilità ma a una vera e propria Attivista, con A maiuscola.

Ci racconti meglio del suo impegno per l’autoproduzione e la decrescita felice.

 Per lei l’autoproduzione è un modo di vivere. Come farlo nostro nella vita di tutti i giorni?

Viviamo nell’epoca dell’usa e getta, del consumismo più sfrenato, della crescita e dell’accumulazione illimitata. Abbiamo sempre di più l’esigenza di un’inversione di tendenza. Ognuno può uscire da questo modello, imparando a pensare alle conseguenze del proprio operato e facendo scelte che tengano in considerazione l’intero ciclo di produzione, dalle materie prime allo smaltimento. Attraverso pratiche ispirate alla Decrescita Felice, che puntino decise alla riduzione degli sprechi, alla cultura dell’autosufficienza e la riappropriazione di antichi saperi potremo allontanarci dalla dipendenza consumistica, per ritrovare convivialità e nuova consapevolezza. Ognuno di noi può agire per migliorare la propria condizione e impronta ecologica, imparando a pensare alle conseguenze del proprio operato e facendo scelte che tengano in considerazione l’intero ciclo di produzione, dalle materie prime allo smaltimento dei rifiuti. E la conseguenza di questa ricerca di nuove strade da percorrere è l’allontanamento dalla dipendenza consumistica, per ritrovare convivialità e collaborazione.

L’autoproduzione di beni necessari ne è un esempio virtuoso. Non un semplice fai da te, ma qualcosa di rivoluzionario, grazie ad azioni volte a conoscere le sostanze contenute nei prodotti della grande distribuzione che danneggiano noi e l’ambiente. Un’alternativa pratica e semplice per autoprodurre tutto ciò che ci serve, in modo più etico, economico e sano con elementi che ci dona Madre Natura, come oli, erbe, fiori, piante officinali. Il saper fare di ciò che ci è necessario nella vita quotidiana ci rende quindi più ecologici, liberi e informati. Non è necessario vivere in campagna. Si può fare facilmente autoprodurre in casa nelle città, nel proprio comune o paese. Serve poco tempo per fare prodotti sani e naturali con materie prime provenienti da filiere etiche e con pochi imballaggi, con un occhio al portafoglio e un gran divertimento, per riscoprire il sapere perso dalle nostre mani: rimedi naturali, cucina sana, eco-pulizie, igiene personale e cosmesi, cura delle piante e dell’orto. Un grande passo per liberarsi dalla dipendenza dal mercato delle Multinazionali che ci impone di acquistare prodotti spesso dannosi per la nostra salute e quella del Pianeta. Autoproduzione da sperimentare ovunque, per rendere la vita più leggera e consapevole!

Sul sito www.decrescitafelice.it compare una sezione dedicata alla “visione occupazione e lavoro” in cui si auspica l’affermarsi di un nuovo modello socio-economico. Qual’è e di cosa si tratta.

Il Movimento per la Decrescita Felice è un’associazione nazionale, di sensibilizzazione pubblica per favorire il ben-essere della cittadinanza, ciò che è a basso impatto ambientale, che non crea sfruttamento sugli esseri viventi e che permette un’equa distribuzione del denaro, come i lavori utili, tecnologie pulite per ridurre gli sprechi di risorse, piccole e medie aziende etiche, e tanto altro. A differenza di molte teorie economiche e filosofiche di critica sociale la Decrescita Felice propone dei mezzi immediati, concreti e diretti. Un elemento stimolatore in grado di diffondere non solo un pensiero, ma soprattutto metterlo in pratica fornendo la possibilità a chi vi si riconosce di incontrarsi nei Circoli, di discuterne e di applicarlo assieme.

Abbiamo bisogno, come suggerisce il filoso e precursore della Decrescita Felice Ivan Illich, di essere sempre meno dipendenti sia dal mercato che dallo Stato. Il tema quindi dell’occupazione e del lavoro risulta per questo nodale, verso un dirottamento con cui recuperare la libertà e il potere di immaginare e costruire significati e mondi diversi anche nel mondo del lavoro. Il gruppo MDF sul tema, guidato da Nello Da Padova, ha elaborato un documento che ben spiega l’approccio del “Movimento per la Decrescita Felice”. “In ogni cultura e in ogni tempo il lavoro è stato un aspetto centrale per definire le caratteristiche e le regole sociali dell’epoca. Tale concetto, tradizionalmente attività multiforme utile a realizzare il benessere dei singoli e della comunità, nel modello occidentale dominante si identifica ormai solo con l’occupazione, necessaria per procurarsi il reddito che serve a garantire, da un lato, le entrate indispensabili per acquistare tutto ciò di cui si ha (o si presume di avere) bisogno, e dall’altro (attraverso la tassazione di tali entrate) le risorse per il buon funzionamento della società. In questo contesto sempre più persone intraprendono percorsi di riduzione dei consumi e, quindi, della necessità di reddito, incrementando attività di autoproduzione e condivisione tramite lavoro non retribuito e sperimentando i benefici che derivano dall’uscita dal vortice del consumismo. Ripensare il nostro modo di comportarci individualmente e il nostro modo di stare assieme come comunità, a partire dal ruolo che diamo al lavoro, consente di soddisfare i bisogni personali e sociali bilanciando le attività retribuite con quelle che non lo sono. La visione MDF su Occupazione e Lavoro percorre proprio questa strada, con un processo di ridefinizione del lavoro che porta ad una riduzione selettiva della produzione e dei consumi; strada obbligata per un mondo equo ed ecologicamente sostenibile”. Qui, il documento nella versione integrale.

Tra i benefici connessi a questo nuovo modello, si parla anche del “tempo liberato”. Da cosa esattamente? e come investire il tempo ritrovato?

Sono molto legata al concetto di “tempo liberato” che è diverso da quello di tempo libero, che spesso rappresenta semplicemente un momento di pausa e relax. Il tempo liberato è infatti quello che dedichiamo al nostro percorso personale di crescita, alla riflessione, alla creatività, al bene comune. La maggior parte delle persone dedica alla propria occupazione (considerando anche gli spostamenti da casa) gran parte della giornata e delle migliori ore di energia mentale e fisica. E la fretta e la stanchezza, si sa, sono cattive alleate del pensiero, dell’attivismo, della cura degli interessi, della libera informazione, ma ottime compagne della dipendenza, degli sprechi e della grande distribuzione. Sottraendo ore al lavoro stipendiato, si ha più tempo per capire davvero quali siano i bisogni davvero necessari e non indotti, ottimizzando così anche le pratiche quotidiane, all’insegna del minor impatto ecologico e della riduzione degli sprechi. Queste azioni portano, anche a importante risparmio ecologico ed economico. Il mio tempo liberato dal lavoro ha significato per me centinaia e centinaia di euro non spesi, e quindi, una minore esigenza di ore di lavoro o straordinari.

Facciamo un esempio pratico. Liberare il tempo dal lavoro stipendiato per fare un orto. Coltivare permette di passare molto tempo all’aria aperta rafforzando il proprio sistema immunitario, migliorando la salute attraverso l’esercizio fisico, la qualità del cibo con l’autoproduzione di ortaggi biologici, risparmiando fino al 90% sulla spesa di questi, e migliorare la propria rete sociale attraverso lo scambio di sapere e il supporto reciproco soprattutto negli orti urbani e sociali. La felicità, il benessere, la qualità della vita non hanno alcuna relazione diretta con la ricchezza materiale e con l’accumulazione di denaro. Essere consapevoli di questo e agire di conseguenza, ricercando il proprio bene nel bene comune e la propria gioia nella gioia condivisa, nel bello e nel buono accessibile a tutti, nel rispetto per sé stessi e per il mondo che ci ospita, significa recuperare il proprio tempo, liberarlo il più possibile e abbracciare il cambiamento. Una delle scelte migliori da poter fare nella vita è proprio in bene comune: ovvero dedicare tempo all’attivismo e al volontariato per arricchire l’anima e fare un percorso di crescita attraverso il dono.

Nel suo blog, numerose sono le riflessioni “in tempo di Coronavirus”. Possiamo parlare di nuova consapevolezza?

Il periodo in cui stiamo vivendo è fatto di riflessioni, paure e tempo. E il tempo a disposizione può essere vissuto in tre modi: avendo paura, rimanendo in attesa o abbracciando il cambiamento interiore. Questo è il momento giusto per pianificare e ripartire con azioni concrete che creino nuove abitudini sempre più dirette al proprio benessere e a quello della Terra che ci ospita. Da dove cominciare? Magari da donne, uomini, progetti, reti e utopie, possono essere l’ispirazione e la guida che ci manca. Da chi ha trovato modi per vivere in un modo diverso, in linea con la Natura e con i propri bisogni più profondi. Stili di vita naturali, filosofia zero rifiuti, modelli di produzione del cibo senza sprechi, permacultura e rispetto della Terra, educazione naturale all’infanzia, impegno per la sopravvivenza degli animali, tempo liberato e lavoro utile, comunicazione non violenta, condivisione e valorizzazione delle fragilità, autoproduzione e autosufficienza, e tanto altro. Per farsi guidare lungo un percorso di dirompente felicità.

Per concludere, vorremmo chiederle una delle sue “ricette” per provare ad assaporare il gusto dell’autoproduzione. Cibo, detersivi, cosmesi, ci suggerisca lei una ricetta a cui è particolarmente affezionata e la proveremo!

Queste autoproduzioni riassumono bene il senso pratico e dirompente dell’autoproduzione: benessere, salute, lettura consapevole delle etichette, riduzione a monte dei rifiuti, risparmio ecologico e soprattutto attenzione all’ambiente.

LATTE VEGETALE D’AVENA

Occorrente:

  • 80 g di fiocchi d’avena
  • 300 ml acqua + 700 ml di acqua
  • 2/3 cucchiai di miele, malto di riso, zucchero di canna
  • aromi a scelta (cannella, cacao, orzo,…)

Versiamo in un contenitore 300 ml acqua e 80 g di fiocchi d’avena, i classici per la colazione, da acquistare nei negozi bio o nei supermercati. Mescoliamo per qualche secondo e lasciamo trascorre circa 30 minuti prima di proseguire. Trascorso il tempo, frulliamo e filtriamo con l’aiuto di un colino. Mettiamo da parte la parte solida (l’okara), ci potrà servire per arricchire il pane o per fare un dolce. Aggiungiamo circa 700 ml di acqua fredda e 2/3 cucchiai di dolcificante a scelta e mescoliamo. Volendo possiamo sbizzarrirci con un’aromatizzazione: della cannella o della dolce vaniglia, o anche cacao in polvere. Si conserva per 4/5 giorni in frigo e si utilizza per preparazioni salate o dolci. Si può anche surgelare.

DEODORANTE

Occorrente:

  • 2 cucchiai di bicarbonato di sodio
  • 1 cucchiaio di amido di mais o fecola di patate
  • 15 gocce di tea tree oil

L’autoproduzione ci permette di essere dei consumatori consapevoli e informati, capaci di fare in casa anche prodotti che abitualmente usiamo per detergere il corpo e che spesso sono aggressivi con la nostra salute. Il primo e sempre fondamentale consiglio è di guardare attentamente l’INCI, ovvero l’etichetta che contiene tutti gli ingredienti. Ad esempio, su un deodorante commerciale leggiamo una composizione di elementi con acqua, antitraspiranti, profumi di sintesi, conservanti, etc., in un prodotto che non solo copre i cattivi odori, ma che crea una barriera che impedisce al sudore di fuoriuscire, invece di permettergli di svolgere un ruolo fondamentale per il nostro corpo, ovvero di rinfrescare l’organismo. Uno di questi aggressivi composti è il cloridrato di alluminio, per il quale, secondo molti ricercatori, si pensa a un alto grado di irritazione e tossicità. Come fare allora per deodorarci senza rischi? È possibile autoprodurre in casa una validissima alternativa naturale, delicata ma allo stesso tempo molto efficacie, con pochi reperibilissimi ingredienti.

Misceliamo in barattolino di vetro con chiusura ermetica 2 cucchiai di bicarbonato di sodio, rinfrescante e antibatterico, 1 cucchiaio di amido di mais o di fecola di patate, per assorbire gli odori, 15 gocce di olio essenziale di tea tree, battericida e antisettico. Si utilizza versandone un mezzo cucchiaino sulle dita e poi tamponando la polvere sotto le ascelle fino a completo assorbimento. Lascia la pelle fresca e profumata per tutto il giorno. Non macchia gli abiti e si conserva per 4 mesi.

ANTI ZANZARE PER GRANDI E BAMBINI

Occorrente:

  • 4 cucchiaini di olio di Neem
  • 2 cucchiaini di gel di aloe vera

Si può usare direttamente l’olio di Neem oppure questa miscela. Versiamo all’interno di una bottiglietta, meglio se di vetro scuro, 4 cucchiaini di olio di Neem, un efficace repellente contro le punture delle zanzare e degli insetti in generale. Deriva dalla spremitura dei semi di una pianta tipica dell’India. Si può spalmare direttamente sulla pelle sia per prevenire, che per lenire l’irritazione delle punture. Non ha un ottimo odore e per renderlo più gradevole possiamo emulsionarlo con 2 cucchiai di gel d’aloe vera, lenitivo e rinfrescante. Il composto va agitato prima dell’uso, dato che olio e acqua non si legano tra loro. Si può spruzzare o spalmare sulle parti del corpo esposte agli insetti anche più volte al giorno, senza controindicazioni (meglio su polsi, caviglie, collo). Va bene anche come lenitivo punture.

Si conserva per 6 mesi ed è adatto anche ai bimbi e ai neonati.

AMMORBIDENTE – BRILLANTANTE – ANTICALCARE CASA – DECALCIFICANTE

Occorrente:

  • 200 g di acido citrico
  • 800 g di acqua di fonte o demineralizzata

Si sciolgono 200 g di acido citrico in 800 g di acqua a temperature ambiente. Se ne usa 50-100 ml a lavaggio in lavatrice o lavastoviglie. Per essere usato come anticalcare va semplicemente spruzzato sulle superfici (non di marmo e granito). Come decalcificante per le tubature basta lasciare i filtri in ammollo per alcune ore. Si conserva per 4 mesi in bottiglie di vetro scuro.

ANTI MUFFA

Occorrente:

  • 1 bicchiere di aceto di vino bianco
  • 20 gocce di olio essenziale di tea tree

Sia su pareti colorate che bianche spruzziamo una soluzione con 1 bicchiere di aceto di vino bianco (antimuffa naturale) in cui abbiamo disciolto 20 gocce di olio essenziale di tea tree, un potente fungicida e antibatterico. Rimuoviamo la muffa poi con un panno in microfibra. Il composto va applicato una volta a settimana finché il problema non è completamento risolto.