< back

INTERVISTA
Letizia Palmisano, giornalista ambientale
 

Scegliamo alternative sostenibili per i doni di Natale

 
 
 

Letizia puoi raccontarci quando hai capito che la tutela dell’ambiente era un mestiere adatto a te? Nel mio caso posso dire che l’amore per l’ambiente ...

 
 

 

venerdì 24 dicembre 2021

 

 

Letizia puoi raccontarci quando hai capito che la tutela dell’ambiente era un mestiere adatto a te?

Nel mio caso posso dire che l’amore per l’ambiente sia innato, ma al contempo, ho sempre aggiunto che lo si può anche scoprire strada facendo. Ritengo infatti che tutti noi abbiamo un obbligo morale verso la Terra anche in considerazione del fatto che è l’unica che abbiamo a disposizione. Negli anni, quindi, mi sono chiesta cosa potessi fare per coinvolgere gli altri in questa mia passione.

Nei primi anni 2000 ero una giovane attivista ambientale e cercavo di dialogare con il prossimo e divulgare informazioni attraverso ogni strumento utile e infatti eventi e manifestazioni sul territorio si alternavano all’impegno digitale, blog e forum erano un po’ i nonni dei social di oggi.Ho iniziato quindi a collaborare con redazioni e portali per portare avanti il mio impegno di attivista ambientale, ma per anni pensai che tutto questo sarebbe rimasto al di fuori della mia attività lavorativa. Nel 2009, divenuta giornalista, mi dissi che avrei dovuto provare a occuparmi di sostenibilità a tempo pieno. Lasciai la professione legale e mi concentrai per diventare quel che sono oggi: una giornalista ambientale 2.0.

Da quando è iniziato il tuo impegno per l’ambiente ad oggi, credi che qualcosa di concreto sia cambiato in positivo?

Vent’anni fa sapevamo bene quali fossero i problemi e la strada da percorrere, ma avevamo meno strumenti ed eravamo in pochi. Oggi conosciamo esattamente cosa dovremmo fare per vivere a minor impatto ambientale, per poter mantenere in equilibrio consumi ed emissioni, da un lato, e risorse del Pianeta, dall’altro, e limitare il surriscaldamento globale entro 1,5°C.  Inoltre si registra sicuramente una maggiore consapevolezza da parte delle persone. Tutto ciò rappresenta la parte positiva: un cambiamento è sicuramente in corso.

C’è un “però” che non possiamo in ogni caso ignorare: tutti i cambiamenti, dalle decisioni dei governanti alle scelte quotidiane di ognuno di noi, stanno avvenendo in maniera troppo lenta e bisogna comprendere che non si tratta di rinunciare a qualcosa di superfluo, ma di fare ciò che è necessario per la sopravvivenza del Pianeta e del genere umano.

 Il tuo libro scritto con Matteo Nardi ha un titolo emblematico “10 idee per salvare il Pianeta prima che sparisca il cioccolato”, edito da Città Nuova. Puoi raccontarci brevemente qualche idea descritta alla portata di tutti?

 “10 idee per salvare il Pianeta prima che sparisca il cioccolato” è strutturato in dieci capitoli che forniscono suggerimenti su ciò che ognuno di noi può fare sin da subito a partire dalla sua vita domestica. Si può decidere di adottare buone pratiche in casa, in ufficio, negli spostamenti, quando si diventa (eco) genitori, quando si organizzano (grandi) eventi come matrimoni, cerimonie in generale o feste di compleanno e così via.

Volendo fornire alcuni consigli concreti per ridurre, da subito, l’impatto ambientale, quando dovete effettuare un acquisto cercate di acquistare prodotti di seconda mano: risparmierete sotto tutti i punti di vista e, in primis, da quello economico. Al contempo mettete in circolo ciò che non vi serve, regalandolo, prestandolo o rivendendolo. Sicuri di aver bisogno di un’auto di proprietà? Sfruttate i servizi di sharing, di noleggio e condivisione.

Ricordatevi poi che la miglior forma di energia è quella non prodotta ovverosia il risparmio energetico. Quella non è comprimibile, è fondamentale che sia prodotta da fonti rinnovabili. Anche chi non è nelle condizioni di installare un pannello solare sul tetto domestico può alimentare la propria casa o il proprio ufficio con l’energia acquistata da un gestore che fornisce esclusivamente energia pulita. Io, come racconto nel libro, ho fatto questa scelta.

Il Natale è alle porte, da guru della sostenibilità quali regali sostenibili consigli?

Una buona idea può riguardare regali gastronomici con prodotti tipici del territorio, magari a lunga conservazione. In alternativa si può optare per prodotti di biocosmesi che, in alcuni casi, vengono addirittura prodotti con elementi di scarto di altre filiere, con una battuta mi verrebbe da dire “il rifiuto ti fa bella”.

Si possono regalare poi dei servizi come biglietti per il teatro o del cinema.

Per l’abbigliamento, se si cercano abiti o capi i cui filati o tessuti raccontano una storia, le opzioni a disposizione sono innumerevoli. Ad esempio sono in commercio cappelli realizzati con lana recuperata dai cenciaioli o magliette, borse e fasce per capelli prodotte impiegando stoffe provenienti da scarti di produzione. Regali che valgono doppio! Un ultimo consiglio sul packaging: proviamo a eliminare tutto ciò che è usa e getta. Potremmo incartare il dono in un canovaccio o consegnarlo all’interno di uno shopper di stoffa: l’effetto sorpresa sarà comunque garantito e i doni raddoppieranno… a differenza dei rifiuti.

Si può decidere di adottare buone pratiche in casa, in ufficio, negli spostamenti, quando si diventa eco genitori, quando si organizzano grandi eventi come matrimoni, cerimonie in generale o feste di compleanno e così via.