INTERVISTA
Lina Mendoni, Ministro della Cultura di Grecia
Difendere il patrimonio culturale dalla crisi climatica
Signora Ministro, può spiegare il significato delle celebrazioni per i 200 anni dall’inizio della lotta della Grecia per la sua indipendenza? Lo scoppio della Rivoluzione ...
venerdì 12 novembre 2021
Signora Ministro, può spiegare il significato delle celebrazioni per i 200 anni dall’inizio della lotta della Grecia per la sua indipendenza?
Lo scoppio della Rivoluzione fu il risultato di un lungo processo di risveglio dei Greci schiavizzati dopo la conquista del Paese da parte dei turchi nel 1460. Questo risveglio deve molto all’influenza del Rinascimento e dell‘Illuminismo. I Greci si resero conto che i loro monumenti e la loro lingua erano le prove naturali, ma anche i simboli concettuali dell’inseparabile continuità storica della Grecia. Questo ha rafforzato la loro fede nell’unità della nazione greca.
Il 200° anniversario dall’inizio della lotta dei Greci per l’indipendenza e la libertà dal giogo ottomano, ci offre l’opportunità per riflettere alla luce di un nuovo approccio, sulla Rivoluzione stessa e il legame tra l’ellenismo moderno e il suo passato storico. È l’occasione ideale per pensare la nuova Grecia, sotto l’egida del progresso, dell’innovazione, della cultura, della solidarietà e dello sviluppo. Tutto in base ai principi e ai valori universali nati nel nostro Paese.
Cosa rappresentano gli sforzi che Lei ha compiuto per rendere più accessibile e più visibile lo straordinario complesso dei monumenti dell’Acropoli di Atene?
Con la nuova illuminazione della Rocca Sacra e dei monumenti dell’Acropoli, il Ministero della Cultura greco ha voluto celebrare il 200° anniversario dell’inizio della lotta per l’indipendenza nel 1821. Inoltre, la nostra principale preoccupazione era di rendere il monumento più importante – non solo della Grecia, ma anche di tutta la cultura occidentale – accessibile a tutti gli uomini senza alcuna esclusione. Negli anni precedenti abbiamo visto persone con disabilità che volevano vedere da vicino il Partenone e gli altri monumenti e che venivano portate a braccio. Così abbiamo realizzato un moderno impianto di risalita, un progetto estremamente complesso, che agevola tutti coloro che hanno difficoltà a scalare la Rocca. I vecchi percorsi in cemento, estremamente erosi – risalenti agli anni ’70 – sono stati sostituiti da moderne pavimentazioni reversibili che non solo facilitano il movimento di tutti i visitatori e dei disabili, ma consentono di visionare i monumenti senza temere di cadere. Tutto questo insieme ai lavori di protezione contro i fulmini e alluvioni già completati, ma anche ai lavori della nuova segnaletica per i non vedenti, nonché all’installazione di attrezzature urbane in corso, rendono l’Acropoli più accessibile al mondo intero.
Ci può spiegare perché la Gran Bretagna deve restituire le sculture di Fidia?
Le sculture del Partenone in mostra al British Museum sono il prodotto di furti e saccheggi. La Grecia non riconosce e non riconoscerà mai il possesso delle Sculture del Partenone da parte del British Museum. La loro presenza a Londra è il frutto di una politica coloniale, che mette la Gran Bretagna sotto accusa davanti al mondo intero. Secondo i dati raccolti dai Comitati attivi per il ritorno delle sculture delle sculture di Fidia in patria, e presenti ovunque nel pianeta, l’opinione pubblica internazionale sostiene senza riserva le richieste greche. I Marmi smembrati, tagliati con la forza, devono essere riuniti con i capolavori esposti al Museo dell’Acropoli. È il grido che emana dal monumento stesso, il Partenone. Per molti anni uno dei principali argomenti avanzati dagli Inglesi per non restituire i Marmi, fu che la Grecia non aveva uno spazio adatto per esporre i capolavori di Fidia. Da dodici anni Atene possiede uno dei migliori musei del mondo, il Museo dell’Acropoli. L’argomento inglese è crollato. Al contrario, le sale dove il British Museum espone le Sculture mutilate sono oggi problematiche, indecenti e pericolose per la tutela di questi capolavori. Le Sculture devono tornare alla loro casa natale sotto il cielo attico e ricongiungersi con quanto esposto nel Museo dell’Acropoli. È assurdo vedere il monumento emblema della civiltà occidentale, così drammaticamente smembrato. È una questione etica e anche scientifica.
Cosa pensa di fare la Grecia per fronteggiare il dramma degli incendi? In questo campo può essere utile une collaborazione con l’Italia che subisce a sua volta la tragedia degli incendi che devastano il suo territorio?
Abbiamo vissuto un’estate dolorosa, con la distruzione di gran parte della foresta a Tatoi, nell’Attica, e l’assoluta scomparsa della ricchezza forestale dell’Eubea settentrionale. Gli incendi minacciarono, ma fortunatamente non distrussero siti archeologici e monumenti. La nostra grande consolazione è che non hanno fatto una sola vittima umana.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis già a settembre 2019 ha sollevato la questione della crisi climatica e delle sue conseguenze per il patrimonio culturale al vertice delle Nazioni Unite. Questa iniziativa del governo greco ha ottenuto il sostegno del Segretario generale delle Nazioni Unite, dell’UNESCO, dell’ICOMOS, dell’Organizzazione meteorologica mondiale e di decine di Stati membri dell’ONU. Pochi giorni fa è stata adottata dai vertici dei Paesi mediterranei la Carta di Atene, che fa ampio riferimento alla necessità di una risposta comune alla crisi climatica, mentre analoga iniziativa è stata recentemente presa dal Ministero della Cultura e del Turismo italiano, nel G20.
Il Ministero della Cultura e dello Sport sta predisponendo il Piano nazionale per affrontare gli effetti della crisi climatica sul patrimonio culturale, materiale e immateriale. Parallelamente, si sta procedendo alla realizzazione di specifici progetti pilota all’interno di siti archeologici tra i più frequentati, inseriti nel Fondo Recupero e Resilienza.
La crisi climatica è ormai presente e già i Paesi del Sud Europa ne stanno subendo sempre più spesso gli effetti. Ecco perché dobbiamo muoverci insieme per affrontarli. Soprattutto Grecia e Italia con l’enorme patrimonio culturale che è loro, debbono sviluppare sinergie e azioni congiunte. Una stretta collaborazione tra noi è vitale, poiché è assolutamente necessario affrontare in modo efficace e deciso, la minaccia della crisi climatica.
Grecia e Italia con l’enorme patrimonio culturale che è loro, debbono sviluppare sinergie e azioni congiunte.